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BERGAMO: I LIBRI DI LETTERE NEL CINQUECENTO

''ESPRESSIONE D'ONORE E D'AMORE; O VERO, IMAGINE DELL'ANIMO'' - Dal 2 dicembre, un ciclo di quattro conferenze organizzate dal Centro di Studi Tassiani e dalla Biblioteca Civica Angelo Mai

| Scritto da Redazione
BERGAMO: I LIBRI DI LETTERE NEL CINQUECENTO

Venerdì 2 dicembre 2022, alle ore 18.00, presso il Salone Furietti della Biblioteca Civica Angelo Mai,  si terrà il primo appuntamento di “Espressione d'onore e d'amore; o vero, imagine dell'animo». I libri di lettere nel Cinquecento un ciclo di conferenze che intende proporre la lettura di alcuni libri di lettere di importanti autori del XVI secolo, cercando di porre in rilievo gli aspetti più curiosi e peculiari di questi testi, sempre in bilico tra pubblico e privato.

Nel Cinquecento il mercato del libro italiano viene quasi letteralmente invaso da edizioni di raccolte epistolari, spesso presentate come utili modelli per scrivere lettere con eleganza, in un buon volgare. A partire dall’edizione delle Lettere di Pietro Aretino (1538) si moltiplicano le raccolte epistolari di singoli autori e le antologie miscellanee, tutte però caratterizzate da affascinanti operazioni editoriali di autocensura, riscrittura, occultamento o camuffamento di dati cronologici e di luogo, di nomi di mittenti e destinatari, al fine di celare notizie compromettenti o di avere migliore accoglienza presso il personaggio illustre a cui la raccolta viene dedicata.

Le tematiche affrontate nelle missive di letterati, uomini politici e illustri religiosi sono svariate e, non solo contribuiscono a delineare un quadro delle vicende letterarie dell’Italia del XVI secolo, ma offrono anche informazioni politiche e militari sui drammatici eventi delle guerre d'Italia e delle tensioni religiose dell'epoca.

Prima di ciascuna conferenza, alle ore 17.30, nell’Atrio Scamozziano della Biblioteca, si svolgerà una visita guidata alla mostra «Con le vostre divine lettere». Gli epistolari di Bernardo, Torquato ed Ercole Tasso tra manoscritti e stampe (18 novembre 2022 - 28 febbraio 2023), a cura di Cristina Cappelletti, Massimo Castellozzi, Elisabetta Olivadese.

Comitato scientifico del ciclo di incontri: Luca Bani (Università degli Studi di Bergamo), Franco Tomasi (Università degli Studi di Padova), Maria Elisabetta Manca (Biblioteca Civica A. Mai)

Responsabile organizzativo: Cristina Cappelletti (Università degli Studi di Bergamo)

Per informazioni: 035 240655, info@bibliotecamai.org

Ingresso gratuito

 Programma

Venerdì 2 dicembre 2022, ore 18.00

Paolo Procaccioli (Università degli Studi della Tuscia)

La Bergamo dei corrieri e dei libri di lettere. Una capitale per l'epistolografia della prima età moderna

Bergamo, città dei Tasso, ha particolare attinenza non solo con la composizione di lettere, ma anche con la loro diffusione. Il ramo della famiglia Tasso, presente a Cornello già dalla metà del XIII secolo, e la sua discendenza possono vantare un gran numero di corrieri postali all’interno della Compagnia dei Corrieri della Serenissima, alla corte dei papi e degli imperatori asburgici. Tra la fine del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo, la famiglia crea il primo sistema postale.

Il nome dei Tasso si lega però, prima con Bernardo e poi con Torquato, anche alla composizione di lettere, che hanno una grande fortune sin dal loro apparire per la prima volta a stampa.Bergamo è dunque città legata alla prassi epistolare per vari motivi, non ultimo, e non meno curioso, il travagliato scambio epistolare che intercorre tra Renzo Tramaglino e Agnese, mentre il giovane protagonista dei Promessi sposi si trova a Bergamo, sotto mentite spoglie, per sfuggire alla polizia milanese.

Venerdì 20 gennaio 2023, ore 18.00

Franco Tomasi (Università degli Studi di Padova - Centro di Studi Tassiani)

«Molte fiate non fornisco le lettere, ma le straccio, e poi le ricomincio a trascrivere»: le lettere tassiane da Sant'Anna

Rientrato a Ferrara dopo varie peregrinazioni nel febbraio 1579, durante la festa per le terze nozze di Alfonso con Margherita Gonzaga, Torquato Tasso diede in clamorose escandescenze contro il duca e la corte e per questo fu rinchiuso nell'ospedale di S. Anna, dove rimase per sette anni, più come prigioniero che come infermo.

In questo periodo di prigionia, le lettere che assiduamente il poeta inviò agli amici sono una testimonianza preziosa sui suoi progetti di scrittura e sulle sue speranze. Le prime, indirizzate a Scipione Gonzaga e al duca Alfonso II, sono pervase da sentimenti di disperazione e dalla consapevolezza dell’ingiustizia subita. Il trascorrere degli anni vide un mutamento nell’animo del poeta: l’iniziale disperazione e le assillanti richieste di liberazione lasciarono posto nelle lettere a discussioni in merito alla letteratura e a riflessioni a tratti scottanti in materia di fede. Le lettere più celebri di questo periodo, però, restano quelle che tradizionalmente hanno accreditato la “follia” tassiana.

 Venerdì 10 febbraio 2023, ore 18.00

Elisabetta Selmi (Università degli Studi di Padova - Centro di Studi Tassiani)

Veronica Gambara, Lucia Albani, Isotta Brembati: per l'epistolografia femminile tra 'matronage' culturale e storia politica

Il Cinquecento è, oltre al resto, il secolo in cui sulla scena letteraria riscontrano una qualche fortuna anche le letterate, in particolare le poetesse petrarchiste. Le città di Bergamo e Brescia sono accomunate dalla presenza di letterate con esperienze simili: la bresciana Veronica Gambara che, dopo la morte di Gilberto X, signore di Correggio, rimase al governo del piccolo stato, dando prova di grande acume; e le due bergamasche Lucia Albani e Isotta Brembati. La prima, andata in sposa al nobile bresciano Faustino Avogadro, fece parte della bresciana «Accademia degli Occulti» e compose una raccolta di Rime che furono pubblicate a Venezia.

La Brembati dedicò la sua vita, oltre che alla famiglia, alla poesia e alla letteratura, trasformando il suo palazzo in luogo di incontro di letterati e intellettuali; cosa non comune per una donna dell’epoca, scrisse non solo in italiano e latino, ma anche in spagnolo.

Non pochi critici ritengono che Veronica Gambara ci abbia lasciato un epistolario più suggestivo delle poesie stesse; l’osservazione potrebbe essere tranquillamente estesa anche alle due letterate bergamasche.



Venerdì 24 febbraio 2023, ore 18.00

Clizia Carminati (Università degli Studi di Bergamo - Centro di Studi Tassiani)

"La fenice degli stampatori". Comino Ventura e i Tasso

Il tipografo Comin (o Comino) Ventura, di origini bresciane, acquisì a Bergamo la tipografia del compaesano Vincenzio Sabbio, pubblicando in trentotto anni di attività ben trecento volumi, celebrati per la raffinatezza tipografica, oltreché per la cura riservata ai testi.

Con i tipi cominiani vennero stampate quasi tutte le opere di Ercole Tasso e una numerosa silloge di quelle del ben più celebre cugino Torquato. Di quest’ultimo in particolare, Comin Ventura pubblica anche le Lettere familiari, due volumi che consegnano per la prima volta ai torchi circa 300 lettere di carattere più provato del poeta.

L’interesse del tipografo per i testi epistolari si estende però anche a un tipo di missiva più letteraria, la lettera dedicatoria, a cui consacrò un’impresa quasi monumentale: una raccolta di sole lettere di dedica, in grado di fornire ai lettori un dossier di modelli, una sorta di prontuario per ogni occasione, La raccolta di Libri di lettere dedicatorie di Diversi (Bergamo, 1601-1607), pubblicata in trenta volumi, comprende anche lettere di Bernardo e Torquato Tasso.

 

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