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Terremoto, primarie e politica | G.C. Storti

| Scritto da Redazione
Terremoto, primarie e politica | G.C. Storti

Terremoto, primarie e politica
Nei giorni in cui mezza Italia è impegnata ad affrontare i problemi dell’emergenza  terremoto può sembrare cinismo o scarsa attenzione  ai problemi delle popolazioni emiliane  colpite da tale catastrofe  parlare di primarie e politica  ma credo che ci possa stare.
Il PD , che ha inventato le primarie in Italia, spesso è stato vittima di questo meccanismo. I giornali, l’opinione pubblica lo hanno messo più volte alla berlina per le primarie di Milano, Genova e Palermo.
Le primarie, sono un formidabile strumento di partecipazione e coinvolgimento degli elettori ma spesso non risolvono i problemi politici e programmatici veri di un territorio.
Esse debbono divenire invece la via maestra per costruire programmi ed alleanze. I francesi questo l’hanno capito ed hanno compiuto due scelte:
-Il loro candidato è stato scelto esclusivamente  dal  loro elettorato;
-hanno introdotto il ballottaggio fra i primi due piazzati in modo che il candidato ufficiale dei socialisti francesi  ottenesse  almeno il 50% più uno dell’elettorato.
Ora queste due proposte si confrontano anche nel PD.  Non sono però i vertici a stimolare la discussione ma alcuni dirigenti periferici come Civati, Tonini  o Flores d’Arcais.
Si intrecciano però varie motivazioni. C’è chi ritiene che le primarie interne al PD per la scelta del leader possano divenire una sorta di referendum  su Bersani e  le usa in funzione anti  Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà per mettere in discussione “ la foto di Vasto”.
Ricordo infine che Sergio Cofferati, quando  era in procinto di ricandidarsi a sindaco di Bologna, nel pragmatismo  e riformismo che lo ha sempre distinto propose  un modello “ primarie” molto chiaro e preciso:
-prima di tutto le primarie del PD per scegliere il suo candidato ( individuando così leader e politiche) ;
-secondo le primarie di coalizione ( evitando così di mandare al massacro più esponenti dello stesso PD).
Tale proposta, allora molto saggia, non fu accolta nel dal PD ne dalle forze della colazione.. Le cose andarono diversamente ma la questione rimane aperta.
Non mi pare che oggi, nei militanti del PD, vi sia una grande attenzione a questi temi. Sono più alcuni dirigenti periferici, che magari parlano a nome e per conto di qualche leader, che utilizzano la questione per battaglie interne non sempre trasparenti negli obiettivi.
Personalmente ritengo nel merito che fondamentale , per scegliere il leader ( o per le elezioni nazionali o locali) sia assolutamente indispensabile organizzare prima le primarie fra l’elettorato del  PD su liste elettorali serie evitando bagni fratricidi di sangue.
Non è poi detto che servano le primarie di coalizione. Se si dovesse andare ad un meccanismo elettorale simile a quello francese basta far valere la regola “ repubblicana” che è il partito maggiore che esprime il leader questo non per  umiliare SEL ed IDV ma per chiarezza nel rapporto con gli elettori.
Pure loro credo dovranno decidersi di cercare di raccogliere voti e consensi nella vasta prateria dell’elettorato che non vota  più. Se continueremo a  “ rubarci” i voti nel solito pascolo rischiamo di morire affamati.
Spero tanto che i “ padri cremonesi” delle primarie si rimettano in campo in modo tale da riaprire un piacevole e concludente  discussione politica.
Ritornando ai terremotati che attendono risposte concrete non credo che sia indifferente qualsiasi i quadro  politico. Lavoriamo almeno per evitare che la destra riprenda le redini del Governo del paese e/o che metta le mani sulla Presidenza della Repubblica Italiana.

Gian Carlo Storti
2012-06-01

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