Martedì, 23 aprile 2024 - ore 22.06

A Cremona #sivotasì, bene l’incontro con Scotto, Bordo, Rizzi e Bonfante

Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati: «Dobbiamo scommettere su un’energia che non dipenda più dai combustibili fossili»

| Scritto da Redazione
A Cremona #sivotasì, bene l’incontro con Scotto, Bordo, Rizzi e Bonfante

È spettato a Lapo Pasquetti, coordinatore cremonese di Sinistra Ecologia Libertà, il compito di introdurre e moderare l’incontro dal titolo #sivotasì, proprio come l’hashtag che il neocostituito gruppo di Sinistra Italiana ha lanciato nell’ambito della campagna web in vista del referendum contro le trivellazioni di domenica 17 aprile. Gli ospiti: Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra Italiana alla Camera dei Deputati; Franco Bordo, Deputato di Sinistra Italiana; Pierluigi Rizzi, di Legambiente Cremona; Maria Grazia Bonfante, Sindaco di Vescovato.

«C’è un filo rosso che lega lo Sblocca Italia, il Jobs Act, la Buona Scuola e la riforma istituzionale portati avanti da questo Governo: l’idea della verticalizzazione dei poteri e dell’uomo solo al comando», ha esordito Scotto. «Ma c’è una seconda questione, legata all’idea di sviluppo che abbiamo: dobbiamo decidere se questo Paese vuole fare un salto nel ventunesimo secolo e scommettere pienamente sull’energia non più dipendente dai combustibili fossili. Sono passati pochi mesi dalla COP 21, quando i principali leader mondiali si sono riuniti e hanno stabilito che la strada da battere è quella delle energie rinnovabili, contro un riscaldamento globale che mette a repentaglio la stessa esistenza del pianeta».

«In vista del referendum, dal punto di vista dell’informazione, non abbiamo dalla nostra parte quasi nessuno», ha detto, con preoccupazione, Bonfante. «Ma tra i cittadini si sviluppa sempre più la sensibilità ambientale, perché si sta facendo strada il collegamento energia-ambiente-salute: i cittadini pagano sulla loro pelle le scelte di politica ambientale, e sappiamo che il nostro territorio è sempre in vetta alle classifiche delle patologie tumorali e cardiocircolatorie. Le persone cominciano seriamente a domandarsi perché si sta morendo. Se non ci fossero comitati di cittadini a informare i cittadini stessi, le persone saprebbero ben poco di ciò che accade nel loro territorio per quanto riguarda gas, rifiuti, inceneritori e altri temi. La nostra è inoltre una zona sismica: insomma, che futuro dare ai nostri figli e ai loro figli?».

«L’Italia, assieme ad altre 187 nazioni, a dicembre, a Parigi, ha firmato un documento che limita l’aumento della temperatura del pianeta a 1,5° centigradi», ha spiegato Rizzi. «Se il nostro Paese ha scelto di sottoscrivere il documento, deve attuare una politica di conseguenza, in contrasto a logiche di profitto e a interessi personali. Serve un piano energetico nazionale, che al momento non esiste, in termini di programmazione. Altre nazioni europee hanno fatto scelte di questo genere decenni fa. Teniamo poi conto del rischio di incidenti: ricordiamo il disastro del 2010 nel Golfo del Messico. Là si era in zona oceanica; pensiamo a cosa potrebbe accadere in un mare chiuso come il Mediterraneo. Il 35% delle compagnie petrolifere si trovano in situazione prossima al fallimento e le fonti fossili sono finanziate attraverso risorse statali che potrebbero essere utilizzare in modo migliore».

«Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana si va al voto referendario non grazie a raccolte di firme di cittadini: il referendum è convocato da nove Consigli Regionali, buona parte dei quali governati dalla stessa parte politica di Governo, che hanno impugnato una legge dello Stato, contestandola», ha aggiunto Bordo. «Ciò dimostra una trasversalità nella contrarietà alle politiche di Governo. L’accentramento del potere serve a tutelare le lobby, con metodi e prassi che a volte hanno ben poco a che vedere con la legalità, con la correttezza e l’etica. L’Italia non ha ancora un vero piano energetico: il referendum può essere occasione di invertire la tendenza rispetto al modello di sviluppo energetico proposto da Renzi. Altra occasione importante sarà il referendum costituzionale di fine anno: al di là della questione specifica posta dal quesito, si tratta dunque di riaprire la stagione della partecipazione, degli spazi di democrazia, dell’autorganizzazione».

Una ricca parte dedicata a domande, chiarimenti e considerazioni ha concluso il pomeriggio, non prima di un ultimo intervento di Scotto. «Angela Merkel, che pure è più amica di Renzi che nostra, alcuni obiettivi se li è dati», ha detto il capogruppo di Sinistra Italiana. «Entro il 2020 la produzione di un milione di auto elettriche, entro il 2025 la decarbonizzazione totale della Germania, entro il 2030 il raggiungimento del 100% di energie rinnovabili. In Italia occorre una politica che si dia obiettivi simili».

Carmine Caletti

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