Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 21.53

Acqua privata nelle intercettazioni di Valter Lavitola

| Scritto da Redazione
Acqua privata nelle intercettazioni di Valter Lavitola

Le intercettazioni di Valter Lavitola recentemente pubblicate oltre a riguardare la discarica pugliese oggetto degli interessi incauti della “nostra” LGH svelano altri “altarini”: tra questi, manovre che è importante siano rese di dominio pubblico, essendo tramate ai danni di quella maggioranza di italiani che ha, a giugno scorso, scelto chiaramente l'esclusione del mercato dalla gestione dei servizi idrici. In quei dialoghi infatti è spiegata a chiare lettere la strategia dei grandi azionisti privati delle multiutility miste italiane per beffare il voto dei referendum sull’acqua dello scorso giugno, strategia fatta di nomine pilotate e di leggi regionali progettate per garantire i profitti milionari ai grandi gestori.

Nelle telefonate in questione il faccendiere Lavitola (ora latitante all'estero) dialoga con Roberto Guercio, tuttora purtroppo professore all’università di Roma in sistemi idraulici, nominato dal governo commissario straordinario per le emergenze idrogeologiche in moltissime regioni d’Italia. Siamo al 21 giugno, il Parlamento ha appena approvato la conversione del decreto sviluppo che crea la “Agenzia Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche”, una nuova authority cui sono conferiti poteri fondamentali, tra i quali ad esempio quello di rivedere le tariffe dopo l’abrogazione della remunerazione del capitale sugli investimenti determinato dal referendum numero 2.

Guercio (si deduce da una telefonata successiva) sa già di avere in tasca la propria nomina al vertice dell'agenzia e si lamenta del fatto che si dovrà “sacrificare” prendendo solo 100 mila euro all'anno, visto che tale carica gli impedirà di accettare consulenze private (uno dei tanti modi coi quali aziende di “allegra” conduzione riescono a passare cifre sostanziose ai propri “amici”). Ma il gioco vale la candela perché in quella posizione Guercio sarà in grado di incidere pesantemente sulla gestione dell’acqua nell’intero Paese.
 
Poi passa a spiegare a Lavitola come aggirare il risultato dei due referendum: si è scelta la gestione pubblica ed eliminato il profitto da investimento? Beh, qual è il problema? Basta spostare la redditività dal settore della gestione a quello della costruzione delle infrastrutture ed ecco che magicamente si può continuare a “mangiare”, alla faccia degli italiani che pensano di avere messo l'acqua al sicuro dagli appetiti dei privati (nella fattispecie il gruppo Caltagirone, principale socio di ACEA, multiutility della capitale). Nella telefonata c'è anche spazio per un suggerimento sul ruolo che conviene abbia la regione, che deve assicurare una legge regionale consona al realizzarsi del disegno (nella fattispecie la regione Lazio).

Tutto questo dimostra come la partita della pubblicizzazione dell'acqua sia ancora lungi dall'essere vinta e dimostra come la creazione di una authority sia ininfluente, poiché da una parte essa non è al riparo da meccanismi corruttivi e clientelari, dall'altra non risolve il problema dei subappalti, che anche in caso di gestione pubblica finiscono per essere preda dei privati.

Ecco cosa c'è dietro all'insistenza di tanti amministratori pubblici italiani che ancora oggi continuano pervicacemente a riproporre la privatizzazione dei servizi idrici come la panacea per tutti i mali. La solita vecchia storia. Chi ha fame di soldi non vuole farsi fermare da una decisione democratica, vuole continuare a mangiare: e per riuscirci si fa “rappresentare” dai politici che gli sono “vicini”.

Questo dimostra anche, per converso, che il referendum, lungi da non aver cambiato nulla (come molti politici interessati seguitano a ripetere) ha invece profondamente inciso nelle capacità di trarre profitto dal servizio idrico, costringendo i privati a elaborare strategie di aggiramento contro le quali il Comitato Acqua Pubblica di Cremona e tutti i comitati d'Italia chiedono a tutti i politici onesti e ai semplici cittadini di tenere alta la guardia. In particolare sulla nuova agenzia nazionale, che dovrebbe lavorare per tutelare i cittadini ma che (evidentemente) rischia di diventare proprio il grimaldello con il quale i privati aggirerebbero la volontà della gente. I componenti dell’Agenzia dovrebbero essere “scelti tra persone dotate di indiscusse moralità e indipendenza, alta e riconosciuta competenza”, come riportato nel Comma 16, art.10 DL N°70 del 13 maggio 2010. A leggere le intercettazioni, questa frase suona quasi come la battuta di una commedia.

Comitato Acqua Pubblica della Provincia di Cremona

2777 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria