Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 10.48

Sangalli: "se muore un pezzo di economia, muore il Paese"

| Scritto da Redazione
Sangalli:

Il presidente di turno di Rete Imprese Italia ha presentato la Giornata di mobilitazione del 28 gennaio. "Il nostro sistema di imprese non ci sta più a essere considerato marginale, chiediamo di essere ascoltati".
Il 2012 sarà ricordato nella storia come un "annus horribilis" nella storia dell'economia italiana per quanto riguarda l'andamento di redditi e consumi. E' quanto emerge dai numeri illustrati da Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi Confcommercio, in occasione della conferenza stampa convocata da Rete Imprese Italia per illustrare la Giornata di mobilitazione nazionale del 28 gennaio prossimo. L'anno scorso, infatti, i consumi hanno subito una flessione reale pro-capite del 4,4%, mentre il reddito disponibile reale pro-capite è sceso del 4,8% rispetto al 2011. In numeri, nel 2012 i consumi reali pro-capite 2012 sono ammontati a 15.920 euro a fronte dei 16.654 euro del 2011 mentre il reddito disponibile reale pro-capite è stato pari a 17.337 euro contro 18.216 euro. Si tratta, peraltro, di uno scenario negativo che continuerà anche nel 2013, con un'ulteriore flessione per i consumi reali pro-capite dell'1,4% che li riporterà indietro di 15 anni: per ritrovare un dato analogo bisogna infatti tornare al 1998. In flessione anche il reddito disponibile reale pro-capite, che nel 2013 sarà pari a 16.955 euro contro i 17.337 euro del 2012. In questo caso la "marcia indietro" è di ben 27 anni.
"E' una conferma della drammaticità,della profondità e della durata della crisi in cui si trova ancora il nostro Paese. Una crisi che viene da lontano e rispetto alla quale ancora non si riesce a scorgere l'uscita dal tunnel. Una crisi che ha colpito e che continua a colpire, indistintamente, tutti i settori e tutti i territori senza fare sconti a nessuno. Una crisi che si è abbattuta soprattutto su quell'Italia produttiva dell'economia dei servizi di mercato, del terziario, dell'artigianato e dell'impresa diffusa che, vivendo prevalentemente di domanda interna, sta pagando il conto più salato". Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha commentato i dati dell'indagine di Rete Imprese Italia. Ed ha ribadito che "le imprese che noi rappresentiamo sono il luogo dove si crea ricchezza e nuova occupazione anche in tempi di crisi: se questo luogo viene indebolito o distrutto, insieme vengono meno anche le prospettive di crescita per il Paese". Per Sangalli, insomma, "insieme a un pezzo di economia che muore, muore anche il Paese". La realtà di tutti i giorni parla di un sistema di imprese che continua a rimanere sull'orlo del baratro "grazie" a una pressione fiscale di oltre il 56% per i contribuenti in regola, una burocrazia che richiede ad ogni impresa 120 adempimenti fiscali e amministrativi all'anno e un sistema del credito che nell'ultimo anno ha ridotto di 32 miliardi l'erogazione di finanziamenti alle aziende: "occorre reagire per evitare di continuare ad avvitarci in questa perniciosa spirale recessiva e tornare a crescere il più velocemente possibile". E' per questo che le imprese dell'artigianato, del commercio, del turismo, dei servizi, della logistica e le piccole imprese del manifatturiero e delle costruzioni hanno deciso una mobilitazione nazionale con l'obiettivo di "invitare, persuadere, costringere la politica a fare una riflessione vera, nuova, moderna sul ruolo che le imprese che si riconoscono in Rete Imprese Italia possono avere per la ripartenza della nostra economia". Questo sistema di imprese, ha quindi sottolineato Sangalli, "non ci sta più a essere considerato marginale.
Il messaggio alla politica e alla prossima legislatura che il 28 gennaio partirà chiaro e forte da tutta Italia è ripartire dalle imprese legate al territorio, cioè da quel tessuto produttivo che, nonostante tutto, non si rassegna, non vuole tirare i remi in barca, si è messo in discussione e ha saputo innovare". Lunedì prossimo le associazioni aderenti a Rete Imprese Italia organizzeranno su tutto il territorio nazionale iniziative di vario tipo (dalla convocazione degli organi - consigli, assemblee aperte con la partecipazione di imprenditori, politici e amministratori locali, candidati alle elezioni - fino a vere e proprie manifestazioni pubbliche e in piazza per sottolineare la sofferenza delle imprese) e verrà reso pubblico un documento con un contributo di proposte per la prossima legislatura ("l'Italia - ha detto Sangalli - ha persone e imprese straordinarie per tornare a crescere, ma serve un governo che lo voglia fortemente e subito, perché il tempo è già scaduto. Chiediamo, di riaprire una nuova stagione di dialogo che metta al centro della politica economica della prossima legislatura, chiunque governi, le istanze di questo sistema di imprese. Chiediamo di essere ascoltati"). Dopo un rinnovato appello alla "comune responsabilità repubblicana di politica e imprenditoria", il presidente di Confcommercio ha concluso sottolineando che "se vogliamo far rientrare l'allarme rosso del 2013 non possiamo aspettare la crescita ma dobbiamo costruirla da subito tutti insieme".

 

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