Bona e Lipara (PD Cremona): ‘Dai 5 Stelle solo polemiche costruite ad arte’

«Dai 5 Stelle provengono solo polemiche costruite ad arte per dare un’immagine negativa della politica, l’unica che evidentemente riescono a concepire. In questi giorni stiamo assistendo ad attacchi inaccettabili, privi di contenuto politico, farciti di insinuazioni stravaganti e al limite della scorrettezza che, come tali, vanno respinti»: così Rodolfo Bona, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale, e Luigi Lipara, della segreteria cittadina del PD. «Attribuire a Francesca Pontiggia affermazioni diverse da quelle da lei realmente pronunciate in Consiglio, all’interno di un contesto più ampio, o insinuare aloni di dubbio sulle sue competenze o sulla compatibilità dei suoi incarichi, è il solito esercizio di qualunquismo militante che, non sapendo approdare mai a una proposta politica concreta, scivola come olio di ricino verso l’odiosa pratica dell’attacco personale e dello sciacallaggio, seppur a cinque stelle».



«Del resto le esperienze di Parma e Livorno citate anche da Pontiggia sono un esempio lampante della distanza che esiste tra la responsabilità di amministrare e giocare a fare politica sul blog», proseguono Bona e Lipara. «Restando al tema della gestione dei rifiuti, è comprensibile la difficoltà del Movimento 5 Stelle nel trovare argomenti seri di fronte a un’Amministrazione che in pochi mesi ha esteso la raccolta differenziata al 70% in tutta la città e sta lavorando con il gestore per un piano industriale che garantisca la gestione sostenibile dei rifiuti e il mantenimento della cogenerazione termica ed elettrica senza ulteriori aggravi per l’ambiente. Non resta loro che agitare, come un manganello, lo spettro della minaccia oscura per la salute, così da vellicare la pancia di un’opinione pubblica giustamente attenta e preoccupata per lo stato dell’ambiente».



«Piuttosto che gettare fango sugli esponenti di altri partiti, suggeriremmo ai 5 Stelle di chiarire, solo per fare un esempio, perché non hanno votato in consiglio la delibera sul diritto allo studio, che include il sostegno alla fascia 0-6 anni», concludono Bona e Lipara. «Ma questo, forse, è impossibile. Perché tra il confuso movimentismo e la cultura di governo esiste uno iato che non può essere colmato dalla becera pratica dell’aggressione e della denigrazione personale. Richiederebbe serietà, senso della misura e capacità di amministrare. Ma sarebbe chiedere troppo a chi, non avendole, di certo non se le può dare».