Eppure c’è chi si straccia le vesti, ne decreta il fallimento. Pur costantemente sotto le forche caudine di certi dilettanti allo sbaraglio, il professore tiene spalle buone ed attributi. Il problema però non è mai misurare il consenso, seppure in un’ottica probabilistica, ma lo sguardo e l’intenzione di chi legge i dati. Insomma c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi quello mezzo vuoto. Chi ancora vede la pagliuzza e non s’accorge della trave che perennemente staziona nel proprio occhio. E così, da sopravvissuto, il contestatore strilla: «Ha perso popolarità!». Ma se col 52,5% può governare, ha la maggioranza degli elettori.
Addirittura con questa percentuale riuscirebbe ad essere pienamente riconfermato. Ma di cosa stiamo parlando? Maggioranza di consensi significa maggioranza di apprezzamenti, di scelte e di indirizzi. Invece no, invece quei buoni a nulla (dunque buoni a tutto), si cimentano in afrodisiache esternazione pindariche sussurrando alla pancia di noi, gente dell’urbe, con fare istintuale, sull’onda emotiva, sulle paure, la rabbia e l’aggressività piuttosto che sull’affrontare una tematica applicandoci su un ragionamento maturo e articolato, finalizzato a fare un’analisi obiettiva e realistica. Ed allora giù con gli scandali a portata di mano, tipo… il centro città muore, i commercianti gli remano contro, vogliono la riapertura della Ztl, proprio nel cuore pulsante di Cremona, in un crescendo catastrofico; insomma è un fallimento, vada a casa. Ma di cosa stiamo parlando? Lo sapete bene direttore che mai e poi mai sono stato tenero col JohnLuca sindaco, anzi, ma questo azzardato rocambolesco crucifige mi sembra oltre modo spudoratamente eccessivo. (...)
Giorgino Carnevali (Cremona)
