Puntare sulle politiche attive: l’Amministrazione provinciale giochi un ruolo propositivo. L’appello della CNA di Cremona. Da rivedere il sistema delle “doti”: la Regione Lombardia apra un confronto di merito con le parti sociali. Cremona 16 gennaio 2012 – Dopo il via libera ai criteri per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga, grazie all’accordo quadro sottoscritto da Regione Lombardia e parti sociali, anche le piccole imprese hanno certezza di poter contare sulla cassa integrazione in deroga per tutto il 2012. Oltre all’accordo sulle politiche passive (sostegno al reddito per i dipendenti delle piccole imprese sospesi dall’attività produttiva), è stato recentemente sottoscritto il “Patto per le politiche attive 2012”.
“Il mercato del lavoro in Regione Lombardia è stato attraversato, negli ultimi anni da grandi trasformazioni che hanno avuto ripercussioni importanti sul sistema economico e sociale. È evidente come questo richieda il rafforzamento della responsabilità di tutti i protagonisti del mercato del lavoro affinché la maggiore flessibilità non si traduca in precarietà a danno della vita lavorativa delle persone. Risulta importante, quindi, l’estensione della rete di protezione sociale combinata con opportune politiche attive del lavoro che forniscano opportunità d qualificazione e di impiego in tutte le diverse fasi della vita attiva.” Questo è l’incipit del documento sottoscritto dalla Regione con le parti sociali sul tema di tutela e sviluppo dell’occupazione.
“Ed è proprio da qui – sostiene Vittorio Venturini, vice presidente della CNA di Cremona - che appare necessario partire per definire gli scenari futuri del nostro tessuto economico che rischia di essere soffocato da una crisi di cui ancora non si vede la fine. Le nostre imprese ancora non vedono la fine del tunnel e in alcune aree del territorio la crisi morde più che altrove; penso al cremasco in particolare, dove il settore metalmeccanico nello specifico, non manifesta ancora segnali significativi di ripresa. In questa fase le imprese hanno dovuto rivedere il loro modo di stare sul mercato ed è opportuno immaginare che questo momento di crisi sia quantomeno utile per rivedere gli assetti e l’organizzazione interna, puntando su nuove competenze e riqualificando il capitale umano, vera risorsa del nostro tessuto economico. Ecco allora che le politiche attive devono rappresentare la chiave di volta per dare protezione sociale ai lavoratori espulsi dal mercato produttivo e, allo stesso tempo, nuove opportunità sia per le imprese che per i lavoratori stessi. In questa partita ogni attore deve giocare il proprio ruolo: le imprese, le parti sociali, le strutture formative e di servizi presenti sul territorio, le Istituzioni. Ed è qui che un ruolo fondamentale può essere giocato dall’Amministrazione provinciale. Un ruolo di coordinamento soprattutto nella gestione delle risorse che giungono sul nostro territorio e che vengono veicolate dal sistema delle “doti”. A questo proposito pur apprezzando lo sforzo prodotto dalla Regione Lombardia attraverso questa modalità, è opportuno avviare un confronto di merito che valuti non solo l’aspetto quantitativo (delle risorse economiche messe in campo), ma anche qualitativo (i risultati ottenuti) delle azioni messe in campo. Il riferimento è alla “dote riqualificazione” e alla “dote ricollocazione”. Siamo in grado di valutare l’efficacia di questi strumenti? Non basta affermare che sono state messe a disposizione rilevanti risorse, ma è necessario capire se tali risorse hanno prodotto un risultato concreto che si traduce in nuove professionalità e nuovi posti di lavoro”.
Su questa partita le imprese e le parti sociali sono pronte per raccogliere la sfida, cercando di unire gli sforzi per superare questa crisi strutturale.
fonte CNA Cremona