Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 01.32

AICS: ‘Dopo il record del 2014, biologico al +20% nel 2015. Quale affare ogm?’

Andrea Nesi, responsabile nazionale ambiente di AICS: «Nonostante la crisi, aumentano i ristoranti a offerta totalmente o parzialmente biologica»

| Scritto da Redazione
AICS: ‘Dopo il record del 2014, biologico al +20% nel 2015. Quale affare ogm?’

«Dopo la crescita a due cifre del 2014, per il biologico arriva il +20% del 2015. Una crescita che sembra inarrestabile e che è in linea con i principi di rispetto dell’ambiente e di valorizzazione delle colture di qualità. Con il biologico la salute e l’opportunità economica convivono pacificamente e spianano la strada a un’interpretazione sostenibile del business agricolo italiano»: così Andrea Nesi, responsabile nazionale ambiente di AICS.



«Nonostante la crisi, secondo Bio Bank, aumenta il numero di aziende che operano nel settore, aumentano i ristoranti a offerta totalmente o parzialmente biologica. E l’aumento del consumo ha favorito l’abbattimento dei prezzi rendendo il biologico sempre più alla portata di tutti: non sarà sfuggito a nessuno che, di anno in anno, il bio prende maggiore spazio sugli scaffali. Un mercato più grande può spingere aziende con sistemi di coltivazione tradizionali a convertirsi al biologico con indiscutibili vantaggi per ambiente e salute. Venendo agli ogm, è noto che richiedano largo utilizzo di diserbanti, a differenza del biologico. A tal proposito, l’OMS si è espressa a riguardo negli ultimi mesi dichiarando potenzialmente cancerogeno il glisofate, alla base del diserbante RoundUp di Monsanto, multinazionale leader mondiale del settore ogm», continua Nesi.



«Tornando al mercato, secondo gli ultimi dati resi disponibili da Assobio (ricerca Nielsen) nel giugno 2015, 18,4 milioni di famiglie italiane acquistano prodotti bio. Nel dettaglio, 3,2 milioni (+14,8% rispetto all’anno precedente) sono clienti abituali e acquistano bio tutte le settimane, altri 3,2 milioni (+8,4%) acquistano bio una volta al mese e 12 milioni di famiglie acquistano bio ogni tre mesi. In concreto parliamo di un fatturato di 2,5 miliardi di euro, in costante incremento. Invece che aprire agli ogm, la cui utilità (evitando l’argomento salute e sostenibilità), almeno in Italia, non c’è, diamo spazio al biologico e alla ricerca e innovazione in agricoltura attraverso le nostre università con metodiche moderne, efficaci ma non ogm, sostenendoli», conclude Nesi.

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