Inizialmente adottato come misura di emergenza per permettere alle imprese di continuare a lavorare in una situazione di difficoltà globale, lo smart working è in questi ultimi anni diventato sempre più uno strumento apprezzato da aziende e lavoratori per le importanti opportunità offerte in termini di flessibilità e produttività. Cosa è cambiato dunque nell'ultimo biennio?
L'uso del digitale nel mondo del lavoro
L'utilizzo dei sistemi digitali è oggi una delle grandi novità del mondo del lavoro, una soluzione che ha permesso di semplificare e velocizzare molte attività favorendo migliori risultati a tutti i livelli. Parlare di digitale nelle aziende, però, non significa più soltanto fare riferimento all'uso di internet o di software avanzati per gestire il lavoro all'interno dei vari reparti e uffici, ma anche sfruttare queste tecnologie per portare le attività all'esterno e cambiare radicalmente i modelli organizzativi finora adottati.
Lo smart working si è affermato proprio partendo da questo presupposto, favorito soprattutto da una situazione mondiale che ha accelerato un processo già in corso in diverse nazioni trasformandolo in una realtà consolidata e apprezzata per i suoi numerosi vantaggi. Nello specifico, quando si parla di smart working si fa riferimento a quella filosofia organizzativa che fa uscire il lavoro dagli uffici per renderlo più flessibile e gestibile in piena autonomia, garantendo al dipendente anche un migliore equilibrio tra vita professionale e privata. A permettere il ricorso al lavoro agile è la disponibilità di soluzioni avanzate ed efficienti come sistemi di condivisione e streaming, con quest'ultimo già ampiamente adottato per esempio dalle piattaforme di videogiochi, a partire da Arcadia fino a quelle piu classiche come di Betway Casino Online, o su quelle dedicate ai prodotti audiovisivi come Prime Video e Disney+, che mettono in condizione i lavoratori di continuare a svolgere le proprie attività in qualunque luogo e di non perdere il contatto in tempo reale con colleghi e altre persone.
Spinto dalla necessità di ridurre le presenze fisiche nelle aziende, lo smart working si è radicato in tante realtà italiane, incluse quelle di piccole e medie dimensioni: ma qual è il trend di questi ultimi mesi?
Smart working in leggero calo, crescono i modelli ibridi
Il boom dello smart working visto nell'ultimo biennio è andato incontro inevitabilmente a una fase di stallo e di lieve calo, dovuta al ritorno di molti lavoratori nelle proprie sedi abituali, tuttavia il fenomeno non può dirsi in crisi se consideriamo che questa modalità resta ampiamente utilizzata in tantissime imprese anche se in combinazione con la presenza fisica negli uffici.
Se nel primo trimestre del 2021 si stimava che i dipendenti in smart working fossero quasi 5,4 milioni in tutta Italia, nei mesi successivi si è visto un graduale calo di questo numero, fino ai circa 4 milioni di smart worker di fine anno. Visto così il trend può sembrare negativo ma in realtà si tratta di un naturale assestamento, che ha portato lavoro agile e in presenza ad amalgamarsi sempre di più favorendo modelli cosiddetti "ibridi" in cui si alternano giorni di lavoro a distanza con altri in sede.
Più che una "crisi" dello smart working, ciò evidenzia come le imprese che si sono trovate ad adottarlo per necessità hanno successivamente scelto di non rinunciarvi, riorganizzando spazi e modalità di lavoro in modo tale da creare un contesto più dinamico.
Tra i dati più interessanti registrati dagli analisti a due anni dal boom dello smart working, vi è sicuramente una generale soddisfazione di aziende e dipendenti in termini di motivazione, produttività e work life balance, come si legge anche nel blog Sodexo. Sia nelle imprese private, soprattutto se di grandi dimensioni, che negli enti pubblici, infatti, l'impatto sembra essere stato più che positivo con un miglioramento dell'efficienza complessiva.
I vantaggi hanno riguardato in particolare la riduzione dei costi, la gestione del tempo libero e, di conseguenza, l'equilibrio tra vita privata e professionale, tutto senza ricadute in termini di efficacia ed efficienza, tuttavia non mancano punti deboli evidenziati dagli interessati, in particolare per ciò che riguarda la comunicazione tra colleghi e, in alcuni casi, il rischio di non riuscire a delimitare i tempi di lavoro finendo per sfociare nell'overworking, nello stress dovuto all'eccessivo uso della tecnologia e nelle richieste al di fuori degli orari stabiliti.
Aspetti sicuramente da rivedere, ma che non minano al momento una visione globale molto positiva da prendere come spunto per i prossimi anni.