Sabato, 27 luglio 2024 - ore 03.18

Ucraina: ucciso al fronte il marito della giornalista ucraina picchiata a Natale dal regime di Yanukovych

Ucciso il soldato Mykola Beresovyy: patriota ucraino impegnato nella guerra contro i miliziani pro-russi.

| Scritto da Redazione
Ucraina: ucciso al fronte il marito della giornalista ucraina picchiata a Natale dal regime di Yanukovych

Ucciso al fronte il soldato Mykola Beresovyy: patriota ucraino inquadrato nel battaglione Azov impegnato nella difesa del suo Paese dalla guerra contro i miliziani pro-russi. Sua moglie, Tetyana Chornovol, dopo essersi impegnata per la democrazia in Ucraina è oggi Capo del Comitato Anti-Corruzione ucraino.

Non solo le ambizioni imperiali di una potenza nucleare che ha ricominciato a servire divenni espansionistici anacronistici per il nuovo secolo, e nemmeno la battaglia di un popolo europeo per storia, cultura e tradizioni per la propria democrazia prima e per la propria indipendenza e sovranità nazionale poi. La guerra in Ucraina, tanto taciuta quanto raccontata in maniera spesso faziosa dai media italiani, è anche la vita di Mykola Beresovyy: giovane soldato del Battaglione Azov dell'esercito ucraino ucciso al fronte nella giornata di Domenica, 10 Agosto.

Beresovyy è solo uno dei tantissimi soldati ucraini che ogni giorno perdono la vita per difendere la loro Patria, l'Ucraina, dall'occupazione dei miliziani pro-russi che, come dimostrato dall'abbattimento del Boeing malaysiano nel Donbas, sono forniti di armi ed equipaggiamenti dall'esercito della Russia.

Beresovyy, che come riportato dal sito personale dell'ex-Premier ucraino Yulia Tymoshenko -da cui ho appreso la notizia- è stato colpito da un cecchino nel Donbas mentre era impegnato a difendere il suo Paese, non è un soldato qualsiasi.

Egli è infatti il marito di Tetyana Chornovol: la giornalista ucraina picchiata a sangue la notte di Natale del 2013 da agenti del regime dell'ex-Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, per avere sia partecipato attivamente all'organizzazione delle proteste pacifiche contro il regime filo-russo di Kyiv, sia per avere svelato scandali di corruzione e utilizzo illecito di danaro pubblico da parte di Alte Autorità ucraine.

Da buon marito, e convinto attivista per la democrazia in Ucraina, Beresovyy è stato sempre accanto alla moglie durante il suo ricovero in ospedale: un periodo difficile durante il quale, nonostante le ripetute operazioni, necessarie per ristabilire la piena salute, la Chornovol non si è persa d'animo.

Destituito Yanukovych, la Chornovol è stata nominata dal nuovo Presidente ucraino, Petro Poroshenko, su indicazione del Governo filo-occidentale del nuovo Premier, Arseniy Yatsenyuk, Capo del Comitato Anti-Corruzione ucraino: una nomina di cui suo marito è senza dubbio andato molto fiero.

Beresovyy è la testimonianza di come, a differenza di quello che dicono e pensano la maggior parte dei giornalisti russi e certi commentatori italiani, gli ucraini non sono né pericolosi nazisti, né razzisti anti-russi presi da un raptus di stampo hitleriano. 

Gli ucraini sono europei, che nella storia hanno vissuto le dominazioni dei due peggiori totalitarismi del secolo scorso, il comunismo e il nazismo, e che oggi hanno deciso di ribellarsi alla dominazione culturale, economica ed energetica del 'grande fratello' russo per abbracciare l'Europa, la democrazia e la libertà.

Ho conosciuto di persona Beresovyy assieme al Presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, Gianni Pittella, in occasione del suo viaggio a Kyiv dello scorso 4 Gennaio -allora Pittella, da Vicepresidente del Parlamento Europeo ed esponente nazionale del Partito Democratico, si è recato nella Capitale ucraina per portare sostegno ai democratici ucraini e alle loro legittime aspirazioni europee.

Negli occhi di Beresovyy ho visto la voglia di riscatto, di un futuro migliore e di crescita personale non dissimile da quello che, oggi, si può vedere negli occhi dei giovani italiani: persone, spesso di talento, umiliate dalla mancanza di lavoro e di futuro, spesso costrette a lasciare la propria terra per trovare occupazione e dignità.

Ho riflettuto a lungo se scrivere o meno questo pezzo, oltre al messaggio privato di cordoglio che ho inviato alla Chornovol, ma, guardando la foto scattata proprio da Beresovyy, ho ritenuto necessario rendere pubblico il mio pensiero.

Sono convinto che l'insegnamento che Mykola ha dato con generosità con la sua vita non deve restare ignoto ai lettori di un Paese, l'Italia, che a differenza di altri Stati dell'Occidente, ancora stenta a sostenere con forza e convinzione la legittima aspirazione di Europa e di libertà di un popolo europeo per storia, cultura e tradizioni come quello ucraino.

Beresovyy ci ha insegnato anche che la libertà e la democrazia sono conquiste per le quali occorre sempre combattere. E che gli eroi, come Mykola e tanti altri soldati ucraini, non muoiono mai.

Герої не вмірають. Вічна Пам'ять!

Matteo Cazzulani, Analista Politico dell'Europa Centro-Orientale, Twitter @MatteoCazzulani

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