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Altreconomia, in libreria ‘Che cosa c’è sotto’ contro il consumo di suolo

Paolo Pileri racconta che cos’è il suolo, perché è la risorsa più preziosa che abbiamo e perché ciascuno di noi deve conoscerlo, tutelarlo, difenderlo

| Scritto da Redazione
Altreconomia, in libreria ‘Che cosa c’è sotto’ contro il consumo di suolo

In Italia di continuano a consumare 4 metri quadrati al secondo di suolo, 35 ettari al giorno. E tra il 2013 e il 2015, certifica il Rapporto 2016 dell’ISPRA, presentato oggi a Roma, sono stati trasformati 250 chilometri quadrati di terreni agricoli. Questo 13 luglio, giornata del suolo, è forse la data giusta per scoprirsi “partigiani del suolo”. Non solo perché – come ripete spesso Paolo Pileri, autore del libro Che cosa c’è sotto – «il suolo è bello», ma perché è proprio il suolo che ci sostiene, ci nutre, ci fa respirare. Questo libro spiega infatti in modo chiaro che la risorsa più preziosa è proprio sotto i nostri piedi: un piccolo strato che è in grado di trasformare la morte in vita, e di renderci servizi inestimabili, come il ciclo del cibo, la conservazione della biodiversità, la regolazione climatica e la captazione delle acque. Lo spiega anche la Commissione Europea, che definisce suolo «lo strato superiore della crosta terrestre costituito da componenti minerali, sostanze organiche, acqua, aria e organismi viventi», e lo identifica come «l’interfaccia tra terra, aria e acqua».

Per questo – sostiene Pileri, professore di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano – il suolo è un vero e proprio bene comune e una risorsa non rinnovabile – per generare 2,5 centimetri di suolo “vivo” ci vogliono 500 anni – che però oggi è sottoposta a numerose minacce: ancora nel 2015, proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale dei Suoli, il suolo è stato vilipeso, calpestato e distrutto. La minaccia più grave e immediata è il consumo di suolo: solo in Italia, a causa di interessi rapaci e di piani urbanistici dissennati e frammentati tra migliaia di Comuni, si consumano infatti 8 metri quadrati di suolo fertile al secondo, e la superficie antropizzata ha ormai superato i 22 mila chilometri quadrati. 

Che cosa c’è sotto racconta il suolo in modo divulgativo, perché è solo attraverso una conoscenza accurata di questa risorsa che sarà possibile invertire la rotta: l’ISPRA certifica che ogni anno in Italia si perdono 70 ettari si suolo. Ogni giorno a causa delle conseguenze del cemento il nostro Paese perde una superficie in grado di produrre cibo per 420 persone, mentre aumenta di 259 milioni di litri il volume potenziale delle acque da gestire.

«Se oggi non vediamo il legame tra asparagi nel nostro piatto e suolo agricolo là fuori – né lo vedono i nostri giovani – significa che dobbiamo prima ricomporre questa disgiunzione così profonda e strutturale», scrive l’autore nell’introduzione. «Negli ultimi 30-40 anni la relazione cruciale tra noi e l’ambiente è stata letteralmente rimossa dal nostro orizzonte culturale in nome e per conto di altri interessi più ‘seduttivi’ che, a viva forza, sono entrati nel nostro immaginario». Il volume (160 pagine, 12,50 €) sarà da aprile in libreria, nelle botteghe del commercio equo e solidale. Pileri (Milano, 1967) è professore associato di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Da sempre si occupa della “questione ambientale”, in particolare di analisi critica dei consumi di suolo, politiche di contenimento urbano e alternative all’attuale modello di sviluppo, come il progetto VENTO, dorsale cicloturistica Venezia-Torino.

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