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Acli.Contro la precarietà strumenti inadeguati

| Scritto da Redazione
Acli.Contro la precarietà strumenti inadeguati

OCSE: ACLI, STRUMENTI CONTRATTUALI INADEGUATI CONTRO LA PRECARIETA'
Drezzadore: «Rimuovere le cause giuridiche che mantengono fortemente
diseguale il mercato del lavoro»
Roma, 15 settembre 2011 - «I dati Ocse sulla disoccupazione giovanile non
rappresentano purtroppo una novità nel rilevare la quantità di giovani
esclusi dal lavoro nel nostro Paese, Evidenziano invece una preoccupante
generalizzazione del ricorso a contratti atipici e contratti a termine per
le giovani generazioni, che ormai ha raggiunto quasi il 50%». E' quanto
afferma Maurizio Drezzadore, responsabile dei dipartimento Lavoro delle
Acli. «Un giovane su due in possesso di un lavoro deve oggi fare i conti con
l'instabilità e la precarietà. Si manifesta con tutta evidenza la
inadeguatezza degli strumenti contrattuali e dei sistemi di protezione
sociali che sono oggi utilizzati»
«È ormai inderogabile - aggiunge Drezzadore - rimuovere le cause giuridiche
che mantengono fortemente diseguale il mercato del lavoro». Le Acli
rilanciano la loro proposta di procedere, «in accordo con le parti sociali»,
verso una «nuova forma contrattuale per il lavoro dipendente, che offra a
tutti i nuovi assunti una medesima condizione di lavoro dipendente a tempo
indeterminato, consentendo alle aziende di poter negoziare nei primi tre
anni di anzianità la risoluzione del rapporto di lavoro, in caso di
manifeste esigenze organizzative ed economiche, imponendo comunque
all'impresa un adeguato risarcimento nei confronti del lavoratore»
«Anche un più avveduto uso del contratto di apprendistato - conclude il
responsabile delle Acli per il lavoro - può oggi attutire l'impatto pesante
della disoccupazione e la generalizzazione delle forme contrattuali
atipiche. Nella sua nuova versione, rafforzata la valenza formativa,
l'apprendistato può diventare una forma contrattuale diffusa per il primo
ingresso dei giovani al lavoro e allo stesso tempo una forma sostitutiva al
dilagante diffondersi del precariato»

Ufficio stampa Acli nazionali
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