Sabato, 27 aprile 2024 - ore 00.32

Lavoro pubblico Enti locali, continua la protesta contro il decreto di Federica Cametti

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: "Servono soluzioni per evitare dissesto economico-finanziario e per la tenuta dei servizi ai cittadini". Per questo chiedono che il provvedimento venga cambiato al Senato. Tra i punti critici, salario accessorio e precari

| Scritto da Redazione
Lavoro pubblico Enti locali, continua la protesta contro il decreto di Federica Cametti

Non si arresta la protesta di città metropolitane e province che hanno dato vita a una nuova giornata di mobilitazione, indetta per oggi (22 luglio) da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Assemblee e presidi con un'alta partecipazione in tutti i territori e nei posti di lavoro per continuare a denunciare i rischi contenuti nel Dl enti locali e a rivendicare soluzioni concrete per i nodi ancora non sciolti. Iniziative in cui le lavoratrici e i lavoratori hanno chiesto a gran voce ai politici presenti di assumersi l'impegno di sanare i punti nevralgici irrisolti, durante l'esame che ora passerà al Senato, dopo l'approvazione di ieri alla Camera.

Le tante lavoratrici e i tanti lavoratori degli enti locali non ci stanno a vedere lo Stato che continua a fare cassa sulle loro spalle e, soprattutto, su quelle dei cittadini che, inevitabilmente, di giorno in giorno, riceveranno sempre meno servizi. Dall'assistenza all'edilizia scolastica, dalla prevenzione delle calamità alla manutenzione delle strade, dalla tutela dell'ambiente ai trasporti pubblici locali, i tanti servizi che rispondono in prima battuta ai bisogni dei cittadini progressivamente peggioreranno sempre di più. 

(…)  Il tema dei precari degli enti locali riguarda oltre 2.000 operatrici e operatori, nella maggior parte dei casi dei centri per l'impiego, in scadenza alla fine dell'anno. Il decreto, ad oggi, per loro non ha lasciato spazio ad alcuna possibilità neanche di proroga dei contratti a termine. Nonostante da anni lavorino negli enti di area vasta e nelle province, quest'anno sotto il loro albero di Natale non ci sarà nessun contratto ad attenderli, nessuna alternativa. Solo una certezza, se non ci saranno modifiche durante l'iter al Senato: “di essere espulsi da province e città metropolitane senza una prospettiva per il futuro”.

Anche per il salario dei dipendenti non tira una bella aria. Per le lavoratrici e i lavoratori delle province che hanno sforato il vincolo di bilancio in ragione dei progressivi tagli agli enti locali, infatti, potrebbero essere cospicue le decurtazioni sul salario accessorio. Da una stima della Fp Cgil nazionale, sarà di “quasi un mese di stipendio in meno, per la precisione un taglio di 1.350 euro” il taglio al salario accessorio di “circa 17 mila delle province e delle città metropolitane che nel corso del 2015 si sono rese 'colpevoli' di aver sforato il patto di stabilità”.

Fonte: rassegna sindacale 

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