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Bankster, nel libero mercato| S.Denti

| Scritto da Redazione
Bankster, nel libero mercato| S.Denti

Continua lo scandalo delle manipolazioni finanziarie: gli operatori coinvolti, 12 quelli individuati, e altri se ne aggiungeranno, agivano in continenti diversi. I governi se ne accorgono soltanto ora e in Europa pensano di far diventare reato penale il fregare noi piccoli risparmiatori. Bravi. Siamo molto contenti. Intanto la nostra piccola Piazza Affari (la borsa di Milano) scivola a -2,7% mentre lo spread vola oltre i 535 punti. Tradotto, il debito che abbiamo come Italia, invece che scendere per i nostri sacrifici, aumenta per i sempre maggiori interessi che dobbiamo pagare sul debito. Un po' come i mutui sulla casa a tasso variabile. Sotto inchiesta sarebbero almeno dodici trader di nove istituti finanziari in tutto il mondo, che avrebbero collaborato nel manipolare i tassi d'interesse interbancari in continenti diversi. I nuovi dettagli, emersi dall'indagine fanno sospettare che la frode fosse diffusa e sia andata avanti per anni. Nel nome del Libero Mercato. Proviamo a capirci qualcosa. I ladroni non ancora punibili fanno di mestiere i "Trader", gli operatori finanziari che comprano e vendono azioni, obbligazioni, e derivati cartacei di nessun contenuto, sulle varie borse valori e su altri mercati mobiliari.

I trader possono essere professionisti, gli stessi piccoli
investitori e gli speculatori che stanno facendo fallire mezza Europa. Più questi ultimi che gli altri. I fantastiliardi di Paperone. Il trucchetto dei nostri Trader disonesti (abbiamo appena scoperto che l'acqua calda brucia), taroccavano l'indice Libor.

Cerchiamo di capire. La parolaccia indica il London Interbank Offered Rate (inglese, tasso interbancario su Londra), un tasso variabile di riferimento per i mercati finanziari. Viene calcolato giornalmente dalla British Bankers' Association in base ai tassi d'interesse richiesti per cedere a prestito depositi di una certa valuta. Ti servono alcuni miliardi di dollari, o di sterline, o di euro? Eccoli pronti. A un certo tasso di interesse. Immaginiamo di aumentare quel già discutibile indice di uno 0,1, mezzo centesimo ogni 100, e proviamo a fare i conti. Secondo il quotidiano Economist, questi gangster in giacca e cravatta avrebbero orchestrato la manipolazione dell'Euribor (l'altro indice europeo) e del Libor, i tassi che determinano gli interessi che anche noi finiamo per pagare alle banche. Per un valore totale di 500 trilioni di dollari. Visto che siamo precipitati nei fantastiliardi di Paperon de Paperoni, ripetiamo la cifra in altra maniera. Proviamo a scrivere il nostro ipotetico 1 milione del signor Bonaventura: 1.000.000. Se aggiungiamo altri 12 zero, abbiamo fatto il nostro Trilione. Oppure un milione di bilioni, che poi è soltanto un milionesimo di quadrilione.

Dalle tavole di Topolino scendiamo sulla terra. Quattro fra le più grandi banche d'Europa sono sotto inchiesta. La Barclays, seconda maggiore banca inglese, presunta capobanda di questi gangster economici planetari. Altre banche nel mirino dell'indagine sono Crédit Agricole, Hsbc, Deutsche Bank e SocGen. Lo scandalo ha per il momento causato una multa di 290 milioni di sterline alla Barclays e ha costretto il banchiere più ricco di Londra, Bob Diamond, a dimettersi. Ma i presunto complici sono molti altri.

L'Italia al momento non è compresa in questa mafia bancaria, ma aspettiamo ulteriori indagini. La scoperta di una truffa così vasta e complessa ha moltiplicato gli appelli a una completa riforma del mondo finanziario. La porta della stalla chiusa quando i buoi sono scappati. Ma potrebbero esserci ramasti altri !  Le agenzie di ratting !

Standard & Poor's (abbr. S&P) ,  Moody's e Fitch; tutte statunitensi ! che guadagnano con i loro giudizi ( di Parte a discapito dei piccoli Risparmiatori) centinai di milini di Dollari ! dei veri Bankgster !

Secondo la Banca d'Italia il rating è "un simbolo che esprime la valutazione formulata da agenzie private specializzate (appunto le c.d. agenzie di rating, ndR) del merito di credito di un soggetto". Esso è, in altri termini, la rappresentazione di un giudizio di sintesi sulla solvibilità di un soggetto, privato o pubblico.

Il rating non è pertanto né un consiglio né tanto meno una garanzia di insolvenza o di affidabilità per coloro giudicati in maniera negativa o positiva. Il rating è "semplicemente" una valutazione dell'agenzia sulla presunta capacità del debitore di onorare i propri debiti. Tale giudizio viene considerato indipendente visto che viene espresso da un terzo soggetto esterno che si basa su dati oggettivi revisionati periodicamente. Il fatto che sia una mera opinione non significa, ovviamente, che tale valutazione sia priva di effetti.

I soggetti che divengono principale oggetto di valutazione da parte delle agenzie di rating sono gli emittenti di titoli obbligazionari (imprese, Stati), per i quali la valutazione assume il significato di un giudizio sul loro grado di solvibilità.

Cordialità  Sergio  Denti

miguel1947@libero.i

2013-07-27

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