COVID-19 NON BASTA ‘IO STO A CASA’ | Elia Sciacca (Cremona)
In un momento in cui le quarantene sono diffuse, bisogna utilizzare nuovi specifici metodi di controllo della salute, tramite la telemedicina utilizzando le applicazioni smart, per evitare contagi all’interno delle famiglie, i soggetti in quarantena, si dovrebbero isolare dal contesto familiare, requisendo alberghi o edifici similari, fornendo uno staff minimo di personale sanitario, per seguire l’evoluzione dei contagiati, non sottovalutiamo il dato degli asintomatici, il cui numero ammonterebbe ad oltre 150.000 persone in Italia, questo dato drammatico dovrebbe indurci a riflettere maggiormente sulla pratica di tenere in famiglia i potenziali contagiati con febbre bassa confidando nella guarigione, o la richiesta di ricovero nel caso di aggravamento con sintomi di difficoltà di respirazione.
Lo slogan io resto a casa è senz’altro utile ed efficace, ma se all’interno ci sono dei soggetti con febbre in quarantena o asintomatici potremmo ulteriormente incrementare in modo drammatico il numero dei contagiati.
Infine presumo che la magistratura dovrebbe intervenire d'ufficio in merito alla mancanza tragica de mezzi di protezione individuali e apparecchiature per gli addetti ai lavoro presso gli ospedali, se 39 medici sono deceduti nell'ambito dell'espletamento del loro lavoro significa, che ci sono state delle carenza e ritardi non tollerabili per la fornitura dei dpi e quindi delle misure di protezione.
Se ci fosse stato un piano di emergenza sanitario, per il territorio nazionale visto la diffusione delle epidemie precedenti tipo Sars eccetera, probabilmente il numero dei decessi e contagiati sarebbe stato di lunga inferiore.
Elia Sciacca (Cremona)