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Coldiretti Cremona: ‘Nutrie, la battaglia continua’

Ieri incontro a Cappella de’ Picenardi con Malvezzi, il Presidente della Provincia di Cremona Carlo Vezzini, i Sindaci e i Rappresentanti dei Consorzi di bonifica

| Scritto da Redazione
Coldiretti Cremona: ‘Nutrie, la battaglia continua’

Si è parlato dell’eradicazione della nutria dalle nostre campagne (per porre fine a un’invasione che provoca ingenti danni all’agricoltura e mette a rischio la sicurezza di tutti i cittadini), ma anche dell’importante azione tesa a porre uno stop al consumo di suolo agricolo. Si è proposto un attento aggiornamento sul tema della bruciatura delle ramaglie e ci si è confrontati sul ruolo dei Comuni, della Provincia, della Regione nella difesa dell’economia del territorio. Si è fatto il punto, con orgoglio, sulla straordinaria mobilitazione di Coldiretti a tutela del latte italiano e delle imprese zootecniche che lo producono. Questi i temi dell’incontro vissuto ieri sera a Cappella de’ Picenardi, organizzato da Coldiretti Cremona, fortemente voluto dal Presidente Paolo Voltini e dal Direttore Tino Arosio, con gli interventi del Consigliere Regionale Carlo Malvezzi, del Presidente della Provincia Carlo Angelo Vezzini, del Vicesindaco di Cappella de’ Picenardi, Raffaele Leni, la cui riflessione dal palco ha preceduto i tanti contributi portati dai numerosi Sindaci presenti in platea.

Andrea Ragazzini, tecnico di Coldiretti, ha introdotto il tema ripercorrendo le tappe vissute in questi ultimi mesi (da quando, grazie all’incontro promosso da Coldiretti nel giugno scorso a Cappella de’ Picenardi è partita una nuova, determinata offensiva contro le nutrie). La Legge 11 agosto 2014 n°116 che ha modificato la legge 157/92 ha decretato l’esclusione della nutria dal campo di applicazione della legge stessa dichiarandola specie nociva al pari dei ratti topi e arvicole. Questa esclusione ha fatto però venire meno i presupposti di legge per l’esistenza dei Piani Provinciali di Contenimento (Il 18 settembre 2014, anche la Provincia di Cremona sospende il Piano Provinciale di contenimento). È intervenuta poi la Regione Lombardia (con la modifica alla Legge Regionale 7 ottobre 2002 n° 20), il 25 novembre 2014, varando una legge che ha transitoriamente riattivato i Piani Provinciali di contenimento per non lasciare un vuoto nell’azione di contrasto al roditore e contemporaneamente ha visto la promozione di un piano triennale di eradicazione delle nutrie, con la definizione delle modalità ammesse per attuare l’eradicazione. Quindi l’ennesimo ostacolo: il 3 febbraio 2015 la legge regionale viene impugnata dal Governo che, per alcuni aspetti, solleva dubbi sulla legittimità sotto il profilo costituzionale.

Su questo aspetto, Malvezzi (ispiratore e primo firmatario della legge per l’eradicazione) si è detto determinato, incontrando totalmente l’appoggio dei presenti: «Il ricorso non ferma la legge», ha ribadito, «e il suo principale obiettivo: l’eliminazione di un animale che produce danni devastanti ed è pericoloso per la salute dell’uomo. Regione Lombardia continua a lavorare per la piena attuazione della sua legge, attraverso l’elaborazione del Piano triennale regionale con cui si intende arrivare all’eradicazione della nutria, e sta preparandosi a difendere le proprie ragioni. Il prossimo 18 febbraio, infatti, è fissato un importante incontro a Roma con i rappresentanti del Ministero per gli Affari regionali a cui parteciperò».

La battaglia dunque continua, come ha rilevato anche Vezzini («nel triplice conflitto d’interessi», ha scherzato, «in cui mi trovo essendo agricoltore, Presidente della Provincia e Sindaco»), che pure ha evidenziato la grande difficoltà di operare in un momento in cui si affidano alla Provincia delle competenze, ma poi nel contempo si cancella l’esistenza stessa dell’ente. Dagli agricoltori sono giunte le testimonianze dei danni prodotti, dei rischi che si corrono, della necessità di giungere finalmente e rapidamente a un risultato. La voce dei Sindaci è stata forte chiara: «vogliamo fare le ordinanze contro le nutrie, ce lo chiedono gli agricoltori e cittadini, ma al tempo stesso è fondamentale essere tutelati da ricorsi che rischiano di sottrarre tempo e soldi alle Amministrazioni Comunali».

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