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Salute e sicurezza Lombardia in piazza: basta morti sul lavoro

Al presidio di Cgil, Cisl e Uil a Milano hanno partecipato oltre 500 persone. Tra queste i genitori di Gabriele Di Guida, morto in fabbrica a 25 anni. Una delegazione ricevuta dall'assessore al Welfare Gallera: "Bisogna prevedere risorse aggiuntive"

| Scritto da Redazione
Salute e sicurezza Lombardia in piazza: basta morti sul lavoro

Salute e sicurezza Lombardia in piazza: basta morti sul lavoro

Al presidio di Cgil, Cisl e Uil a Milano hanno partecipato oltre 500 persone. Tra queste i genitori di Gabriele Di Guida, morto in fabbrica a 25 anni. Una delegazione ricevuta dall'assessore al Welfare Gallera: "Bisogna prevedere risorse aggiuntive"

Si è svolto  il  17 aprile a Milano il presidio di Cgil, Cisl e Uil davanti a Regione Lombardia, a cui hanno partecipato oltre 500 persone. I lavoratori e i loro rappresentanti Rls hanno dato vita a un flash mob in cui si sono ricordate le 14 vittime in occasione di lavoro, censite dal registro regionale Ats. Tra i presenti all’iniziativa i genitori del giovane Gabriele Di Guida, morto a soli 25 anni in un’azienda metalmeccanica di Sulbiate in un tragico incidente lo scorso 10 aprile. Lo riferiscono gli stessi sindacati.

A seguito del presidio, una delegazione è stata ricevuta dall'assessore al Welfare Giulio Gallera a cui sono state sottoposte le richieste di rafforzare l'impegno di Regione Lombardia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. "In particolare - raccontano le sigle -, è stato chiesto che anche gli introiti delle sanzioni incassate nel 2018 per violazioni antinfortunistiche siano destinati al piano straordinario che la Regione ha attivato nel 2018 per rafforzare i servizi ispettivi, e conseguentemente i controlli alle aziende, e sviluppare i piani mirati per la prevenzione con specifiche azioni anche da individuare a livello territoriale".

Inoltre, sempre in materia di salute nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita, "abbiamo chiesto a Regione Lombardia l'aggiornamento del piano regionale amianto fatto nel 2005, tema sul quale non abbiamo mai avuto risposta, al fine di rilanciare le azioni di bonifica e smaltimento amianto e rafforzare la sorveglianza sanitaria sulle patologie asbesto correlate di cui è atteso un picco nei prossimi anni".

Stante il percorso avviato di stesura del piano quinquennale salute e sicurezza 2019-2023, poi, "abbiamo chiesto a Regione Lombardia di assicurarne una definizione capace di produrre migliori politiche di prevenzione e tutela della salute del lavoro, stabilizzando gli organici destinati a garantire i servizi ispettivi, costruendo le linee guida e le direttive in materia di salute e sicurezza anche per i rischi emergenti, risorse adeguate per affrontare le sfide di questa fase straordinaria sia sul piano degli accadimenti infortunistici sia rispetto alle modifiche in atto nell'organizzazione del lavoro".

Il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere un aspetto integrante della strategia aziendale, secondo i sindacati, diventando un elemento strutturale della competitività d’impresa. Nel confronto avvenuto l'assessore ha confermato l'impegno di Regione Lombardia per la destinazione delle risorse al Piano straordinario, oltre a controlli sugli enti di formazione e al miglioramento dell'attività formativa rivolta alla prevenzione.

L'assessore, pur condividendo la valutazione dell’urgenza di un impegno straordinario per contrastare l'evoluzione dell’andamento infortunistico, sollecitando il governo a stabilizzare le risorse di bilancio anche destinandole a un incremento degli organici rispetto a quelle attuali, si è impegnato, per Regione Lombardia, a destinare le sole risorse ordinarie provenienti dai proventi delle sanzioni Ats. Così i sindacati: "Continuiamo a ritenere che debbano essere stanziate adeguate risorse aggiuntive per sostenere il sistema della prevenzione regionale. Regione Lombardia definirà a breve e porterà all'esame delle parti sociali un’ipotesi di delibera che andrà a integrare quella precedente del piano straordinario con interventi nel campo della prevenzione, come per i piani mirati di prevenzione che le Ats stanno definendo".

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