Domenica, 28 aprile 2024 - ore 22.53

Banca Etica intervista il Vescovo di Cremona Mons. Dante Lafranconi

I soci di Banca Etica salutano e ringraziano il Vescovo Mons. Dante Lafranconi che è socio dal 1997, quando ancora esisteva la Cooperativa verso la Banca Popolare Etica.

| Scritto da Redazione
Banca Etica  intervista il Vescovo di Cremona Mons. Dante Lafranconi

Con la consegna a mano della convocazione per l'assemblea annuale dei soci della provincia di Cremona, fissata per venerdì 30 ottobre prossimo, il Coordinamento provinciale ha portato il suo saluto e ringraziamento a un Socio, a Cremona molto conosciuto e stimato, il quale ha creduto in questo progetto fin dal periodo del suo servizio nella diocesi di Savona, ha spiegato.

L'incontro è avvenuto di buon mattino in episcopio, nello studio del Vescovo, il quale ha poi con disponibilità accettato di esprimersi sull'esperienza di Banca Etica, rispondendo ad alcune domande, sulla falsariga delle interviste condotte nei mesi scorsi presso lo SpazioComune.

1.Alla luce dell'«Evangeli gaudium» e della «Laudato sì’», quali sono gli aspetti di maggior interesse per un credente, ravvisabili in un'esperienza come questa? «L’aspetto di maggiore interesse lo trovo nel fatto che la finanza non può disconoscere il riferimento all’etica, come del resto è per ogni ambito e attività dell’uomo. E’ un pensiero, questo, che ritorna con frequenza – un vero e proprio ritornello – in tantissimi interventi di papa Francesco e ampiamente sia nella «Evangelii Gaudium» sia nella «Laudato si’». Si tratta, del resto, di un insegnamento tradizionale nella Chiesa e più specificamente nel corpus della dottrina sociale. Come leggiamo nella «Laudato si’»: “Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e l’economia, in dialogo, si pongano decisamente a servizio della vita, specialmente della vita umana” (n. 189)». E’ in rapporto a questo obiettivo di servizio all’uomo che si qualifica l’uso etico della finanza.

2.Che cosa La convince soprattutto di questo progetto? Non ha esitazioni Sua Eccellenza: «Mi interessa in particolar modo il fatto che Banca Etica si ponga come un tentativo concreto, una strada percorribile, per reagire all'invadenza del potere dei soldi sulle nostre vite. I principi, come quello richiamato sopra dell’imprescindibile riferimento della finanza all’etica – che è sacrosanto anche se non da tutti riconosciuto –, devono trovare una traduzione concreta, una strada praticabile: Banca Etica è un tentativo in questo senso. Questa esperienza nel mondo finanziario potrebbe richiamare la figura di Davide che si scontra con Golia: può essere. Ma ciò le fa ancor più onore perché testimonia la supremazia della giustizia, della solidarietà, della corresponsabilità degli investimenti finanziari nei confronti di quella plutocrazia che san Paolo definisce senza esitazione “idolatria”, appunto perché divinizza la ricchezza».

3.Tra i temi su cui Banca etica solitamente mobilita energie, passioni, azioni, personalmente, cosa metterebbe al primo posto?: «Ho la percezione - qui la risposta si appoggia su un ragionamento - che si debba insistere molto nel far comprendere che le scelte economiche, la gestione dei capitali, dei risparmi, non sono senza conseguenze, anche gravi in certi casi, su persone e ambiente. Chi affida il proprio denaro alle banche normalmente mira ad averne l’interesse più alto. Non si preoccupa degli investimenti che se ne faranno: se promuovono la giustizia e l’equità tra i popoli del mondo, se rispettano l’ecologia umana e ambientale, ecc. Ma per una valutazione etica non si può prescindere anche dal tenere conto di queste ricadute consequenziali». 

4.E' ipotizzabile una collaborazione tra diocesi e soci di BE? A quale livello Lei ritene più costruttivo operare? «Direi che convenga puntare sulle Zone Pastorali e su commissioni come quella per la pastorale sociale, senza dimenticare gli stessi consigli degli affari economici. Bisogna puntare a rafforzare consapevolezza e responsabilità anzitutto in coloro che sono operatori di pastorale. Poi le buone idee circolano».

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Siamo alle battute finali di uno scambio davvero cordiale e diretto. Alla nostra domanda di rito, la più "temuta" dai nostri soci, se parteciperà alla prossima assemblea, il vescovo Dante prende nota, senza assicurare la sua presenza. D'altronde siamo consapevoli che anche le sue giornate sono una non facile corsa ad ostacoli.

Il Git provinciale e il coordinatore dei soci Piero Cattaneo

 

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