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RESOCONTO SINTETICO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI CREMONA DEL 6 GIUGNO 2022

Int. a risposta orale presentata in data 20 maggio 2022 dai consiglieri comunali del Gruppo consiliare Fratelli d’Italia riguardante Dopolavoro Ferrovieri

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RESOCONTO SINTETICO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI CREMONA DEL 6 GIUGNO 2022

Premesso che:

tutte le società canottieri vivono momenti di difficoltà sul fronte economico a seguito della pandemia, dei rincari dei costi dell'energia, dell'aumento dell'Istat con riduzione del potere d'acquisto perle famiglie diventa sempre più complicato la gestione delle società e rispettare il pagamento delle quote.

 

Visto che:

il DLF e i suoi iscritti stanno vivendo da anni un momento di grande difficoltà a livello economico;

il DLF ha deciso di uscire dall'Assocanottieri, e di aprire le strutture del circolo agli esterni con biglietti giornalieri, abbonamenti e giornate specifiche a vari sport (paddle, piscina, ecc.);

il direttore del DLF sul quotidiano La Provincia del 18 maggio dichiara: "E' un progetto condiviso con il Comune di Cremona a fronte del quale abbiamo chiesto il riconoscimento della pubblica utilità di alcune strutture nonché il riconoscimento del progetto come socio-culturale-ricreativo e formativo per lo sport. Una volta ottenuto questo riconoscimento si tramuterebbe per la nostra società in agevolazioni e sgravi fiscali a vantaggio degli iscritti”;

nel listino prezzi pubblicato era presente anche il logo del Comune con la scritta “in collaborazione” poi tolto.

 

Si chiede al Sindaco e all'Assessore competente:

di chiarire il ruolo del Comune e il percorso amministrativo fin qui compiuto;

di rendere pubblico il progetto che dovrebbe portare alla pubblica utilità di alcune strutture;

di sapere l'entità degli sgravi a favore del DLF;

se intende collaborare con l'Assocanottieri e concordare analoghe iniziative di promozione.

 

All'interrogazione ha risposto l'Assessore allo Sport Luca Zanacchi: Il 18 febbraio 2022 la direzione del DLF ha richiesto per iscritto un incontro per presentare un progetto con finalità sociali, in relazione ad un piano di investimenti sulle strutture della società, anche nelle aree in convenzione e di proprietà del Comune di Cremona. Dopo la richiesta si sono svolti alcuni incontri in cui la società ha presentato le scelte operate, le prospettive pianificate, condivise con il DLF di Roma, e in cui si è ragionato sulla possibilità dell’ottenimento dello status di urbanizzazione secondaria. Le attività di relazione tra il DLF e il Comune di Cremona si sono quindi concentrate sugli approfondimenti necessari e propedeutici per il riconoscimento dello status. Va specificato

 

che, ad oggi, alcune realtà sportive e culturali della città, anche private, comprese le società canottieri e i centri sportivi privati, beneficiano di questo status in quanto è riconosciuto loro il servizio di pubblica utilità. Riconoscimento che, attraverso l’attuazione di percorsi e progetti dal forte valore sociale, consente al proponente, in questo caso il DLF, un diverso trattamento dei costi derivanti dall’IVA. Le interlocuzioni si sono fermate, ancora prima dell’inizio delle polemiche, in attesa della formalizzazione della richiesta con la documentazione necessaria per permettere alla Giunta comunale di esprimersi. E' quindi notizia dei giorni scorsi che l'assemblea dei soci del DLF ha bloccato tutto. D'altra parte non è prassi di questa Amministrazione entrare nel merito delle scelte e degli indirizzi delle società sportive: non è mai stato fatto e non esiste alcuna intenzione di farlo in futuro.

 

Il consigliere Marcello Ventura si è detto soddisfatto della risposta ottenuta.

 

Ordine del giorno presentato in data 21 febbraio 2022 da consiglieri comunali vari (primo firmatario Francesco Ghelfi) a sostegno del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW).

 

Considerato che:

la presenza negli arsenali e la diffusione di armi nucleari rappresenta ancora oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;

l'Italia ha ratificato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione (TP) che impone a tutti gli Stati parte-ASP di impegnarsi per realizzare il disarmo nucleate totale e globale e aderisce al TNP in qualità di Stato non dotato di armamenti nucleari, essendosi impegnata a non costruirne né a procurarsene in alcun modo;

sebbene gli accordi sul disarmo nucleare concordati tra le grandi potenze abbiano portato nei decenni allo smantellamento di decine di migliaia di armi nucleati, negli ultimi anni le operazioni di eliminazione sono talmente rallentate che, oltre 30 anni dopo la fine della Guerra Fredda, rimangono ancora negli arsenali circa 13.400 armi nucleari;

un percorso denominato Iniziativa Umanitaria e promosso dalla società civile internazionale ha portato a una serie di conferenze internazionali, aperte agli Stati membri delle Nazioni Unite, il cui fine era di negoziare un Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari TPNW;

il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari è stato in seguito negoziato ed adottato con il voto positivo di 122 Stati il 7 luglio 2017; aperto alla firma il 20 settembre 2017 ha raccolto al momento la firma di oltre 85 Stati; lo strumento di ratifica del 50° Stato è stato depositato alle Nazioni Unite il 24 ottobre 2020, per cui il Trattato è entrato in vigore il 22 gennaio 2021.

la pastorale sociale della Diocesi di Cremona ha condiviso un appello lanciato da numerose associazioni e movimenti italiani che vuole sollecitate il nostro governo ad aderire a questo Trattato e che riconosca che le armi nucleari, da sempre immorali, come ha più volte gridato papa Francesco, ora sono illegali.

 

Ritenendo che:

l'adesione al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari sia un'azione che contribuisce a promuovere il dialogo e la diplomazia, lasciandosi alle spalle la logica obsoleta della deterrenza nucleare fondata sulla sfiducia reciproca;

l'entrata in vigore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari potrà rafforzare la costruzione del paradigma di sicurezza internazionale costruito sulla multilateralità, sugli accordi per il disarmo, sulla sicurezza umana, che anche l'Italia in tante altre occasioni ha sostenuto.

 

 

Tutto ciò premesso, ritenendo che la costruzione di un Mondo libero dalle armi nucleari sia un obiettivo comune da perseguire, il Consiglio Comunale di Cremona impegna il Sindaco e la Giunta

ad aderire alla campagna "Italia, Ripensaci", promossa dalla Rete Italiana Pace e il Disarmo e da Senzatomica;

ad aderire all'Appello delle Città (Cities'Appeal), promosso in tutto il mondo dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Premio Nobel 2017);

 

Invita il Sindaco

ad apporre la firma in calce al Trattato TPNW, come atto simbolico da comunicare al Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi, invitandolo a rivedere la posizione finora espressa, cercando le modalità per aderire al percorso iniziato con l'adozione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari;

a sostenere la delegazione di "Italia, ripensaci" alla prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari che si terrà a marzo 2022 in Austria, e invitare il Governo italiano a fare altrettanto;

a condividere con le Commissioni Esteri della Camera dei Deputati e del Senato questo impegno a promuovere le modalità per portare l'Italia nel consesso degli Stati che si impegnano a favore della realizzazione di un mondo libero da armi nucleari.

 

Dopo l'illustrazione dell'ordine del giorno da parte del primo firmatario, sono intervenuti i consiglieri Franca Zucchetti (Partito Democratico), Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona Energia Civile), Riccardo Merli (Fare Nuova la Città – Cremona Attiva) e Enrico Manfredini (Fare Nuova la Città – Cremona Attiva). Per la Giunta è intervenuto l'Assessore Luca Burgazzi che, fra l'altro, ha detto come sia giusto che il Governo si muova nella direzione così come richiesto dall'ordine del giorno.

 

Al termine l'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità.

 

A questo punto il consigliere Carlo Malvezzi (Forza Italia) ha chiesto al Presidente del Consiglio Comunale Paolo Carletti, una breve sospensione della seduta per discutere con tutti i capigruppo la presentazione e condivisione di un ordine del giorno urgente. Terminata la riunione dei capigruppo, il Presidente del Consiglio Comunale ha letto il testo dell'ordine del giorno dichiarando, al termine, che tre, quattro persone hanno rovinato una bella e partecipata manifestazione di libertà che sabato ha animato Cremona all'insegna dei diritti di tutti. Qui di seguito il testo del documento presentato ai sensi dell'art. 39 del Regolamento del Consiglio Comunale rispetto all’episodio di blasfemia avvenuto durante il Cremona Pride:

 

Premesso che:

in data 4 giugno 2022 si è svolta a Cremona la manifestazione “Cremona Pride” alla quale il Comune di Cremona ha concesso il patrocinio in quanto promotrice di valori di inclusione e contro ogni forma di discriminazione.

 

Considerato che:

durante il corteo per le vie del centro città è stata esibita una statua blasfema della Madonna, episodio che è stato riportato per la sua gravità non solo dalla stampa locale ma anche da tutta la stampa nazionale.

 

Tutto ciò premesso e considerato il Consiglio comunale

esprime la più ferma condanna per l’episodio di blasfemia prendendo la distanza da quei

 

pochi manifestanti che, con questo gesto, hanno avuto comportamenti provocatori e oltraggiosi offendendo la comunità cremonese da sempre impegnata per una società senza discriminazioni.

 

Impegna il Sindaco e la Giunta

ad esprimere in maniera istituzionale la stessa ferma condanna intervenendo in Consiglio in merito al citato episodio.

 

A seguire sono intervenuti i consiglieri Marcello Ventura (Fratelli d'Italia), Stella Bellini (Partito Democratico), Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona Energia Civile), Simona Sommi (Lega – Lega Lombarda), Carlo Malvezzi (Forza Italia), Giovanni Gagliardi (Partito Democratico), Nicola Pini (Partito Democratico), Maria Vittoria Ceraso (Viva Cremona), Pietro Burgazzi (Gruppo Misto, componente di minoranza), Giuseppe Arena (Fratelli d'Italia), Roberto Poli (Partito Democratico) e Daniele Villani (Partito Democratico). A nome della Giunta è intervenuto dapprima l'Assessore Luca Burgazzi che, tra l'altro, ha condannato il gesto citato, sostenendo comunque che grazie alla manifestazione è stato inviato un messaggio importante, a seguire il Sindaco Gianluca Galimberti per cui di questo episodio non c’era bisogno, non solo perché è offensivo, anche per il fatto che alla fine fa più notizia il gesto sbagliato, volgare e sciocco di dieci incivili che i colori e l’entusiasmo di migliaia di persone. Il Sindaco ha inoltre ribadito quanto già dichiarato pubblicamente nel primo pomeriggio di oggi.

 

L'ordine del giorno è stato approvato: 25 i voti a favore e 2 gli astenuti (i consiglieri Stella Bellini e Lapo Pasquetti).

 

Mozione presentata in data 12 febbraio 2022 da consiglieri comunali vari del Gruppo consiliare Lega - Lega Lombarda (primo firmatario Simona Sommi) sull’istituzione della bandiera cittadina e del Consiglio comunale di Cremona.

 

Premesso che:

il simbolo che compare nello stemma comunale della città di Cremona è un braccio con la palla e la scritta “Fortitudo mea in brachio”, oltre alla bandiera a tre bande rosse su sfondo bianco;

la vicenda storica legata al simbolo ricorda un momento glorioso della città che, in epoca medievale, sfidato e sconfitto l’opprimente potere imperiale, si proclamò libero comune;

sulla facciata del Torrazzo e all’interno del Palazzo comunale sono rappresentati scudi recanti tre bande rosse su sfondo bianco, simboli storici della città;

 

Premesso altresì che:

Antonio Campi, in “Cremona fedelissima città (...)”, porta la prima rappresentazione dello stemma cremonese: una croce d’argento su campo rosso, i buoi che portano il carroccio sono bardati di argento e rosso;

in un codice vaticano del ‘300 i cremonesi portano una bandiera a fasce grigie e rosse;

già dalla fine del ‘300 allo stemma fasciato di rosso e argento si unisce il braccio di Giovanni Baldesio che prima sta sopra lo scudo dacchè quello del braccio divenne il cimiero delle milizie cremonesi, poi si posiziona a fianco;

Luigi Voghera a metà ‘800 nel rifacimento di palazzo comunale pone in Sala Consulta uno scudo a fasce grige e rosse sormontate dal braccio e la scritta “Fortitudo mea in brachio”;

sullo scalone del Palazzo del Comune è posto è posto uno scudo fasciato di grigio e rosso, con gli stemmi delle quattro porte della città che rappresentano le quattro contrade e la scritta CO CRE. Lo stemma attuale, come da Dpr 1954, è partito: al primo fasciato di rosso

 

e d’argento, il secondo di azzurro al braccio vestito di rosso e d’argento stringente nella mano una palla d’oro. Corona gemmata a cinque fioroni.

 

 

Considerato che:

in altre città lombarde e non è stata riconosciuta una bandiera cittadina (es. ved. https://www.milanocittastato.it/grande-milano/dandiere-delle-città-della-lombardia-qual-e-la-piu-bella/), che viene affissa nei luoghi istituzionali e in quelli di particolare interesse;

una bandiera cittadina è espressione tangibile della memoria storica collettiva, nella quale la cittadinanza si riconosce;

dopo il lungo e difficile periodo di restrizioni e sofferenze legato alla pandemia, i cittadini cremonesi troveranno nella loro bandiera un simbolo di identità, di orgoglio e di rinascita;

il Regolamento comunale è attualmente in fase di aggiornamento.

 

Si impegnano la Presidenza del Consiglio, il Sindaco e la Giunta

ad avviare il processo di inserimento nel Regolamento comunale dei necessari articoli relativi all’istituzione di una bandiera cittadina, che rispecchi le evidenze e le testimonianza storiche relative alla città, anche attraverso eventuali audizioni in commissione cultura, allargata al Presidente del Consiglio comunale e ai soggetti interessati (proponenti Lega Giovani Cremona).

 

Dopo l'illustrazione della mozione da parte di Simona Sommi sono intervenuti i consiglieri Alessandro Fanti (Lega – Lega Lombarda), Roberto Poli (Partito Democratico) ed Enrico Manfredini (Fare Nuova la Città – Cremona Attiva). Per la Giunta è intervenuto l'Assessore Luca Burgazzi che ha dato la piena disponibilità evidenziando la necessità di recuperare anche quanto contenuto nella collana, curata dal prof. Giorgio Chittolini, sulla Storia di Cremona. Il Presidente del Consiglio Paolo Carletti ha quindi riassunto i passaggi di carattere procedurale necessari perché il Comune di Cremona possa avere una propria bandiera che viene poi concessa su decisione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

Messa ai voti, la mozione è stata approvata all'unanimità.

 

Mozione presentata in data 8 aprile 2021 dal capogruppo del Gruppo consiliare Fratelli d’Italia Marcello Ventura sull’infermiere di famiglia e di comunità.

 

Richiamati:

il recente DL n. 34/2020, art. 1 c. 5, convertito in L. 17 luglio 2020, n.77, dispone l'introduzione dell'infermiere di famiglia o di comunità {IFeC), al fine di rafforzare i servizi infermieristici, per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARSCoV-2 identificati come affetti da COVID-19;

la DGR n. 3377 del 14/07/2020 delibera in capo al le ASST il finanziamento attinente l'istituzione di questa nuova figura professionale evidenziando in pratica, l'arruolamento di tale personale da parte dell' ASST (Rete Territoriale) e di conseguenza la relativa gestione, orientamento poi confermato dalla successiva DGR n.3525 del 05/08/2020.

 

Premesso che:

tale misura si colloca all'interno del più ampio intervento in cui le Regioni e le Province Autonome attivano misure per garantire il massimo livello di assistenza, compatibile con le

 

esigenze di sanità pubblica e di sicurezza delle cure, in favore dei soggetti contagiati identificati nonché di tutte le persone fragili e dei soggetti affetti, da malattie croniche, disabili, con disturbi mentali, con dipendenze patologiche, non autosufficienti, con bisogni di cure palliative, di terapia del dolore e in generale, per le situazioni di fragilità tutelate ai sensi del DPCM 12 gennaio 2017 «Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all 'articolo 1, comma 7,del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502»;

la riorganizzazione della Medicina e Pediatria di Famiglia, al pari di altri ambiti di assistenza, pertanto non può prescindere dall'operare in collaborazione con profili professionali, quali quello dell’IFeC (Infermiere di Famiglia e Comunità), al fine di garantire un'adeguata assistenza in un contesto che già da molti anni fa osservare un incremento dei bisogni in questa direzione.

L'IFeC deve diventare un riferimento riconoscibile e raggiungibile liberamente sia dalla suddetta popolazione di riferimento, ma anche dai MMG (Medici di Medicina Generale) e PLS (Pediatri di Libera Scelta) che hanno in carico quella stessa popolazione;

in merito alle funzioni e forme d'integrazione, la DGR n. 2672 del 16/12/2019 aveva previsto la declinazione del progetto di avvio del servizio da parte del tavolo tecnico istituto con decreto della Direzione Generale Welfare n. 19190 del 19/12/2018. Il contagio ha impedito la realizzazione di tale sperimentazione contemplata per il secondo semestre 2020;

in attesa che Regione definisca, d'intesa con il Comitato Regionale, il sistema di relazioni tra i soggetti interessati, l’ATS Val Padana, nella funzione di governo del sistema, al fine di dar corso senza ritardo al servizio ed evitando forme di sovrapposizione con altre tipologie di offerta e considerate le strette relazioni con i Medici di Medicina Generale dei quali ne governa le attività, individua possibili modelli di assistenza territoriale proposte per l'Infermiere di famiglia/comunità;

l’ASST di Cremona ha previsto, in ottemperanza e nel rispetto delle indicazioni regionali per quanto concerne il rapporto stabilito di massimo 8 unità ogni 50.000 abitanti, l'introduzione graduale di questa nuova figura professionale in due distinte fasi:

- FASE Emergenziale (attuale)

- FASE a Regime a partire indicativamente dal mese di aprile 2021;

come da DGR n. 3377 del 14 luglio 2020, il fabbisogno stimato per l'ASST di Cremona è di 31 professionisti così suddivisi in relazione al numero di abitanti e di fabbisogni rilevati:

Presidio Ospedaliero Cremona: 25 infermieri

Presidi Ospedaliero Oglio Po 6 infermieri;

dal 12 gennaio 2021 è difatti già attiva la Centrale Operativa degli IfeC presso la sede di via S. M. Betlem a Cremona dal lunedì al sabato dalle ore 7.30 alle ore 19.30, e dalle 8 alle 20 di domenica e festivi un servizio di pronta disponibilità;

il modello proposto ha come obiettivo quello di introdurre un “Modello assistenziale infermieristico” orientato all'individuo, alla sua famiglia e alla comunità capace di garantire:

l'intercettazione proattiva della domanda di salute dei cittadini e la e la rilevazione dei bisogni sociosanitari al domicilio;

una risposta tempestiva, in collaborazione con tutti professionisti delle cure e dell'assistenza, ai bisogni della popolazione;

la prossimità territoriale e l'integrazione tra tutti servizi della rete territoriale ed ospedaliera;

la continuità delle cure e dell'assistenza nel passaggio tra i diversi setting assistenziali, con l'obiettivo di favorire e potenziare il setting domiciliare;

la sorveglianza domiciliare e la presa in carico della persona e della famiglia in condizioni di fragilità in collaborazione con tutta la rete dei servizi;

la presa in carico sul territorio in collaborazione con i Case manager territoriali e gli

 

enti erogatori sociosanitari, dei soggetti infettati da SARS-CoV-2 identificati come affetti da COVID-19e/o con altre patologie di infezioni a carattere epidemico e/o pandemico

la presa in carico e/o continuità assistenziale sul territorio di persone fragili e dei soggetti affetti, da malattie croniche, disabili, con disturbi mentali, con dipendenze patologiche, non autosufficienti, con bisogni di cure palliative, di terapia del dolore, e in generale per le situazioni di fragilità in sinergia con tutti i professionisti territoriali;

L' IFeC opera sul territorio di competenza, in relazione ai modelli organizzativi regionali in stretta integrazione con tutti i professionisti garantendo l'integrazione sanitaria e sociale dei servizi;

attraverso il lavoro di rete, l'infermiere di comunità assieme agli altri professionisti (MMG,

assistente sociale, ecc), coglie le risorse, le potenzialità del paziente, della famiglia, e dei servizi istituzionali sanitari e sociali, e ponendo al centro la persona con i suoi reali bisogni, mette in rete tutte le forze, i mezzi, le strategie necessarie per offrire una risposta il più possibile vicina alle reali necessità del paziente stesso. Così facendo il paziente, le persone significative per lui e tutti i professionisti riflettono e cercano insieme le giuste soluzioni per quella data situazione. L'infermiere di famiglia e comunità, pertanto, attraverso la prossimità, la proattività e l'approccio multiprofessionale, promuove un'assistenza di natura preventiva, curativa, riabilitativa e palliativa differenziata per bisogno e fascia di età, attraverso interventi orientati a garantire risposte eque a bisogni di salute della persona, della sua famiglia e della popolazione di uno specifico ambito territoriale di riferimento;

sono molteplici, dunque, gli attori ed i setting di cura con cui l'infermiere di famiglia e comunità può interfacciarsi, in particolare: medici di Medicina Generali, Pediatri di Libera Scelta, specialisti ospedalieri, USCA, equipe di valutazione multidimensionale, erogatori ADI- ADI COVID, Cooperative di MMG con sperimentazioni attive, strutture di ricovero e cura e relative centrali per la continuità assistenziale, dimissioni protette, strutture residenziali e semi-residenziali per anziani e disabili, servizi territoriali ASST (protesica, U.O fragilità, centro vaccinazioni, consultori e cure primarie, servizi dipendenze, NPI e salute mentale, ufficio di protezione giuridica, centri servizi), Servizi Sociali ospedalieri e territoriali, farmacie, scuole, associazioni di volontariato.

 

Posto che:

in relazione al contesto di riferimento, l'IFeC agisce pienamente il proprio ruolo solo se inserito in un contesto organizzato di servizi interconnessi tra loro, al fine di garantire risposte adeguate a bisogni di salute ed assistenziali sempre più complessi;

la presa in carico da parte di questo professionista è orientata prevalentemente alla cronicità e alla fragilità in genere, quindi si muove verso una dimensione di complessità che necessita di approcci assistenziali integrati, multiprofessionali e multispecialistici, nei quali il ruolo dell'IFeC viene valorizzato sia con riferimento alla dimensione clinica sia, soprattutto, con riferimento alla dimensione relazionale e di empowerment del paziente.

 

Tutto ciò riassunto.

con il presente documento si impegnano il Sindaco di Cremona e l'Assessore alle Politiche Sociali a:

essere garanti di una costante e fattiva collaborazione con I' ASST di Cremona, al fine di una piena attuazione della sperimentazione di cui trattasi, anche attraverso l'organizzazione di incontri di orientamento e formativi in materia, utili alla definizione di accordi procedurali e tecnico operativi che espressamente dettaglino le modalità di attivazione dell'IFeC, con la regia del MMG, nonché i relativi ambiti di intervento e di specifica competenza istituzionale, in un'ottica di continuità

 

assistenziale e di cura della persona fragile;

essere garanti affinché l'IFeC si connoti come un elemento strategico del welfare comunitario generativo, in una logica di “cure di comunità”, in cui istituzioni e società civile si incontrano creativamente e collaborativamente per sostenere chi si trova in situazioni fragilità e bisogno.

a coinvolgere il Presidente dell'Azienda Sociale Cremonese ed i Comuni dell'Ambito del Cremonese nell'essere garanti.

 

Dopo l'illustrazione della mozione da parte del proponente e l'intervento del consigliere Roberto Poli (Partito Democratico), a nome della Giunta ha preso la parola l'Assessore alle Politiche Sociali Rosita Viola che ha fornito alcuni numeri riguardanti la figura dell'infermiere di famiglia a Cremona e sul territorio, nonché informazioni sul ruolo che svolge così come forniti dall'ATS Val Padana.

 

Messa ai voti, la mozione è stata approvata all'unanimità.

 

Il Presidente del Consiglio Comunale Paolo Carletti ha detto che i due ordini del giorno sotto riportati sarebbero stati trattati congiuntamente. Ha preso quindi la parola il consigliere Roberto Poli (Partito Democratico) dando la disponibilità a pervenire, a seguito di un approfondimento in sede istituzionale, ad un documento unitario considerato che i contenuti dei due ordini del giorno hanno la medesima finalità. A sua volta il consigliere Carlo Malvezzi (Forza Italia), parlando a nome dei firmatari dell'altro ordine del giorno, si è detto disponibile al confronto e pertanto verrà predisposto quanto prima un documento unitario da sottoporre al Consiglio Comunale vista l'importanza per l'intera comunità dell'argomento trattato.

 

Ordine del giorno presentato in data 30 maggio 2022 da consiglieri comunali vari (primo firmatario Roberto Poli) sul potenziamento del sistema sociosanitario cremonese e realizzazione di un DEA di II livello.

 

Ordine del giorno presentato in data 31 maggio 2022 da consiglieri comunali vari (primo firmatario Alessandro Zagni) a sostegno al progetto del nuovo ospedale.

 

Ordine del giorno presentato in data 14 marzo 2022 da consiglieri comunali vari (primo firmatario Franca Zucchetti) sui problemi di sicurezza e di affidabilità dei treni in Lombardia.

 

Appreso che:

la Conferenza delle Donne Democratiche di Cremona ha espresso forti preoccupazioni relativamente al tema della sicurezza a bordo dei treni regionali, in particolare per le donne, con riferimento al fatto che, nel mese dello scorso dicembre 2021, su un treno in esercizio presso la tratta Milano Cadorna - Varese e presso la stazione di Venegono (VA), si verificavano due episodi di violenza sessuale di gruppo ai danni di due ragazze di 21 e 22 anni, definiti dalla Procura della Repubblica di Varese “fatti di estrema gravità ed allarme sociale”.

 

Considerato che:

tali aggressioni si inseriscono in un contesto di frequenti gravi violenze, anche di gruppo, nei confronti delle donne, di cui la cronaca ci è spesso triste testimone (si ricordino ad es. i

 

recenti fatti degli stupri di gruppo, avvenuti durante le Feste della fine dell'anno a Milano, l'increscioso episodio di mancanza di rispetto, ai danni di una cronista, pubblicamente manifestato in diretta TV al termine di una partita di calcio, per non dire dei ripetuti femminicidi spesso perpetrati ad opera dei partner)

 

e che:

per le donne, il problema della sicurezza permane tanto urgente quanto irrisolto dalla normativa vigente, anche perché il contesto culturale, nel suo complesso, risulta purtroppo ancora radicato a modelli di comportamento incivili;

 

e considerato, quindi, che:

almeno nei luoghi pubblici è possibile operare controlli più efficaci e che, nella fattispecie, i treni dovrebbero costituire un mezzo di trasporto sicuro per tutti e per le donne in particolare.

 

Sottolineato che:

in riferimento al servizio ferroviario lombardo, oltre ai problemi sopra evidenziati di sicurezza per le donne con mancato o carente presidio delle stazioni e dei convogli, si verificano continuamente criticità relative alle condizioni di trasporto dei passeggeri, con costanti ritardi e cancellazioni di treni, a causa della vetustà o pericolosa scarsa manutenzione del materiale rotabile (per tutti , si ricordi l'incidente di Pioltello del 2018), e si segnalano pessime condizioni relative al decoro, alla pulizia e al malfunzionamento degli impianti di climatizzazione;

 

In conclusione, si evidenzia che:

i disagi, dovuti all'emergenza sanitaria tuttora in corso, e al contesto generale quotidiano di disservizi e ai fenomeni criminali sopraddetti, restituiscono un quadro di particolare criticità delle condizioni dell'utenza e dei lavoratori del servizio ferroviario regionale

 

e, ritenendo, inoltre, che:

le recenti promesse di fornire i nuovi treni Donizetti da parte di Trenord sulla linea Mantova-Cremona-Milano sono avvenute solo dopo le proteste dei Comitati dei pendolari e le prese di posizione politiche delle forze di opposizione in Regione Lombardia e che non costituiscano sufficiente garanzia, se non suffragate dai fatti

 

Tenendo conto anche che:

il 9 dicembre 2021 si è tenuto un incontro a Cremona tra l'Amministrazione Comunale, il Presidente della Provincia, l'assessore regionale Claudia Terzi, l'amministratore delegato di Trenord Marco Piuri, l'ing. Frignola di RFI e alla presenza anche del Comitato Pendolari, nel corso del quale si sono rappresentate da parte del territorio le problematiche della sicurezza e dell'inefficienza dei trasporti e sono stati illustrati i passaggi da parte di Regione e Trenord rispetto al rinnovo di materiale rotabile, il problema dei passaggi a livello e alcuni punti di attenzione.

 

Chiediamo al Sindaco e alla Giunta Comunale

di proseguire l'attivazione presso Regione Lombardia e Trenord nel rappresentare le criticità del servizio ferroviario nel nostro territorio, con la richiesta di organizzare una presenza più sistematica di controlli da parte del personale ferroviario e dispositivi congrui sulle linee ferroviarie interessate soprattutto nelle ore serali al fine di poter garantire a tutte le pendolari un utilizzo dei servizi di trasporto in sicurezza.

 

 

Illustrato dalla prima firmataria, la consigliera Franca Zucchetti (Partito Democratico), è seguito il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona Energia Civile), Stella Bellini (Partito Democratico), Simona Sommi (Lega – Lega Lombarda), Roberto Poli (Partito Democratico), Enrico Manfredini (Fare Nuova la Città – Cremona Attiva), Luca Nolli (Movimento 5 Stelle), Carlo Malvezzi (Forza Italia) e Alessandro Fanti (Lega – Lega Lombarda). A nome della Giunta è intervenuta l'Assessore Simona Pasquali che, tra l'altro, ha dichiarato che il problema è particolarmente attenzionato sia da parte del Comune che della Provincia, è inoltre previsto l'arrivo di nuovi convogli sulle linee Cremona-Treviglio e Cremona-Brescia. Per quanto il raddoppio ferroviario della Cremona-Mantova c'è il commissario che se ne sta occupando ed è stato già progettato e sarà sicuramente finanziato anche il secondo tratto. Si sta lavorando inoltre con RFI per la soppressione dei passaggi a livello di Cavatigozzi e Malagnino. Si sta quindi di mettere in piedi un collegamento ferroviario Brescia – Cremona-Piacenza. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale a Cremona si sta completando la gara per l'acquisto di autobus elettrici, mentre non è possibile estendere il trasporto alle ore notturne in quanto non vi sono al momento i fondi necessari, né a livello regionale, né a livello statale. I lavori alla stazione ferroviaria, così come comunicato al Comune, dovrebbero terminare entro giugno e si è in contatto con Rfi per potenziare lo spazio dedicato al parcheggio delle biciclette.

 

La mozione è stata infine approvata: 18 a favore e 6 astenuti.

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