Zeus La fine del mondo, virtuale
Cassandra Crossing/ Sarà un bug informatico usato come arma a provocare la fine del mondo? Poteva succedere nel mondo virtuale e stavolta è andata bene; ma domani?
Columbia Pictures — Dr. Strangelove trailer from 40th Anniversary Special Edition DVD, 2004, Pubblico dominio.
CVE-2024-22252-3-4-5. Queste lettere e numeri sono incomprensibili dal 99,9% delle persone normali, e probabilmente anche dai 24 intelligentissimi lettori di Cassandra. Tradotto in italiano, con una buona traduzione, di quelle che spiegano il significato più profondo, suonerebbe così: «Abbiamo evitato che qualcuno potesse provocare la fine del mondo delle macchine virtuali».
Ma ancora per molti non sarà chiaro, o almeno non ne sarà chiara l'importanza. Riproviamo. «La maggior parte dei server al mondo potevano essere bloccati o distrutti da un singolo atto di guerra informatica, ma questa volta ce ne siamo accorti e l'abbiamo impedito». Chiaro, no? E veniamo al fatto.
CVE-2024-22252-3-4-5 è il nome assegnato a una serie di falle informatiche che consentono di penetrare l'ipervisore dei sistemi VMware ESX, permettendo di accedere al server fisico sottostante e di fare qualsiasi cosa, incluso bloccare o distruggere il server fisico, e con esso tutte le macchine virtuali che vi girano sopra.
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