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Carceri.Magistratura Democratica scrive ai Parlamentari

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Carceri.Magistratura Democratica scrive ai Parlamentari

Carceri.Magistratura Democratica scrive ai Parlamentari
PIERGIORGIO MOROSINI SEGRETARIO MD SCRIVE AI PARLAMENTARI 
Lettera di Magistratura Democratica relativa alla vita nelle carceri inviata a tutti i Parlamentare di Camera e Senato           Lettera di Magistratura Democratica, Antigone e Ristretti Orizzonti a Deputati e Senatori.  Bisogna agire sui possibili ritocchi in tempi rapidi: misure alternative e più poteri ai Magistrati di sorveglianza. Piergiorgio Morosini Segretario di Magistratura Democratica, oggi in molti casi si condanna al degrado. All'Unione delle Camere Penali il 13 luglio conferenza con il Presidente ANM, Luca Palamara.
Per affrontare l'emergenza carceraria non bastano le denunce, occorre adottare subito misure urgenti a costo zero. E' il senso della lettera aperta a tutti i Parlamentari di Camera e Senato, diffusa oggi da Magistratura Democratica, Ristretti Orizzonti, Antigonee dal coordinamento nazionale dei Garanti dei Detenuti. Un'iniziativa che anticipa la conferenza stampa del 13 luglio prossimo a Roma che riterrà alle 10.30 presso l'Unione delle Camere Penali, in cui le stesse Associazioni, alla presenza del Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara, illustreranno il documento del sovraffollamento: che fare?


Nel documento indirizzato a deputati e senatori si legge: la questione penitenziaria, manca da troppi anni dall'agenda politica nazionale. I numeri fotografano come il problema si sia aggravato nel tempo: nel pianeta carcere convivono detenuti, a fronte dei 45.551 che potrebbero essere ospitati, con una elevata presenza di soggetti tossicodipendenti nel 2010 erano 24,42%. I dati aggiornati al 31 maggio 2011 risultano nelle carceri italiane ci sono 67.174 ospiti.
La Magistratura Democratica scrive: é un pianeta, Ristretti Orizzonti e Antigone, in cui le persone si suicidano molto più spesso che nel mondo dei liberi, secondo le stime da sette a venti volte più spesso. Condizioni inaccettabili che, ricordano le Associazioni, sono state espressamente dichiarate illegali dalla Corte Europea per i diritti umani, in occasione della sentenza 16 luglio 2009 nel caso Sulejmanovic VS Italia.
In attesa di riforme di sistema e di un piano carceri di cui si parla da tempo, ma che mai nulla si è fatto. La lettera pone l'attenzione su interventi urgenti che possono adottarsi a costo zero. Il primo riguarda l'ampliamento delle possibilità di accesso alle misure alternative. Una modifica che dovrebbe riassegnare alla Magistratura di sorveglianza, la responsabilità di valutare  caso per caso e senza automatismi spesso ingiusti, se un condannato possa scontare la pena attraverso percorsi alternativi al carcere. Per i reati che non siano espressione di particolare allarme sociale, continua la lettera, prevedere che gli autori vengano messi in carcere soltanto se negli istituti vi siano posti disponibili rispetto alla capienza regolamentare. Il terzo intervento dovrebbe rendere permanente la previsione legislativa di esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno ad oggi fissata dalla legge n. 199/2010 sino al 31.12.2013. Infine dovrebbero essere adeguati gli organici della magistratura di sorveglianza, rafforzandone anche i poteri per vigilare sulla violazione dei diritti dei detenuti.

Si tratta di ritocchi praticabili in tempi rapidissimi, spiegano i proponenti e Autori della Lettera aperta ai Parlamentari, a cui nel tempo dovrebbero essere affiancate ulteriori iniziative: l'adeguamento degli organici del  personale addetto agli Uffici Esecuzione Penale Esterna, del personale educativo e sanitario all'interno delle Case circondariali e degli organici del corpo di Polizia penitenziaria. Ultimo capitolo, le strutture carcerarie da ammodernare per garantire la separazione effettiva tra i detenuti in custodia cautelare e quelli condannati con sentenza definitiva, senza dimenticare strutture specifiche per categorie particolari come le detenute madri e i tossicodipendenti.          Sono questi i termini di una proposta che Piergiorgio Morosini, segretario generale di Magistratura Democratica, riassume: Quando come giudice infliggo una pena detentiva, faccio un qualcosa che dovrebbe tendere al reinserimento, invece mi rendo conto che oggi, in molti casi, condanno al degrado e questo è contrario prima di tutto alla Costituzione.Direttore de IlNuovoGiornaleDiMceDott. Giovanni Fiorentini

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