Domenica, 12 maggio 2024 - ore 02.21

‘Bestia’ propagandistica di Renzi, interrogazione parlamentare di Sinistra Italiana

La “Bestia” sarebbe un’imponente macchina di comunicazione a tre teste avviata dal governo in funzione referendaria. Franco Bordo tra i primi firmatari

| Scritto da Redazione
‘Bestia’ propagandistica di Renzi, interrogazione parlamentare di Sinistra Italiana

«È fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni»: è da questa legge sulla comunicazione elettorale e referendaria che parte un’interrogazione che il gruppo parlamentare di Sinistra Italiana, con il Deputato Franco Bordo tra i primi firmatari, ha rivolto al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Tale divieto «mira ad evitare che la comunicazione istituzionale delle amministrazioni venga piegata ad obiettivi elettorali, promuovendo l’immagine dell’ente, dei suoi componenti o di determinati attori politici, in violazione degli obblighi di neutralità politica degli apparati amministrativi, della necessaria parità di condizione fra i candidati alle elezioni e della libertà di voto degli elettori».

«Come è emerso di recente da alcuni articoli di stampa, presso le strutture pubbliche della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Presidente Matteo Renzi avrebbe avviato le procedure per la costituzione della cosiddetta “Bestia”, ovverosia quella che sembrerebbe configurarsi come una struttura parallela operante presso le strutture della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il mero obiettivo di dirigere e orchestrare la propaganda politica elettorale in vista del referendum costituzionale, al difuori, dunque, da ogni logica istituzionale», si legge nel testo dell’interrogazione.

«La “Bestia” risulterebbe costituita da tre teste. Una politica, costituita da un gruppo ristretto e vicino al Presidente del Consiglio dei Ministri, che studierebbe la demoscopia, le strategie comunicative, scriverebbe discorsi e organizzerebbe la raccolta fondi. La seconda testa, quella digitale, corrisponderebbe a una sorta di war room con una trentina di addetti aventi il compito di operare sui social media e su internet in modo tale da orientare il voto referendario. Infine, la terza testa, per quanto risulta agli interroganti, risulterebbe composta da circa venti persone, una per ogni regione italiana, per governare i volontari dei Comitati per il sì al referendum», aggiungono i parlamentari di Sinistra Italiana.

«Com’è possibile che in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e non all’interno delle strutture del Partito Democratico sia stata costituita una struttura di comunicazione simile? Come risulta finanziata tale struttura? Vi è impiego di risorse pubbliche? Quali informazioni il Governo intende fornire al Parlamento circa l’esistenza della citata struttura di propaganda politico-elettorale? Qual è l’organigramma, quali i ruoli apicali e dirigenziali presenti nella struttura? L’esistenza di una struttura come questa non è forse in conflitto con quanto disposto dalla legislazione in materia di parità d’accesso ai mezzi d’informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica?», concludono da Sinistra Italiana.

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