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Terapeutica Artistica in mostra al san Domenico di Crema: ‘è l’arte che salva’

Fondazione san Domenico, la Terapeutica Artistica di Brera in mostra da sabato 18 giugno per Laura Tonani: ‘ è l’arte che cura, è l’arte che salva’

| Scritto da Redazione
Terapeutica Artistica in mostra al san Domenico di Crema: ‘è l’arte che salva’ Terapeutica Artistica in mostra al san Domenico di Crema: ‘è l’arte che salva’

“L’obiettivo della mostra Giardini segreti è quello di celebrare la fondatrice Laura Tonani e la sua ricerca artistica, il suo percorso dedito ai temi della natura, del rifiorire anche nell’anima”. L’Artista Terapista cremasca Giuditta Maccalli, usa queste parole per presentare l’esposizione in partenza alla galleria Arteatro dal prossimo 18 giugno fino al 3 luglio a cura del Biennio di secondo livello in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica di Brera. L’esposizione sarà visitabile dal martedì al sabato dalle 16 alle 19 e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Ingresso libero.

Per la Terapeutica Artistica, quello in fondazione, è un gradito ritorno, dopo il difficile periodo del Covid. La prima esposizione a Crema risale al 2015. Come spiega Giuditta Maccalli: “questa è la prima mostra a Crema dopo il Covid, siamo molto felici ed emozionati di riprendere questa preziosa collaborazione con la Fondazione presieduta da Giuseppe Strada”. L’esperienza accademica è nata nel 2004 per volontà di due artiste e docenti Tiziana Tacconi e Laura Tonani impegnate nel sociale in un progetto di Arte Terapeutica. La loro scommessa fu quella di “contribuire alla costruzione di un progetto d’integrazione tra due sguardi, quello psichico e quello artistico, aventi come finalità la comprensione dell’individuo colto nella sua dimensione creativa esistenziale e di attivare atelier sperimentali in quei diversi luoghi di cura come la psichiatria, pediatria, oncologia, geriatria, patologia della gravidanza, carceri”. Lì dove l’arte trova espressione terapeutica nella produzione artistica dell’Opera Condivisa.

L’esposizione ruota attorno ad un’opera principale: i tondi cosmici “ricordano la Terra”. Poi vi sarà spazio per opere di midollino e di argillail focus si sposterà sui materiali, sulla materia. Fino a riflettere sui temi dell’anima, come è più volte avvenuto nel giardino pensato da Laura. La mostra sarà accompagnata da un catalogo che racconterà le cinque esperienze precedenti. Mancheranno per quest’anno alcune performance caratteristiche. Al loro posto ci sarà un video “che racconterà Laura, la sua filosofia, il suo progetto, la sua passione”.

Secondo Tiziana Tacconi, direttrice del biennio in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica, la pratica dell’Opera condivisa si spiega con alcuni termini come co-creazione e condivisione:sono parole che hanno a che fare con pratiche antropologiche. Gruppi di persone, diverse per cultura, appartenenze sociali, geografiche, anche sconosciute e spazialmente disperse, riescono a collaborare realizzando un progetto creativo comune grazie alla forza della condivisione”. L’intento è quello di plasmare quella grande tessitura, metafora di giardini segretiper mantenere con Laura quel filo di memoria che intesse relazioni ed emozioni. Un filo semplice che è un legame, strumento di cambiamento e potenzialità di risorse individuali, capace di creare un’opera condivisa, un mondo nuovo, una meravigliosa tessitura che fiorisce nel giardino della cura. Il filo sottile che tiene insieme due persone, le tiene legate, anche quando sono lontane ma si incontrano nei sogni”.

Per Patrizia Piarulli, in rappresentanza del cda della Fondazione san Domenico “questa è l’arte che cura, è l’arte che salva. Come Fondazione san Domenico siamo molto felici di accogliere di nuovo gli artisti della Terapeutica Artistica di Brera. Il loro è un gradito ritorno dopo lo stop imposto dal Covid. Una collaborazione che si rinsalda e si conferma, sorta nel lontano 2015. Questa mostra unisce arte e cura, talento e creatività, ma, prima di tutto, consente di nuovo alle persone di stare insieme. Dopo un periodo così difficile, in cui siamo stati educati alla distanza, credo che questa iniziativa per la Fondazione e per Crema sia una buona notizia. Sicuramente un’occasione per riflettere una volta di più sull’importanza dei legami, quei fili che non solo resistono, ma a volte nelle difficoltà si fortificano. L’arte che viene messa in mostra è fatta di e da persone che non intendono lasciarsi fermare dagli ostacoli della vita ma che, al contrario, danno forma alla bellezza rielaborando il dolore, insieme. L’iniziativa è linea con le finalità della fondazione: “ci impegniamo sempre per dare risalto ad eventi di grande valenza sociale come questo. Siamo certi che ciascuno di noi abbia bisogno in questo momento di arte e di resilienza, di bellezza e, soprattutto, di condivisione”.

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