La decisione della Corte Costituzionale di inammissibilità dei quesiti referendari relativi alla abrogazione dell’attuale legge elettorale, ci lascia delusi insieme a milioni di altri cittadini, nell’aspettativa di contribuire direttamente allo sviluppo democratico del Paese.
Il parere della Consulta, dettato come sempre dai vincoli imposti dalla Costituzione e dalla massima trasparenza istituzionale, se da una parte mette in risalto la necessità inderogabile di intervenire per modificare le attuali regole sul tema referendario affinché non si alimentino inutili aspettative che portino un clima di sospetto e sfiducia nei confronti delle stesse istituzioni, dall’altra offre alla politica una inaspettata sponda per riqualificarsi nel rapporto con i cittadini, che si trova oggi ai minimi storici.
In questa ottica ci auspichiamo che in Parlamento vengano presentate e discusse al più presto quelle proposte di legge che superino l’attuale “porcellum”, che fra le altre incongruenze, continua a vincolare l’azione dei parlamentari ai capi partito piuttosto che agli elettori, procurando non pochi danni alla tenuta del sistema democratico ed alla stessa credibilità della politica.
Praga, 14 gennaio 2012
L’addetto stampa
Elio Rampino
