Camminai per un po' in silenzio accanto a mio padre, poi gli chiesi: - Papà, perché il nemico è cattivo?Quale nemico? Il nemico non c'è - disse con forza. - Quello che chiamiamo così è un povero diavolo come me e te che non ha voglia di fare male a nessuno di noi due!
lo non capivo più nulla e domandai:
Ma allora perché si chiama nemico se è buono come noi?
Vidi mio padre impacciato. Capivo che voleva spiegare tante cose e non sapeva come fare. Si fermò e disse: Tu sei italiano perché sei nato in Italia, un altro si chiama in un altro modo, dimmelo tu un nome.
Francese - suggerii.
Ecco: francese, o tedesco o americano o altro. Ma anche lui, se è un ragazzo, ha un padre che lavora per mantenere la famiglia, e una mamma che gli vuole bene, anche lui se non mangia a sufficienza ha fame, anche lui rispetta gli animali.
Come te anche lui va a scuola, e forse anche a lui insegnano che in un certo posto ci sono dei nemici e uno di quei nemici potresti essere tu.
Esclamai:
lo? lo non sono nemico di nessuno.
Sono loro che sono nemici dell'Italia!
E l'Italia che cos'è? - disse il papà.
Sei tu, sono io e la mamma, gli amici tuoi e miei, la gente che lavora e vuoI vivere in pace. Invece ci insegnano che c'è un nemico da ammazzare e quando scoppia la guerra ti mandano ad ammazzarlo.
Ma io non ci vado!
Non si può; - disse mio padre - se non vai, uccidono te.
lo, confuso, stetti zitto e lo seguii pensando.