Il 10 Novembre in tutta Italia si sono svolte manifestazioni contro il Ddl Pillon, noi eravamo presenti per contestare questa pericolosa manovra del governo giallo-verde (una delle tante) che porta indietro l’Italia di almeno una 50ina di anni sul diritto di famiglia.
Cosa comporta il Ddl. Pillon? Cosa ne pensiamo?
• In primis nega l’accesso alla giustizia a chi non ha soldi o posizione sociale per permetterselo.
• Impedisce di separarsi e divorziare con l’obiettivo di preservare “l’unità familiare”… in nome della stessa della famiglia tradizionale? Dove spesso si compiono azioni barbare ed inumane?
• Lo stesso decreto limita la libertà di educare i figli, o le figlie, con l’imposizione della figura del coordinatore genitoriale, che, oltre a non essere gratuito, rischia di aumentare conflittualità e il perdurare dei legami oramai logori e nocivi per il minore.
• Impone un modello di regolamentazione precostituito delle attività genitoriali impedendo di valutare l’interesse dei e delle minori. Al contrario, ritenendo quest’ultimi parte lesa, crediamo fermamente che debbano avere voce in capitolo.
• Non tiene in considerazione l’ipotesi di separazione in caso di violenza subita (fisica, domestica, sessuale, psicologica, economica che sia), costringendo le donne a trattare con il proprio aggressore, noncurante che le violenze possano perpetuarsi.
• Il Ddl introduce innanzitutto l’obbligatorietà della mediazione familiare a pagamento in tutte le separazioni, comprese quelle legate a violenze e ad abusi. Con questo decreto essa graverà sulla parte più fragile – solo economicamente, per intenderci – che spesso già subisce disparità salariale di genere e, a volte, il licenziamento dovuto alla maternità.
• Prevede che quando le/i bambine/i non vogliono stare con uno dei due genitori, vengono allontanate/i da casa e collocati dall’altro genitore o in casa-famiglia, questo alimentando potenzialmente un clima di tensione tra i genitori e pressioni psicologiche sulla prole. La soluzione della casa-famiglia ci sembra eccessiva in quanto, a nostro avviso, è da ritenersi utile solo in casi davvero emergenziali in cui è a rischio l’equilibrio psicofisico de* minor*.
• Ricatta le donne fino a scoraggiarle da denunciare il marito aggressore e costringe i figli a frequentare il padre aggressore fino a quando non sarà stato giudicato colpevole con una condanna penale definitiva. Non possiamo lasciare che si dimentichi della stabilità (fisica, psicologica ed emotiva) de* bambin*. Inoltre la giustizia penale in Italia è molto lenta, non permetteremo che i minori, in attesa del giudizio, possano frequentare il genitore responsabile di soprusi, vessazioni, oltraggi e prevaricazioni.
• Richiede per i*/la figli* il 50% del tempo con entrambi i genitori, pretendendo il doppio domicilio e l’impossibilità di ricevere l’assegno di mantenimento.
Ricapitolando, il Ddl Pillon: limita le libertà individuali conducendoci all’arretramento per quanto riguarda libertà e diritti civili; adotta un’ottica punitiva verso i figli e le figlie le quali sono impossibilitati di manifestare i propri sentimenti, bisogni e libertà personali; sottovaluta la situazione di violenza riducendola ad una lagna delle madri indispettite, pone in mano ai padri armi pericolose per l’emancipazione delle donne e per il potere decisionale dei figli: ribadiamo che si tratti di una violenza sulle donne e i minori, l’ennesima!