Lunedì, 20 maggio 2024 - ore 21.26

Caritas Vicenza. Famiglie vittime del gioco.

| Scritto da Redazione
Caritas Vicenza. Famiglie vittime del gioco.

FAMIGLIE VITTIME DEL GIOCO:I RIMPALLI ISTITUZIONALI DANNEGGIANO LE PERSONE PIU' FRAGILI
Da Caritas Vicentina e cooperativa Nuova Vita un appello a chi ha responsabilita' in merito
all'apertura di nuove sale da gioco.
Infuria nel vicentino la polemica per le nuove aperture di sale da scommesse, anche di fronte  a scuole. Sulle conseguenze sociali del gioco d'azzardo ed in particolare sulla sua dipendenza (quelle che ormai gli addetti ai lavori chiamano ludopatie), Caritas Vicentina lancia l'allarme e chiede di porre attenzione ai risvolti umani di questo business.
"Se e' vero infatti che  non tutto il gioco e' patologico e crea dipendenza e debiti - sottolinea il direttore della Caritas Vicentina don Giovanni Sandona' - e' altrettanto vero che i numeri evidenziamo un trend di preoccupante crescita delle dipendenze da gioco, con gravissime conseguenze per  tante famiglie".
La "fotografia" del fenomeno non lascia spazio a dubbi: la compulsivita' da gioco patologico e' una delle nuove forme di poverta' ed invece di trovare un freno nella mancanza di soldi a causa della crisi, sembra trarre dal senso di incertezza economica di tante persone un motivo di espansione: un fatalismo scaramantico a cui ci si affida malamente.
In un convegno che si e' svolto a Trento nel maggio scorso, infatti, l'Associazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII ha reso noto dei dati su cui riflettere. Se la spesa per il gioco d'azzardo legale e' infatti passata da 14,3 miliardi di euro nel 2000 ai 79,9 miliardi del 2011, la spesa pro-capite annua e' di 1260 euro (neonati compresi, se si contano solo i maggiorenni e' di 1500 euro). Il gioco d'azzardo e' la terza industria italiana, dopo realta' come Eni e Enel. Il fatturato illegale e' di 10 miliardi, mentre le tasse sulle scommesse sono costantemente diminuite (la pressione fiscale e' passata dal 29,4% del 2004 al 14,4% del 2010).  Si stima che fra i giocatori quelli dipendenti siano fra l'1 e il 3%, pari a circa 700-800 mila persone in eta' da gioco (il doppio dei soggetti seguiti dalla sanita' pubblica per dipendenze da droghe o alcol). Le ricerche dimostrano anche che la maggior quantita' di giochi a disposizione e' direttamente proporzionale ad un aumento del numero della popolazione che perde il controllo nel gioco e diviene giocatore problematico o patologico.
Dati eclatanti vengono dall'identikit di chi gioca: secondo dati Eurispes sono il 47% degli indigenti, il 56% del ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati e il 47% dei giovani che frequentano le scuole superiori. Le scommesse si confermano la causa maggiore di debiti ed usura.
I numeri vicentini confermano che questa forma di dipendenze e' in crescita: il servizio per la dipendenza da gioco della Cooperativa Nuova Vita nel 2009 ha avuto 87 contatti, che sono diventati 100 nel 2010, 120 nel 2011 e 71 in soli sei mesi del 2012.
"La situazione e' drammatica - afferma ancora Sandona' - e tutto e' reso ancor piu' grave dalla scandalosa sordita' e cecita' del potere legislativo. Il nostro sistema sociale dovrebbe tutelare i piu' deboli, invece siamo di fronte ad una frammentazione istituzionali di fronte al fenomeno, in assoluta autoreferenzialita".    
“Con una patologia comportamentale in crescita, come testimonia anche la Delibera Regionale del 22 maggio scorso che sollecita i servizi socio-sanitari a farsene meglio carico, altri 'pezzi' di istituzioni sono incapaci di aggiornare la normativa sia da un punto di vista legislativo, che amministrativo. Di questa schizofrenia istituzionale ancora una volta sono i piu' deboli a farne le spese. E sia chiaro, non si tratta di ledere la liberta' dei singoli e la liberta' d'impresa, quanto piuttosto di non diventare complici del proliferare smodato di una patologia; cosi' come si fa con tutte le altre forme di dipendenza che ledono la dignita' e la liberta' della persona, vanno promossi percorsi di consapevolezza sociale e culturale, oltre che una serie di servizi e un sistema normativo fatto anche di divieti" continua Sandona', che conclude: "Come Caritas non smetteremo di attivare concretamente, assieme ai servizi socio-sanitari, percorsi al fianco di chi diventa vittima del gioco, spesso mandando in crisi anche la propria famiglia. Ma altrettanto ci impegneremo con tutte quelle realta' istituzionali, sociali e culturali che non intendono restare spettatori di un sistema complice di questa nuova piaga sociale".

UFFICIO STAMPA CARITAS
Koine' Comunicazione
Mariagrazia Bonollo
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