Sabato, 04 maggio 2024 - ore 08.07

Scandalo banche in default Non è Cantone che risolve il problema . G.Andreassi (Cremona)

Pur riconoscendo i meriti e le capacità di Cantone, ho sempre avuto perplessità sulla moda di sbandierarlo come un salvatore della patria.

| Scritto da Redazione
Scandalo banche in default Non è Cantone che risolve il problema . G.Andreassi (Cremona)

Egregio direttore, di fronte allo scandalo (non saprei come altrimenti definirlo) delle banche in default salvate dal Governo e di fronte alle protesta dei risparmiatori raggirati, il nostro Presidente del Consiglio ha ben pensato di usare il nome di Raffaele Cantone e il ruolo dell'autorità anticorruzione per dare un segnale di ‘buona politica’ agli italiani. Pur riconoscendo i meriti e le capacità di Cantone, ho sempre avuto perplessità sulla moda di sbandierarlo come un salvatore della patria. Matteo Renzi vuole rassicurare i risparmiatori che hanno acquistato le obbligazioni subordinate affidando all'autorità anticorruzione gli arbitrati che dovranno stabilire gli eventuali, e sottolineiamo eventuali, risarcimenti ai risparmiatori/investitori buggerati. Evidentemente l'opinione pubblica spesso ignora che l'arbitrato è una forma di giustizia ‘privatizzata’ che, pur distinguendosi per la celerità e snellezza dei procedimenti, non sempre offre le stesse garanzie di imparzialità e professionalità della giustizia ordinaria. La sparata di Matteo Renzi si presta a critiche fin troppo facili se si pensa che la soluzione dell'arbitrato richiede, di norma, il consenso delle parti. Cosa accade se un risparmiatore preferisce andare in tribunale anziché da un arbitro? Renzi esclude a priori che i risparmiatori siano vittime di truffe in senso penale? Come fa a distogliere le vittime delle truffe dalla tutela del giudice naturale precostituito per legge (art. 24 Cost.)? Se invece non ci sono stati reati a che titolo se ne occupa l'autorità anticorruzione? Allora vuol dire che la Consob e la Banca d'Italia sono piene di funzionari inefficienti e disonesti? Oppure dobbiamo pensare che il mondo bancario sia afflitto dalla corruzione nella stessa misura in cui la pubblica amministrazione è inquinata dalla corruzione in Italia? Un altro aspetto da tener presente è che quando gli arbitri emettono il cosiddetto lodo arbitrale (l'equivalente della sentenza del giudice statale) di norma si auto liquidano i loro compensi e stabiliscono quale delle parti in causa li debba pagare. Quindi i risparmiatori rischiano di dover pagare i propri avvocati e, se la causa va male, anche gli arbitri. In tempi recenti alcune inchieste giornalistiche, a cominciare da quelle dei benemeriti Sergio Rizzo e Gianantonio Stella, hanno evidenziato che nell'arbitrato delle opere pubbliche la pubblica Amministrazione, chissà perché, perde sempre, anche quando a decidere sono magistrati amministrativi di alto prestigio. Interpellato sull'argomento l'ex numero uno della giustizia amministrativa, Pasquale De Lise, oggi in pensione, si vantò pubblicamente dei soldi che quadagnava con gli arbitrati in aggiunta, si badi bene, e non in sostituzione alla sua retribuzione di consigliere di Stato. Ecco perché quando parlano di arbitrato i politici corrono il rischio calcolato o di non sapere di cosa parlano o di parlare di qualcosa che l’opinione pubblica non conosce. 

G. Andreassi (Cremona)

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