"Non appaiono significativi i rischi di reiterazione" in quanto il contesto in cui è avvenuto il reato "non appare suscettibile di ripetersi". Lo scrive il gip di Milano Guido Salvini nell'ordinanza con cui ha modificato la misura cautelare in carcere e disposto gli arresti domiciliari per Alessandro Caravita, 20enne figlio di Franco, storico fondatore e capo degli ultrà dei Boys della curva dell'Inter, accusato di avere accoltellato un 24enne dopo una lite, tra il 5 e il 6 giugno scorso in corso Garibaldi a Milano.
Nell'atto il giudice, che ha accolto la richiesta del difensore del ragazzo, l'avvocato Mirko Perlino, scrive che "è da tenere presente che l'imputato, pur responsabile di un fatto molto grave, è in giovanissima età, aveva 20 anni al momento dell'episodio, è incensurato e ha sofferto per un cospicuo periodo di custodia cautelare in carcere anche in condizioni difficili". E ancora si legge che "devono essere valutate positivamente anche la lettera di scuse inviata alla persona offesa e il parziale risarcimento sinora effettuato". Inoltre, secondo il gip, "l'attuale situazione carceraria ove si sta diffondendo l'epidemia dovuta al covid-19 (anche Caravita è rimasto in isolamento per 14 giorni) comporta l'opportunità di mantenere la misura della custodia in carcere quando sia assolutamente necessaria, circostanza questa che non emerge dal caso in esame". Ieri il giudice Salvini ha rigettato la proposta di patteggiamento a 4 anni e 10 mesi presentata dalla difesa. Per il giudice la pena infatti la pena proposta da Caravita jr, e in accordo con la Procura "non appare proporzionata alla gravità dell'episodio". Nel provvedimento di rigetto dell'istanza di patteggiamento, il giudice ha sottolineato anche che "girare armati di coltello è tipico di una 'sottocultura' molto radicata anche nei gruppi della tifoseria ultrà " di cui fa parte anche Caravita junior.
(ANSA).