Sacrificare i kurdi per rafforzare la Nato. E' questa l'idea di diritto che hanno i nostri governanti?
Il Presidente del Consiglio Draghi torna dalla riunione NATO esaltandone il successo e dichiarando che “l'Italia appoggia con convinzione la decisione della Finlandia e della Svezia, che già cooperano strettamente con la Nato, della quale condividono i valori fondanti”. Alla domanda che ne pensa del rapporto tra Erdogan e i kurdi, Draghi ha risposto "Chiedetelo a loro!".
Il fatto è che per ottenere il via libera della Turchia all'ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia si è deciso di cedere al ricatto di Erdogan che ha chiesto la complicità dei Governi di questi Paesi europei nel poter perseguire la repressione dei kurdi da loro ospitati. Erdogan ha preteso uno specifico accordo sottoscritto e Finlandia e Svezia l'hanno firmato, col benestare di tutti i Paesi membri della Nato, Italia compresa. Se questi sono i valori condivisi da Draghi, è bene chiedere quale regressione etica e politica stia capitando se Erdogan definito "dittatore" da Draghi solo un anno fa, adesso viene rivalutato da tutta l'Europa come mediatore possibile verso la Russia e addirittura risulti decisivo per l'allargamento della Nato e considerato paladino dei valori dell'Occidente. Proprio Erdogan, ambiguo con l'Isis, massacratore dei curdi, invasore della Siria e dell'Iraq. Per la rimozione del veto turco all’allargamento della Nato, ecco il punto 8 del memorandum firmato da Svezia, Finlandia e Turchia in cui si prevede che, a richiesta della Turchia, vengano estradati i membri del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) e degli appartenenti all’Ypg che hanno sconfitto l’ISIS e rappresentano nel Rojava forse il più importante esperimento laico, multietnico e multireligioso non solo del Medio Oriente
Marco Pezzoni (cremona)