Sabato, 20 aprile 2024 - ore 07.56

Anche il PD ha il suo porcellum… o peggio | F.Gnesi

| Scritto da Redazione
Anche il PD ha il suo porcellum… o peggio | F.Gnesi

Non so ancora se rinnoverò l’iscrizione al PD di cui sono fondatore. Ma so che, se il candidato alla segreteria provinciale sarà “unitario” non voterò, chiunque egli sia.
Non voglio partecipare né avallare in alcun modo quello che ritengo un accordo di potere, calato sulla testa di militanti e iscritti con l’unico scopo di perpetuare una gestione del partito oligarchica, sorda a ogni sollecitazione e istanza di cambiamento che pure si è fatta sentire anche nel nostro territorio.

Già le scelte nazionali hanno intrapreso la strada della chiusura di ogni confronto reale, di ogni partecipazione vera.

In primo luogo i tempi: mesi e mesi persi a discutere sulle regole e solo un paio di settimane date ai territori per discutere di politica, per coinvolgere almeno gli iscritti. Ma senza alcuna piattaforma comune che non sia la formale composizione degli organismi dirigenti. Mi chiedo: un partito non dovrebbe prima di tutto discutere di politica? E in fase congressuale non dovrebbe favorire ancora di più il confronto per elaborare una strategia politica che finalmente ci porti oltre le emergenze che abbiamo fin qui solo rincorso?

E’ evidente che il confronto politico che parte dal basso, che serve per costruire la strategia e anche l’organizzazione del partito, non interessa ai gruppi dirigenti.

Parliamo, poi, delle modalità elettorali. Ciascun candidato porta con sé una lista bloccata; il candidato che ottiene un voto in più ottiene anche il 51% dell’assemblea (in questo caso provinciale), il resto viene suddiviso proporzionalmente fra gli altri candidati che raggiungano il quorum.

Che cosa è questo, se non il Porcellum? E come pensiamo di essere credibili quando affermiamo che modificare l’attuale legge elettorale è una nostra priorità?

Nel nostro territorio, poi, tutto ciò viene, se possibile, peggiorato. Perché il candidato unico, chiunque egli sia, mette il tappo definitivo su ogni velleità: candidato unico e lista unica, bloccata. Roba da “socialismo reale”

Una mossa che, secondo me, non fa il bene di quel partito aperto, costituito come democrazia partecipativa, basato sul confronto, scalabile, che era, per quel che avevo capito e che volevo, il progetto del Partito Democratico. E, per favore, chi ha sostenuto (imposto?) questa fola del candidato unitario abbia almeno la decenza di non replicare che, comunque, chiunque altro ha diritto di candidarsi!

Per non parlare dell’assenza totale della politica: come può chiunque intenda candidarsi elaborare una piattaforma politica in una settimana, e farla almeno conoscere prima del voto? Perché è sulla base di una piattaforma politica, di una visione del partito e di una strategia territoriale, oltre che generale, che un candidato dovrebbe chiedere il voto. O no?

Così ci si può ridurre, tutt’al più, a organizzare un po’ di tifoserie, puntando o sulla propria notorietà o sul legame con questo o quel candidato alla segreteria nazionale, dei quali peraltro non abbiamo ancora il bene di conoscere un progetto che sia almeno un minimo organizzato.

Non ci sto. Non ci sto più.

Certo, io sono nessuno (con la “n” minuscola) e “Il Partito” può benissimo fare senza di me. Anche di coloro che per stanchezza, delusione, rabbia abbandonano il campo in silenzio?

Fiorenzo Gnesi ( Crema)

Fondatore del PD Cremona

2013-10-10

1300 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria