Il quotidiano economico Hospodarske Noviny ha fatto ieri un quadro della situazione dei richiedenti asilo in Slovacchia, anche in confronto alle condizioni offerte da altri paesi confinanti. Il giornale scrive che chiedere asilo in Slovacchia significa da parte dei migranti abbassare al minimo le proprie aspettative: i rifugiati che sono in attesa di asilo in questo paese si mettono in tasca la cifra di 43 centesimi al giorno, una somma che non basta, si legge, nemmeno per una confezione di biscotti. Un mensile di 13 euro a testa, 52 per una famiglia con due genitori e due bambini. Eppure queste persone, come avviene in altri paesi dell’UE (ad esempio in Repubblica Ceca), per espressa decisione del legislatore non possono lavorare, e quindi non sono in grado di guadagnarsi da vivere, per un anno (mentre in Germania sono solo 3 mesi e in Svezia non c’è alcun limite). Sono dunque completamente dipendenti dall’aiuto dello Stato. Le persone che hanno questo status in Slovacchia sono in questo momento appena 109.
In Repubblica Ceca un rifugiato ha diritto a una ‘paghetta’ giornaliera di circa 1,1 euro al giorno, che fanno circa 33 euro al mese a persona, due volte e mezzo la Slovacchia. In Germania si arriva a 143 euro al mese, mentre l’Italia concede la metà, 75 euro, 2 euro e 50 centesimi al giorno.
A parte la paga, i richiedenti asilo hanno comunque diritto in base alla Convenzione di Dublino (che anche la Slovacchia ha firmato) all’assistenza sanitaria e all’alloggio, oltre a pasti per un budget giornaliero in Slovacchia di 8 euro e 70. Si arriva nel complesso a una somma di spesa per ogni rifugiato intorno ai mille euro. Soldi che sarebbero coperti in gran parte o completamente dall’Unione europea in base alla nuova proposta della Commissione UE fatta ieri. Il presidente Juncker prevede per gli stati membri un allocamento di 6.000 euro a rifugiato, una somma che in Slovacchia basterebbe per sei mesi, un periodo che è pari alla durata standard della procedura di asilo.
Fonte: Buongiorno Slovacchia