Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 01.17

Aggravamento della Crisi di Governo. Le reazioni dei cremonesi a sostegno di Mattarella

I commenti raccolti : LeU Crema , ANPI Cremona, Mauro Giroletti ,Marco Pezzoni, Marco Pedretti , Luigi Lipara , Luciano Bartoli ,Maura Ruggeri

| Scritto da Redazione
Aggravamento della Crisi di Governo. Le reazioni dei cremonesi a sostegno di Mattarella

Aggravamento della Crisi di Governo. Le reazioni dei cremonesi a sostegno di Mattarella

I commenti raccolti : LeU Crema , ANPI Cremona, Mauro Giroletti ,Marco Pezzoni, Marco Pedretti  , Luigi Lipara , Luciano Bartoli ,Maura Ruggeri

LeU Crema : Gravissimi gli attacchi alle istituzioni. Si apprende che alcuni sindaci leghisti del nostro territorio stanno rimuovendo l’immagine del Presidente. Mattarella dagli uffici comunali. Questo atto, così come le le dichiarazioni che in queste ore si scagliano contro il Presidente Mattarella sono atti gravissimi e degli affronti ai valori fondanti della nostra Repubblica che Liberi e Uguali condanna con forza, al di là di ogni valutazione politica. La costituzione italiana è un bene comune e non può essere difesa a corrente alternata, lì sono sanciti i princìpi fondanti della nostra democrazia e tutte le istituzioni devono giurare su di essa. Esprimiamo la solidarietà al Presidente Mattarella per le ignobili minacce ed offese di queste ore. Paolo Losco e Marta Andreola-Coordinatori Liberi e Uguali Crema

ANPI Cremona Il Presidente della Repubblica ha rispettato i doveri affidatigli dalla Costituzione. La richiesta di metterlo in stato di accusa è perciò un atto grave e pericoloso perché può dare spazio a spinte eversive in una fase molto delicata della vita del Paese. Oggi c'è un vero e proprio allarme democratico. Faccio appello a tutte le forze politiche che hanno a cuore la tenuta civile dell'Italia e la saldezza delle Istituzioni, a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro opzioni ideali e dalle loro scelte elettorali, alla massima unità a difesa della Repubblica antifascista e della Costituzione. L'ANPI esprime piena solidarietà al Presidente Mattarella.

Carla Nespolo - Presidente Nazionale ANPI

Mauro Giroletti :’ A me questa impuntatura sul nome di un singolo ministro pare il classico gioco del cerino di chi, avendola fatta grossa e avendo promesso cose evidentemente irrealizzabili, non vedeva l'ora di far saltare il banco cercando di dare la colpa a qualcun altro. P.S. Cmq è divertente vedere gente su facebook che prova a spiegare la Costituzione a Mattarella che, oltre a ricorpire il ruolo di Presidente della Repubblica, è stato professore di Diritto Costituzionale ed ex giudice della Corte Costituzionale’.

Marco Pezzoni Condivido l'analisi e le preoccupazioni di Marco Pedretti. La crisi di sistema in Italia si aggrava. Salvini ha giocato sia Di Maio che Mattarella. Tra tre mesi si torna al voto e lo "sfondamento" degli equilibri costituzionale rischia di essere completato. Il disegno di Salvini non è' un'altra Europa ma un nazionalismo alla Orban. Per non arrivare a esiti disastrosi per l' Italia scendano in campo i tre Sindacati, CGIL prima di tutto: in autonomia, ma per contribuire a rigenerare democrazia e una prospettiva progressista che l'attuale PD non e' in grado nemmeno di delineare.

Marco Pedretti  :’C’è qualcosa di incomprensibile nella vicenda che ha portato il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte alla rinuncia. Una sfidaal rispetto istituzionale che si deve al presidente della Repubblica, al buon senso politico, ai timori crescenti per i rischi economici e finanziari che il Paese può correre. Aver fatto saltare tutto dopo ottantaquattro lunghissimi giorni, tornare alle elezioni in autunno prolungando a dismisura la crisi italiana ha il senso di una grave sconfitta. I due vincitori del 4 marzo, Movimento Cinque Stelle e Lega, non possono accusare che se stessi per il fallimento. Hanno avuto tutto il tempo di stendere un «contratto» pieno di provvedimenti di cui non si conoscevano le fonti di finanziamento. Di sottoporlo ai loro elettori tramite la Rete e i gazebo. Di litigare su chi, tra Salvini e Di Maio, dovesse ottenere l’incarico. Di tirare fuori dal cilindro, visti i veti reciproci, Giuseppe Conte: un candidato premier sconosciuto, senza esperienza politica e amministrativa, riducendo così la figura del presidente del Consiglio a un «esecutore» dell’accordo privo di quei compiti di guida e di coordinamento dell’azione di governo che la Costituzione gli assegna. Un’escalation culminata con l’indicazione al ministero dell’Economia, il più delicato vista l’enormità del nostro debito pubblico, di uno stimato professore, Paolo Savona, sostenitore della possibilità di uscire dall'Euro.  Tutto questo mentre lo spread tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi (un concetto non astratto ma molto concreto per la vita dei cittadini, perché misura quanto dobbiamo pagare per finanziare il nostro debito e quanto di conseguenza cittadini e imprese per ottenere prestiti e mutui) balzava da 130 a 215 punti. Il presidente della Repubblica, esercitando i poteri previsti dalla Costituzione, ha chiesto ai due partiti di indicare una figura più adatta a rappresentarci nelle delicate partite economiche che dovremo affrontare. Una personalità che soprattutto cancellasse il sospetto che l’Italia non volesse onorare i propri debiti e puntasse al crollo dell’intera costruzione europea. Una scelta utile anche a contrastare la volgare e ingiusta campagna dei media tedeschi contro il nostro Paese, a dimostrare che abbiamo tutto il diritto di affermare che l’Europa deve voltare pagina. Non è la prima volta che un capo dello Stato chiede ai partiti un cambiamento di un ministro, mai però è accaduto quello che è andato in scena nei giorni scorsi. Una sfida arrogante, senza mezzi termini, volta a umiliare la più alta figura della Repubblica in nome di un’investitura popolare ( se vogliamo essere esatti, in realtà di metà dei votanti italiani) che darebbe diritto a tutto, anche al disprezzo istituzionale, anche alla contrapposizione feroce e insensata. Perché, ad esempio, non poteva essere scelto come ministro dell’Economia il numero due della Lega Giancarlo Giorgetti? La sensazione è che, invece di ragionare seriamente sulla formazione del governo, Matteo Salvini , e in scia anche Luigi Di Maio, fossero impegnati a preparare la nuova campagna elettorale, a creare l’occasione per sfilarsi da un accordo fragile e rischioso, pieno di promesse impossibili. Meglio tornare a fare la cosa che riesce loro più congeniale, agitare le piazze e scatenare campagne sulla Rete avendo trovato anche un nuovo obiettivo: il Presidente della Repubblica. Comprensivi e gentili nei colloqui al Quirinale, un istante dopo pronti a richieste surreali, per non dire eversive, come l’impeachment del capo dello Stato da parte del Movimento Cinque Stelle.I giorni che ci attendono saranno pesanti. Tutti i partiti dovrebbero recuperare un minimo di senso di responsabilità. Ci sono questioni economiche urgenti da affrontare e una legge elettorale da modificare per evitare che le elezioni anticipate riproducano la situazione paralizzante del 4 marzo. In fondo lo devono a tutti gli italiani che assistono smarriti.

Maura Ruggeri :’Si agita il tema dei mercati e dello spread come se fossero oscure forze del male , in realtà di tratta delle prevedibili reazioni di chi ci ha finanziato il debito e lo sa benissimo chi pur di capitalizzare risultati elettorali gioca sulla pelle di chi ha contratto mutui o ha due risparmi da parte. Mattarella ci ha dato un esempio di autorevolezza, di fermezza e di difesa delle istituzioni e l’ipotesi di messa in stato d’accusa , in questo caso, non ha nessun fondamento costituzionale’.

Luigi Lipara :’Sono convinto che Salvini a questa pagliacciata del Governo del cambiamento non ci abbia creduto nemmeno per un secondo. Ha giocato la sua partita usando il ruolo del presidente della Repubblica a suo uso e consumo per poi far saltare il banco per pura rendita elettorale bruciando il suo primo competitor, il M5S, che ora cerca di giocare l’unica mossa che è in grado di fare: quella della propaganda sfascista. Questa gravissima crisi istituzionale è più che altro una faida tra banditi e l’immagine che meglio

 Luciano Bartoli Il M5S ha bocciato le riforme vere del PD, e aveva proposto una legge proporzionale secca peggio di questa, quindi di dare aria alla bocca voi pentastellati incompetenti e falsi guerrafondai pensate, se avete ancora un cervello!la rappresenta rimane questa’.

 

 

 

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