Visto il clamore suscitato dalle recenti vicende che hanno coinvolto il gruppo del PD al Senato mentre si sta discutendo delle riforme costituzionali e, in particolare, quelle del bicameralismo e del Titolo V, credo sia utile provare a rimettere i diversi passaggi nella loro reale dimensione per evitare che si perdano di vista le priorità e le conseguenze concrete delle scelte fatte e da fare.
Sia chiaro, si può non condividere la proposta di riforme in campo o la scelta fatta dal gruppo di non delegare più Corradino Mineo a rappresentarci in I Commissione nel momento in cui si sta cominciando a votare sugli emendamenti, ma non esiste un problema di violazione delle regole, né siamo di fronte ad una scelta autoritaria che vuole tappare la bocca al dissenso interno. Trovo anche legittima la scelta fatta da alcuni colleghi di manifestare la propria contrarietà alle scelte del gruppo sospendendosi dallo stesso, ma trovo perlomeno inopportuna la spettacolarizzazione che si è voluta dare a quella scelta, annunciandola enfaticamente in Aula al Senato, alimentando le strumentalizzazioni dei gruppi di opposizione.
Continua su: http://francomirabelli.it/htm/index.php?option=com_content&view=article&id=453:senato-e-riforme-un-po-di-chiarezza-e-qualche-opinione&catid=16:partito-democratico&Itemid=269