Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 00.48

Consumi ai minimi storici.Commento di C. Pugnoli

| Scritto da Redazione
Consumi ai minimi storici.Commento di C. Pugnoli

Sangalli: "Consumi ai minimi storici, bisogna coniugare rigore con spinta alla crescita"
Presentato il Rapporto Confcommercio sulle "Economie Territoriali e il Terziario di Mercato. Pil rivisto al ribasso nel 2012 e nel 2013. Verso nuovi minimi assoluti. "Pressione fiscale troppo alta per crescere, prioritaria la riforma fiscale".
E’ stato presentato oggi a Roma, presso la sede nazionale, il Rapporto Confcommercio sulle "Economie Territoriali e il Terziario di Mercato". Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli ha sottolineato che "il rapporto presentato dall'Ufficio Studi aggiorna le nostre previsioni macroeconomiche, stimando, ora, che il prodotto interno lordo del nostro Paese diminuirà del 2,2%nel 2012 e dello 0,3% nel 2013. Quanto ai consumi delle famiglie, la previsione è che diminuiranno del 2,8% nel 2012 e dello 0,8% nel 2013. Insomma, stiamo toccando nuovi minimi assoluti di prodotto lordo dall'inizio della grande recessione, cioè dalla fine del 2007. E i consumi reali pro-capite subiranno, nel 2012, un calo di una profondità mai prima registrata nella storia economica repubblicana". "Da questi dati, risulta, allora confermata - ha detto Sangalli - la necessità di fare di tutto per derubricare definitivamente, attraverso l'avanzamento di una spending review senza timidezze, l'ipotesi di procedere, nel luglio del 2013, ad ulteriori aumenti IVA. Farlo è necessario. Perché gli impatti recessivi degli aumenti IVA sarebbero profondi e peserebbero particolarmente sui livelli di reddito medio-bassi. Ne farebbero le spese famiglie, occupazione ed imprese. Secondo Sangalli, la riforma "prioritaria" per uscire dal tunnel è quella fiscale perché
"per i contribuenti in regola la pressione fiscale ha raggiunto un livello record del 55% e con una pressione fiscale così alta non ci può essere crescita". "Non ci sono alternative - ha detto Sangallli - si tratta di coniugare insieme rigore e spinta alla crescita. Procedendo nel lavoro di risanamento e di riduzione della spesa pubblica ai fini del pareggio di bilancio; avanzando nell'azione di recupero di evasione ed elusione, anche allo scopo di ridurre le aliquote legali di prelievo fiscale che gravano sui contribuenti in regola; accelerando le dismissioni di patrimonio pubblico per abbattere lo stock del debito. Ma anche operando investimenti mirati per cogliere le opportunità dell'efficientamento del sistema dei trasporti e della logistica, dei processi di riqualificazione delle nostre città e del loro tessuto commerciale, della valorizzazione del patrimonio culturale e turistico del nostro Paese". "Sono opportunità - ha precisato il presidente di Confcommercio - che vedono protagonista il sistema dei servizi di mercato, cioè il commercio ed il turismo, i trasporti e la logistica, i servizi alle persone ed alle imprese. Un sistema che, nonostante l'impatto della grande recessione, contribuisce oggi, in misura determinante, alla formazione del valore aggiunto e dell'occupazione del nostro Paese. Contribuisce, infatti, alla formazione del valore aggiunto per oltre il 40% e alla formazione dell'occupazione per oltre il 43%. Quote importanti e destinate a crescere ulteriormente. Ma che certamente dicono anche della necessità di una politica per i servizi che accompagni l'impegno del settore al rafforzamento della produttività, in particolare attraverso il propellente dell'innovazione". "Dunque - ha concluso Sangalli - servizi di mercato come opportunità di crescita. Anche nel Mezzogiorno e per ridurre il divario tra il Mezzogiorno e le altre aree del Paese. Altrimenti, il Sud, da cui si torna ad emigrare, continuerà a perdere forza lavoro e non basteranno i decenni per realizzare la convergenza tra Sud e Nord. confermata la necessità di fare di tutto per derubricare definitivamente, attraverso l'avanzamento di una spending review senza timidezze, l'ipotesi di procedere, nel luglio del 2013, ad ulteriori aumenti IVA. Farlo è necessario. Perché gli impatti recessivi degli aumenti IVA sarebbero profondi e peserebbero particolarmente sui livelli di reddito medio-bassi. Ne farebbero le spese famiglie, occupazione ed imprese". A presentare nel dettaglio i risultati dell'indagine è stato il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella. "Abbiamo affrontato sinteticamente tre questioni: il nuovo quadro macroeconomico, il ruolo del terziario di mercato con i nuovi dati della contabilità riclassificati e molto migliori rispetto ai precedenti, le dinamiche economiche territoriali; i tre temi sono legati, naturalmente, in quanto la dimensione macro impatta sui territori e il legame mezzogiorno-servizi resta l'unico che potrebbe mitigare i gravi e persistenti squilibri Nord-Sud". Parlando del quadro macroeconomico e quindi dell'andamento del Pil, Bella ha sottolineato che "i tassi di variazione congiunturali del livello del Pil sono negativi nuovamente dal terzo trimestre del 2011; è negativo il primo del 2012, dato ufficiale, e a nostro avviso saranno negative le variazioni fino a tutto il primo trimestre 2013 (con intensità e profili marginalmente differenti, anche gli altri istituti di ricerca suggeriscono dinamiche analoghe)". "Stiamo toccando - ha detto Bella - nuovi minimi assoluti di prodotto lordo da quando è cominciata la grande recessione cioè dalla fine del 2007, solo che la popolazione residente nel frattempo è cresciuta di circa 900.000 unità".
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Commento di Claudio Pugnoli, presidente Confcommercio al Rapporto Confcommercio sulle "Economie Territoriali”
Uno dei temi principali del Rapporto presentato da Confcommercio è quello del crescente peso del terziario nel sistema economico del Paese. Dunque, senza voler per forza stilare conclusioni, resta la suggestione che, per superare la crisi, occorra puntare con maggior convinzione su questo settore e sulla piccola e media impresa. Lo stesso rapporto conferma l’onda lunga della progressiva terziarizzazione dell’economia. Addirittura, la crisi ne accentua la velocità.  La “fine del tunnel”, almeno valutando questi dati appare ancora lontana. Il rapporto, infatti, testimonia che in nessuna regione italiana i livelli di valore aggiunto reale pro capite nel 2013 torneranno alla dimensione del 2007, cioè prima della crisi. In quattro regioni -  e tra queste anche la Lombardia -, il balzo all'indietro è stato così profondo che esse non recuperano neppure i livelli del 1995. Mediamente, l'Italia ha perso un decimo della sua capacità pro capite di produzione rispetto al 2007. Per il commercio i dati del rapporto non sono certo troppo positivi. Si delinea, in assenza di una ripresa robusta - che di fatto può essere esclusa, almeno nell’orizzonte dei prossimi due anni - una brusca riduzione del numero degli esercizi commerciali, soprattutto di piccole dimensioni. Ciò che costituiva una legittima preoccupazione fino a un paio di anni fa, trova oggi tutte le condizioni perniciose per il suo verificarsi. La recente totale deregolamentazione delle attività commerciali, affrettatamente equiparata a un processo di liberalizzazione non gioverà alla tenuta del settore. Per capire le dinamiche del settore non è sufficiente l’analisi del numero e della nati-mortalità imprenditoriale. Perché il pluralismo delle formule e dei formati commerciali resti un valore, è necessario declinarlo negli spazi vitali delle nostre città. “Cento negozi che sostengono due piccoli centri storici – riporta il documento -  hanno un valore diverso degli stessi cento negozi che popolano un centro, fittizio e caduco, fuori dalle strutture urbanistiche che ancora - forse per poco - contribuiscono a definire l’Italia così come la conosciamo”. Basarsi esclusivamente sulla “conta” dei negozi sopravvissuti, riduce le capacità di leggere il futuro della distribuzione commerciale e, a cascata, di molti servizi alla persona. Questo futuro appare più che mai incerto. Anche perché, nonostante la crisi, si registra l’aumento delle grandi superfici di vendita e dei centri commerciali. La Lombardia nelle classifiche di supermercati, ipermercati, grandi magazzini e grandi superfici specializzate è ai primi posti per numero di metri quadri ogni cento abitanti. Inoltre, in tutti i casi, si registra un avanzamento rispetto al 2009. Una crescita che va di pari passo con la contrazione dei negozi di vicinato. Nel 2011 il commercio ha registrato un saldo negativo di 30.039 imprese, sintesi di 71.792 iscrizioni e di 105.831 cancellazioni, un risultato decisamente peggiore di quello registrato nel biennio precedente. Il numero delle cessazioni è stato elevato in tutti i settori del commercio, ma è nel comparto del dettaglio che ha raggiunto punte significative rappresentando circa il 60% delle totale delle cancellazioni del settore.


 

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