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Chiesa S.Sigismondo.Storia ed attualità del complesso monastico

| Scritto da Redazione
Chiesa S.Sigismondo.Storia ed attualità del complesso monastico

DOMENICA 16 SETTEMBRE “OPEN DAY” CON VISITE GUIDATE
per il complesso monastico di S. Sigismondo
Come consuetudine nel mese di settembre il complesso monastico di S. Sigismondo, a Cremona, apre le sue porte ai visitatori. Così domenica 16 settembre, in occasione dell’anniversario della dedicazione della chiesa, coro e chiostro saranno visitabili dalle 9 alle 10.30 (alle ore 11 sarà celebrata la S. Messa solenne) e dalle 14 alle 17.30 (alle ore 18 saranno celebrati i secondi Vespri della solennità).
Ogni mezz’ora partiranno le visite guidate; il punto di raccolta è l’ingresso del monastero. La guida è gratuita e il servizio è organizzato dall’Associazione “Amici di S. Sigismondo”. Chi lo desidera può comunque visitare chiesa e chiostro senza guida.
La chiesa di S. Sigismondo è comunque aperta tutti i giorni dalle 6.45 alle 12 e dalle 15 alle 19. Ulteriori informazioni sul sito del Monastero Domenicano  all’indirizzo www.diocesidicremona.it/monasterodomenicano/.
Cremona, 12 settembre 2012
Ufficio per le Comunicazioni Sociali
Diocesi di Cremona
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MONASTERO DOMENICANO «S. GIUSEPPE»
CHIESA DI S. SIGISMONDO - CREMONA
www.diocesidicremona.it/monasterodomenicano

Storia ed attualità del complesso monastico
 
San Sigismondo: nota agiografica
San Sigismondo, re dei Burgundi, venne educato nel cristianesimo ariano, che negava la divinità di Gesù. Ben presto si convertì al cattolicesimo, grazie all’influsso che ebbe su di lui sant’Avito, vescovo di Vienne. Animato da grande zelo per la Chiesa, fondò nel 515 ad Agauno (oggi in Svizzera) un monastero, presso il sepolcro del martire Maurizio e dei suoi compagni, perché i monaci vi praticassero la laus perennis, la recita ininterrotta del salterio giorno e notte.
Dopo la morte della prima moglie, a causa di intrighi di corte e false informazioni, si lasciò trasportare a condannare a morte il suo figlio primogenito, Sigerico. Pentitosi, si ritirò a vita solitaria e penitente nel Verossaz, vicino all’abbazia che aveva fondato. Ben presto, però, i suoi nemici lo trovano e, portato ad Orléans fu ucciso, insieme ai figli Giscaldo e Gondebaldo, il 1 maggio del 524.
Il suo corpo e quello dei figli fu portato nell’abbazia che aveva fondato. Nel 1365, l’imperatore Carlo IV fece traslare parte del corpo del Santo nella cattedrale di Praga.

La Chiesa di S. Sigismondo: costruzione e dedicazione
L’attuale chiesa di S. Sigismondo sorge sull’area di una chiesa precedente nella quale si sposarono il 25 ottobre 1441 Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, duca di Milano. Circa venti anni dopo, il 20 giugno 1463, a ricordo del matrimonio che ha unito le casate dei Visconti e degli Sforza, Bianca Maria fa iniziare la costruzione dell’attuale chiesa, con annesso monastero, affidato dal 1461 ai monaci Girolamini.
Tra il 1535 e il 1570 circa viene portato a compimento il progetto iconografico e  decorativo della navata e di alcune cappelle.
La chiesa di san Sigismondo è stata solennemente dedicata il 15 settembre del 1600 dal vescovo Cesare Speciano.  L’avvenimento è ricordato dall’iscrizione latina sulla base della penultima lesena a destra entrando.
Soppresso il monastero alla fine del XVIII secolo, la chiesa divenne parrocchiale. Dal 2007 è tornata chiesa monastica e vede la presenza di una comunità di Monache Domenicane.
In quanto costruzione visibile, la chiesa-edificio è segno della Chiesa pellegrina sulla terra e immagine della Chiesa già beata nel cielo. Perciò l’edificio, destinato in modo esclusivo e permanente a riunire i fedeli e alla celebrazione dei santi misteri, viene stabilmente dedicato, riservato, a Dio con rito solenne secondo l’antichissima consuetudine della chiesa.
L’annuale ricordo della dedicazione non vuole essere il ricorso di un semplice avvenimento, ma vuole celebrare la dignità del popolo di Dio, il mistero dell’assemblea radunata, dimora di Dio, che rende visibile il mistero di unità della Trinità e il disegno di Dio che vuole radunare tutti gli uomini.

Il Monastero Domenicano «S. Giuseppe»
Dall’8 dicembre 2007 la Diocesi di Cremona ospita, presso l’antico complesso monastico di San Sigismondo, una Comunità di Monache Domenicane. Sono 17 suore di clausura che conducono vita contemplativa secondo il progetto di San Domenico.
Il fondatore dell’Ordine dei Predicatori “associò le monache alla evangelizzazione con la preghiera e con la testimonianza di una vita di vicendevole carità. Esse, fatte voce della Chiesa, elevano ogni giorno la lode a Dio attraverso la preghiera liturgica, affinché la Parola con cui il Signore ci rivela il suo amore non torni a Lui senza effetto, ma porti frutti di bene in coloro ai quali è stata rivolta”.

a) La giornata monastica feriale:
ore 5.30: Ufficio delle Letture
ore 6.00: Lectio Divina
ore 7.00: S. Messa Conventuale *
ore 7.45: Canto di Lodi e Ora Terza
Lavoro
ore 11.45: Canto dell’Ora Sesta
ore 15.00: Ora Nona e S. Rosario
Lavoro
ore 17.20: Esposizione del SS.mo Sacramento e silenziosa adorazione
ore 18.00: Canto dei Vespri *
ore 18.30: Studio
ore 21.00: Canto di Compieta
Silenzio profondo

b) La giornata monastica domenicale:
ore 6.00: Ufficio delle Letture e canto di Lodi - Adorazione eucaristica
ore 8.00: Ora Terza
ore 11.00: S. Messa Conventuale *
ore 12.00: Canto dell’Ora Sesta
ore 15.00: Canto dell’Ora Nona
ore 17.00: Canto dei Vespri solenni e benedizione eucaristica *, S. Rosario
ore 20.45: Canto di Compieta
Silenzio profondo

Il segno (*) segnala le celebrazioni aperte a tutti.

Il valore della clausura: dalle Costituzioni delle Monache dell’Ordine dei Predicatori
Le monache di clausura, per la loro specifica chiamata all’unione con Dio nella contemplazione, si ritrovano pienamente nella comunione della Chiesa, divenendo segno singolare dell’intima unione con Dio dell'intera comunità cristiana.
Mediante la preghiera, in modo particolare con la celebrazione della liturgia, e la loro quotidiana offerta, esse intercedono per tutto il popolo di Dio e si uniscono al rendimento di grazie di Gesù Cristo al Padre (cf. 2 Cor 1, 20; Ef 5, 19-20). La stessa vita contemplativa è perciò il loro caratteristico modo di essere Chiesa, di realizzare in essa la comunione, di compiere una missione a vantaggio di tutta la Chiesa.33
Alle contemplative claustrali non si chiede perciò di fare comunione con nuove forme di presenza attiva, bensì di rimanere alla fonte della comunione trinitaria, dimorando nel cuore della Chiesa.
La comunità claustrale inoltre è ottima scuola di vita fraterna, espressione di autentica comunione e forza che attrae alla comunione. Grazie all’amore reciproco, la vita fraterna è spazio teologale in cui si sperimenta la mistica presenza del Signore risorto: in spirito di comunione, le monache condividono la grazia della stessa vocazione con i membri della propria comunità, aiutandosi reciprocamente per camminare insieme e progredire insieme, concordi e unanimi, verso il Signore.

Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica,
Istruzione Verbi Sponsa, Roma 1999, n. 6.

 


Monastero “S. Giuseppe”: la storia in breve

7 settembre 1777 - Nella Reggia di Colorno nasce, e nello stesso giorno riceve il Battesimo, la nostra fondatrice Carlotta Maria Ferdinanda Borbone, figlia di Ferdinando II e Amalia d’Austria.

21 dicembre 1797 - Dopo alcuni mesi di noviziato nel Monastero “S. Domenico” in Parma, dove veste l’abito domenicano e assume il nome religioso di suor Giacinta Domenica, la nostra fondatrice, resasi conto della decadenza della comunità che l’ha accolta, si trasferisce con alcune consorelle da Parma a Colorno (cittadina nel ducato di Parma e Piacenza) e dà inizio ad una nuova comunità claustrale domenicana.

1805 - Madre Giacinta è costretta dal governo napoleonico a lasciare Colorno e ad andare in esilio presso il monastero dei SS. Domenico e Sisto in Roma.

1810 - Le soppressioni napoleoniche obbligano anche le monache domenicane rimaste in clausura a Colorno a svestire l’abito religioso e a vivere, disperse, in case private.

3 luglio 1817 - Le monache, espulse dal monastero di Colorno, ottenuti i necessari permessi civili ed ecclesiastici possono riunirsi nuovamente a vita comune a Fontanellato (diocesi di Parma) accanto al Santuario della B. V. Maria del Rosario. Dopo 5 anni di lavori di adattamento dell’edificio, può essere posta la clausura papale nel nostro monastero dedicato a san Giuseppe. La Comunità è guidata con santità e saggezza da Madre Emilia Conti, considerata nostra seconda fondatrice. Si forma così un cenacolo di preghiera unanime e perseverante in cui si implora la discesa dello Spirito Santo sui predicatori del Vangelo, perché l’annuncio della Parola corra veloce.

1866/1876 - I ripetuti pericoli di soppressione non attenuano il fervore delle monache. Il Santuario è, a periodi intermittenti, chiuso al pubblico, ma numerose vocazioni animano e alimentano la vita interna del monastero.

1901/1905 – Anni di particolare grazia per la presenza a Fontanellato del venerabile P. Pio Giocondo Lorgna, OP, santo e formatore di sante, che trasmette alla comunità la sua forte devozione eucaristica e mariana. Accanto al Santuario la monache hanno contatti anche con il beato Card. Ferrari e con san Guido Maria Conforti, fondatore dei missionari Saveriani, entrambi miracolosamente guariti per intercessione della Madonna del Rosario.

10 aprile 1945 – A pochi giorni dalla fine della seconda guerra mondiale un tragico bombardamento provoca il crollo di quasi metà dell’edificio monastico. Due consorelle perdono la vita sotto le macerie. La ricostruzione postbellica è lunga e faticosa. La comunità si mantiene fervorosa e concorde, ma inizia ad essere provata da una crisi vocazionale che si prolungherà per quasi tre decenni, riducendola progressivamente di numero.
 
1965 – Il Concilio Ecumenico Vaticano II riafferma: «Pur nell’urgente necessità di apostolato attivo le claustrali, che si occupano di Dio solo nella solitudine e nel silenzio, in continua preghiera ed intensa penitenza conservano un posto assai eminente nella Chiesa» (PC 7).

1978 – Si riapre il noviziato. È l’inizio, per il nostro monastero, di una nuova fioritura di vocazioni che desiderano predicare il primato di Dio con una vita interamente consacrata al suo servizio, in fraterna carità.
 
8 dicembre 2007 – La comunità di trasferisce da Fontanellato (Pr) a Cremona, presso la chiesa di San Sigismondo.

 

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