Giovedì, 19 settembre 2024 - ore 09.13

Cop25Madrid Elia Sciacca (Cremona) :fallimento annunciato

Se ne riparlerà alla riunione per COP 26 che si terrà a Glasgow esattamente tra un anno.

| Scritto da Redazione
Cop25Madrid Elia Sciacca (Cremona)  :fallimento annunciato

Cop25Madrid Elia Sciacca (Cremona)  :fallimento annunciato

Egregio direttore, abbiamo assistito alla Cronaca di un fallimento annunciato, alla COP 25 di Madrid si è consumato un fallimento, anche e soprattutto  rispetto alla soluzione di continuità, tra il livello di allarme indicato dalla comunità scientifica, e la sottovalutazione con cui rispondono la gran parte dei governi di tutto il mondo, la venticinquesima Conferenza delle Parti che hanno sottoscritto la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici,  per due settimane si è inutilmente tenuta nella capitale spagnola, sappiamo infatti che non è facile mettere d’accordo i rappresentanti di quasi duecento paesi più l’Unione Europea.

Se ne riparlerà alla riunione per COP 26 che si terrà a Glasgow esattamente tra un anno. I prossimi anni saranno cruciali, in merito alle riduzioni che dovrebbero essere ridotte di almeno il 55 % entro il 2030, per cercare di contenere il conseguente aumento della temperatura entro i 2 °C rispetto all’epoca preindustriale, erano state programmate come semplici le tappe di avvicinamento, come evitate il double counting, ossia si trattava di stabilire come evitare per esempio se l’Italia compra un diritto a inquinare in Etiopia piantando alberi in aree che ne sono prive, l’assorbimento di anidride carbonica non sia contata due volte, una nel bilancio delle emissioni dell’Italia, l’altra in quello dell’Etiopia. Nel COP 25 sembra che i governi non avessero una chiara percezione del rischio dei cambiamenti climatici previsti. Nonostante un anno fa la comunità scientifica, per bocca dell’IPCC (l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite), abbia messo sul tavolo gli ultimi scenari e ha chiedendo  un’immediata accelerazione per contenere l’aumento della temperatura media entro gli 1,5 °C entro il 2030, avvisando che dopo tale data sarebbe stato troppo tardi. Se poi consideriamo  che Gli Stati Uniti (di Trump) si sono ritirati dagli accordi di Parigi, trascinandosi dietro il Brasile, l’Australia e rinvigorito l’ostracismo di paesi produttori di petrolio come l’Arabia Saudita, il quadro si deteriora ulteriormente. Madrid non ha reagito neanche di fronte a quell’inedita mobilitazione di milioni di giovani (e di non giovani) in tutto il mondo innescata da Greta Thunberg, evidentemente i governi non hanno sentito abbastanza forte questo richiamo  sebbene molti pensino che non sia spontaneo. Unico dato positivo interessa l’Unione Europea con la sua nuova Commissione guidata da Ursula van der Leyen, con l’unica opposizione della Polonia, si è impegnata ad abbattere del 50% le proprie emissioni di gas serra fino a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. non sarà certamente sufficiente, senza il coinvolgimento dei circa 200 paesi molti dei quali con economie finanziarie, non sufficienti per affrontare le ingenti spese per realizzare,  il progetto previsto dal protocollo sui Cambiamenti Climatici.

Elia Sciacca

 

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