Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 02.35

UST Cremona Scuola: focus su gioco d’azzardo e giovani

Fra Cremona e Crema coinvolti nel progetto più di 2.400 studenti

| Scritto da Redazione
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UST Cremona Scuola: focus su gioco d’azzardo e giovani

Gli istituti di Cremona, Crema e Mantova coinvolti in un grande progetto contro le ludopatie. ATS Val Padana, UST di Cremona e Mantova e Gap Cremona impegnate in un percorso biennale. Il Galilei di Crema e l’Anguissola di Cremona sono le scuole capofila per la provincia.

Fra Cremona e Crema coinvolti nel progetto più di 2.400 studenti

Interviste, incontri, video e approfondimenti multimediali realizzati dagli studenti sono solo alcuni dei prodotti di un progetto d’ampio respiro pensato per le scuole superiori e medie nelle province di Cremona e Mantova, volto a sensibilizzare non solo la popolazione giovanile ma anche docenti e famiglie rispetto ai rischi del gioco d’azzardo. 

Il progetto - che ha visto attivarsi fra il 2020 e il 2021 un’estesa rete interprovinciale (della quale l’IIS Galilei di Crema è il capofila, oltre che la scuola referente per l’ambito cremasco, mentre per l’ambito cremonese la scuola referente è il Liceo Sofonisba Anguissola) - nasce su impulso di Regione Lombardia, che ha previsto di affidare alle scuole Secondarie di primo e secondo grado il compito di promuovere azioni di sensibilizzazione e informazione sui rischi del gioco d’azzardo. Al progetto prendono parte anche gli Uffici Scolastici Territoriali di Cremona e di Mantova e l’Istituto Referente Osservatorio GAP di Cremona.  A Crema le altre scuole coinvolte con il Galilei sono l’IIS Racchetti da Vinci, l’IIS Sraffa, IC Pandino, IC.  Trescore Cremasco e l’IC. Crema 2. A Cremona, oltre all’Anguissola, hanno preso parte al progetto anche il Liceo Scientifico Aselli, il classico Manin, IIS Ghisleri, IIS Torriani a cui si aggiunge il Romani di Casalmaggiore, con interventi di peer education (educazione tra pari) che hanno coinvolto le scuole secondarie cremonesi Virgilio, Anna Frank e Sacra Famiglia. Sul versante mantovano, invece, è stato coinvolto come referente l’IC. di Asola.

Il progetto, che terminerà alla fine di quest’anno scolastico (ma potrebbe essere prorogato sino al 31 dicembre 2021), si avvale di esperti e di figure professionali chiamate a coadiuvare il lavoro dei docenti e provenienti da aree specialistiche molto varie: dall’ambito psicologico-psicoterapeutico fino al video-making, al giornalismo e allo sviluppo di siti web. Multiforme è infatti il percorso intrapreso già nel 2020, e che ha compreso indagini sul campo, laboratori per la creazione di prodotti multimediali come video informativi e spot, interviste, articoli di approfondimento online e offline, contenuti pensati per il web, e poi incontri e attività di formazione rivolte a studenti e docenti, tutte volte a prevenire e contenere i rischi della diffusione del gioco d’azzardo.

È l’ambito cremasco, coordinato sul campo dal docente Carlo Lanzi del Galilei e che complessivamente ha già coinvolto oltre 1200 studenti (di cui ben 119 coinvolti come peer educator), a concentrarsi in modo particolare sulla produzione multimediale. Buona parte della produzione, una volta conclusa, sarà resa disponibile su un’unica piattaforma web. Il metodo di lavoro è sempre collaborativo: studenti, ragazzi ed esperti si sono avvalsi di sistemi online che hanno permesso incontri di brainstorming e collaborazione sia per le attività di formazione sui rischi del gioco d’azzardo e le peculiarità di questo tipo di dipendenze, sia per la realizzazione dei prodotti previsti dal progetto.

Il territorio di Cremona è stato protagonista invece di un’indagine alla quale hanno partecipato circa mille studenti. La docente Florisa Piazzi dell’Anguissola, che da tempo si occupa di dipendenze e legalità, ha seguito ogni fase del progetto sul fronte cremonese: già lo scorso anno era stato attivato un percorso di formazione e di laboratori che avevano portato alla creazione di un video e dei fumetti. All’interno di questo progetto si è collocato un questionario realizzato con la supervisione scientifica di Antonino Giorgi, psicologo e docente presso l'Università Cattolica di Brescia. Un nuovo questionario è stato somministrato agli studenti proprio quest’anno dopo la fase più acuta della pandemia (oltre 1200 gli studenti coinvolti), con l’obiettivo di intercettare eventuali mutamenti del fenomeno, sia per percezione che per esperienza diretta. I risultati, attualmente in fase di elaborazione, saranno prossimamente pubblicati e presentati in un convegno di chiusura del progetto. Sotto la lente di ingrandimento ci sono soprattutto i tempi dedicati al gioco, la frequenza di utilizzo e i meccanismi psicologici e di dipendenza correlati.

“Il progetto - spiegano i curatori - si pone in continuità con un progetto di peer education ed un percorso formativo che le rispettive scuole hanno già curato e svolto nei propri territori nel corso dei due anni scolastici precedenti. Data infatti la diffusione del fenomeno, anche tra le giovani generazioni, e i pericoli connessi a potenziali dipendenze, sono all’attenzione di più soggetti istituzionali sia il fenomeno che la necessità di interventi e programmi precoci e di carattere preventivo.”

“Seguendo le indicazioni regionali – dichiara Laura Rubagotti, Dirigente dalla UOSD Promozione della Salute e Sviluppo delle Reti - ATS ritiene che il setting scolastico sia il luogo educativo e formativo privilegiato per promuovere, anche attraverso l’attuazione dei Programmi regionali LST (LifeSkills Training), Unplugged e Peer education, il rafforzamento delle competenze sociali ed individuali quali fattori di protezione nei confronti dei comportamenti non salutari tra cui, ovviamente, il gioco d’azzardo. Una caratteristica del gioco d’azzardo è che per vincere ci si affida alla fortuna (che non si può allenare né potenziare) e i giochi on-line amati dai ragazzi e dalle ragazze che si possono scaricare anche sugli smartphone (ad esempio i battlegames, i giochi sportivi o giochi puzzle come Candy Crush) hanno inserito le loot boxes, ovvero le scatole a sorpresa dove, se sei fortunato/a trovi quel piccolo vantaggio del gioco che hai richiesto pagandolo con soldi “veri”. I Programmi regionali, attraverso la formazione degli insegnanti, aiutano gli studenti ad essere cittadini attivi e critici e gli insegnanti a lavorare in squadra tra di loro e con il territorio. In questo modo, la promozione di comportamenti salutari potrà raggiungere obiettivi significativi anche nel campo del contrasto al gioco d’azzardo.”

DATI sul Gioco d’azzardo on-site e on-line:

CNR Pisa (aprile-maggio 2020): generale diminuzione Gioco d’azzardo on-site, “solo” 10% sono passati on-line, non c’è stato passaggio significativo;

Espad (aprile-maggio 2020): 15 – 19 anni: 3% on-line e 6% on-site;

Istituto Superiore di Sanità: 18 – 74 anni in lockdown (aprile-maggio 2020 e restrizioni parziali 9 dicembre 2020): GdA on-site diminuito dal 10% al 3% e poi aumentato fino a 8%, GdA on-line da 10% diminuito a 8% per poi risalire al 13%.

 

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