Lo scrisse Piero Calamandrei nel libro 'Opere giuridiche: diritto e processo costituzionale', uscito nel 1965 a cura di Mauro Cappelletti, editore Morano. Calamandrei bacchetta più volte il Tribunale della nostra città sul diritto di sciopero. E aggiunge "Non c'è chi ci assicura che domani, in un momento di tensione sociale, non si trovino autorità amministrative e magari giudici come quelli del Tribunale di Cremona, disposti a sostenere che l'articolo 502 e seguenti del Codice penale sono sempre in vigore, e a procedere quindi a misure penali contro gli scioperanti".
Piero Calamandrei, nato a Firenze il 21 aprile 1889 e morto sempre nel capoluogo toscano il 27 settembre 1956, è stato un politico, un avvocato ed un accademico, fra i fodatori del Partito d'Azione presiediuto da Alcide De Gasperi. Fu deputato dal 1942 al 1947 come autonomista nel Cln e fu deputato per Unità Socialista nel 1948. Quando Kesselring , comandante delle forze armate tedesche in Italia, venne prima condannato a morte nel 1947, (pena tramutata in ergastolo) e poi lasciato libero per motivi di salute nel 1952 (visse ancora 8 anni e non si pentì mai), Calamandrei scrisse una epigrafe destinata a Duccio Galimberti, le cui ultime parole sono: "Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai, morti e vivi con lo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre RESISTENZA".
A Piero Calamandrei le Poste Italiane hanno dedicato un francobollo il 27 settembre dello scorso anno in occasione dei 60 anni dalla morte. La vignetta del francobollo, tirato in 600 mila copie, è un ritratto di Calamandrei. Il valore è di 95 centesimi.