Sabato, 20 aprile 2024 - ore 10.16

Coronavirus, l’Istituto superiore di sanità spiega quali sono i sintomi d’esordio più comuni

Brusaferro: ''Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per poter contrastare il virus, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti''

| Scritto da Redazione
Coronavirus, l’Istituto superiore di sanità spiega quali sono i sintomi d’esordio più comuni

In Italia sono 6.387 le persone che risultano positive al nuovo coronavirus (di cui  3.372 in Lombardia, 1.097 in Emilia-Romagna e 623 in Veneto) e 366 i deceduti al Covid-19, secondo i dati aggiornati a ieri sera dalla Protezione civile. Dati che si accompagnano alle nuove misure adottate dal Governo nazionale a contrasto dell’epidemia, volte a limitare su tutto il territorio nazionale – con disposizioni specifiche per le province dove l’epidemia sta colpendo più duramente – i contatti sociali e conseguentemente la circolazione del coronavirus.

Misure stringenti ma necessarie: in un momento di emergenza globale e scenari incerti è indispensabile seguire le indicazioni in arrivo dalle autorità preposte (come limitare il più possibile gli spostamenti dalla propria abitazione, lavarsi spesso le mani) senza cedere a un panico immotivato che può solo aggravare la situazione. È il momento della lucidità: «È normale sentirsi tristi, confusi e spaventati durante una crisi, ma alcuni semplici rimedi possono aiutarci – dichiarano dall’Istituto superiore di sanità (Iss), ovvero l’organo tecnico-scientifico del Sistema sanitario nazionale – parlare con le persone di cui ci fidiamo, cercare informazioni solo su fonti attendibili (ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Oms), non consultare in modo ossessivo i social o i canali che presentano scenari catastrofici».

Nel mentre, sempre l’Istituto superiore di sanità torna a spiegare attraverso gli ultimi dati disponibili quali siano i sintomi di esordio più comuni pazienti deceduti e positivi al nuovo coronavirus: febbre e dispnea sono presenti come sintomi di esordio rispettivamente nell’86% e nell’82% dei casi esaminati, altri sintomi iniziali riscontrati sono tosse (50%), diarrea ed emottisi (5%).

«Questi dati suggeriscono che per chi presenta solo febbre è sufficiente allertare il proprio medico rimanendo a casa – spiega Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss –, mentre in presenza di entrambi i sintomi è meglio contattare il 112 o 118. In ogni caso ricordiamo che bisogna assolutamente evitare di andare per proprio conto dal medico o al pronto soccorso, per evitare di esporre il personale e i pazienti a rischi. Seguire questa e tutte le altre norme di prevenzione dettate in questi giorni è fondamentale per rallentare il più possibile l’epidemia e proteggere le persone più fragili. Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per poter contrastare il virus, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti».

Per quanto riguarda la mortalità legata al virus i dati aggiornati confermano quelli del primo studio. L’età media dei pazienti deceduti e positivi a Covid-19 è 81.4. Le donne sono 48 (31.0%). Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,6. I decessi avvengono in grandissima parte dopo gli 80 anni e in persone con importanti patologie pre-esistenti: nel dettaglio la mortalità è del 14,3% oltre i 90 anni, dell’8,2% tra 80 e 89, del 4% tra 70 e 79, dell’1,4% tra 60 e 69 e dello 0,1% tra 50 e 59, mentre non si registrano decessi sotto questa fascia d’età. Complessivamente, 21 pazienti (15,5% del campione) presentavano 0 o 1 patologia, 25 (18,5%) presentavano 2 patologie e 70 (60,3%) presentavano 3 o più patologie, tra le quali ipertensione e cardiopatia ischemica si confermano le più frequenti.

«L’analisi di questi dati consente di effettuare valutazioni sulle quali stabilire raccomandazioni e comportamenti – conclude Brusaferro – pertanto è fondamentale che venga aggiornato costantemente il sistema di sorveglianza con le cartelle cliniche dei deceduti da parte degli ospedali».

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