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Italpig: Export, la grande occasione della salumeria italiana

| Scritto da Redazione
Italpig: Export, la grande occasione della salumeria italiana

Export: la grande occasione della salumeria italiana. Sempre in aumento in quantità (+3,8%) e valore (+7,2%) ma la qualità è una condizione necessaria per dare valore all'intera filiera a partire dagli allevatori.

I numeri elaborati da Assica confermano l'ottimo stato di salute della salumeria nazionale (138.440 tonnellate esportate per un valore di 1,116 miliardi di euro).

Gli spazi per ulteriori miglioramenti ci sono, ma la qualità delle produzioni rimane un nodo cruciale. I principali attori coinvolti (produttori, trasformatori, distributori, consumatori) si confronteranno in una tavola rotonda nell'ambito di Italpig - Rassegna Suinicola di Cremona  (24-27 ottobre 2013).

Cremona, 14 giugno 2013

Aumenti a due cifre nei Paesi extra UE.  In Europa l’incremento non ha superato l’1,3%.

Stati Uniti, Giappone, Canada, Russia e Hong Kong sono  i mercati che hanno determinato questi risultati, quindi Paesi extracomunitari, che complessivamente nel 2012 hanno visto aumentare le quantità importate di salumi italiani del 12,7% pari a un +16,5% di valore. Più contenuto l’aumento incassato in Europa, che si ferma a un modesto +1,3%, segno evidente delle difficoltà economiche in cui il Vecchio Continente, pur con i distinguo del caso, si sta dibattendo.

La salumeria Made in Italy dunque piace sempre di più, soprattutto al di là dell’oceano, dove prosciutti crudi stagionati, prosciutti cotti e mortadelle italiane continuano a incassare il favore di mercati sempre più affascinati dalle nostre produzioni di qualità. Spiccano le percentuali di incremento degli Stati Uniti (+21,5%), del Giappone (+32,4%), della Russia (+33,9%), di Hong Kong (+23,1%), ma anche di un Paese ben più vicino a noi come la Bosnia Erzegovina che nel 2012 ha aumentato le importazioni di salumi italiani del 12,5% in quantità, pari a un +21,5% di valore.

L’export vola ma non compensa le perdite nazionali. Lo afferma il professor Alessandro Olper, secondo il quale le aziende devono sapersi strutturare meglio

“I risultati pur positivi – spiega Alessandro Olper, docente presso il Dipartimento di Economia e Politica Agraria all’Università di Milano – non compensano purtroppo le perdite del mercato nazionale che come tutti sanno vive un periodo di profonda recessione. Ciò detto però, non vi è alcun dubbio che l’export rappresenti per il settore agroalimentare italiano uno sbocco interessante e, se ben sfruttato, una grande occasione di crescita e soprattutto di business”.

Ma come può essere sviluppata questa tendenza, quali sono le strategie da mettere in atto per dare impulso a una voce così importante, oggi ancora di più, dell’economia italiana?

“Credo che il nodo della questione sia racchiuso nella necessità di far crescere le aziende – risponde il docente – e quando parlo di crescita mi riferisco a un sistema ben strutturato in grado di far fronte anche al rischio che, inevitabilmente, le dinamiche legate all’export comportano. Le potenzialità ci sono e l’elevata qualità delle nostre produzioni sono universalmente riconosciute, ma la qualità, da sola, non basta.

 

La filiera si riunisce a Italpig - Rassegna Suinicola di Cremona

Il tema dell'export e della qualità garantita al consumatore italiano e internazionale è uno degli argomenti più attuali del settore perché apre nuove opportunità commerciali per tutta la filiera. Per questo tutti i protagonisti si sono dati appuntamento a Italpig il 24 ottobre 2013 per un confronto aperto e diretto sulla direzione da prendere per valorizzare tutti i segmenti della filiera.

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