Ora più che mai, e innanzitutto per il futuro del Paese, c’è la necessità che la Sinistra ricostruisca il suo percorso e si riappropri di uno spazio articolato e di peso. Un PD plurale e dialettico può esserne punto di riferimento e baricentro, nel solco del suo progetto originario. Pur riconoscendo, tra limiti ed errori, la spinta riformista del Governo Renzi (unioni civili, legge sull’autismo, fondi per le povertà, la cooperazione internazionale), negli ultimi anni il Partito ha invece scontato un’interpretazione troppo leaderistica.
È ormai il tempo che si “cambi verso”, per citare Renzi, dall’ “io al noi” come dice Martina.
All’indomani dell’esito referendario il nostro Partito, sotto la guida di Renzi, ha affrontato un’assemblea che mi ha particolarmente colpito perché dopo tanto tempo ho sentito ri-parlare con forza, passione, vivacità di argomenti legati alla condizione sociale, culturale ed economica del Paese. Ho sentito finalmente diversi dirigenti affrontare quei temi, ognuno con la propria storia politica alle spalle e con sguardi incrociati e complementari.
Io credo che questo debba essere il PD. Credo però che lo possa essere con il contributo di ciascuno e con la dovuta apertura a quanti fuori dal PD intravedono possibilità di convergenza valoriale e programmatica su quelle questioni che determinano il grado di pari opportunità e giustizia sociale di un Paese.
Roberto Galletti segretario cittadino PD Cremona
