(CR) Pianeta Migranti. ‘Domani è oggi’. L’immigrazione come risorsa
E’ il titolo di un saggio del rettore della Bocconi Francesco Billari secondo cui nei prossimi 30 anni l’Italia può crescere solo coi migranti.
Occorre costruire il futuro con le lenti della demografia.
Secondo le previsioni Istat, l’Italia avrà un calo di 5 milioni di abitanti entro il 2050. E gli ultrasessantacinquenni passeranno dal 25 (già alto) al 34% della popolazione, i minori di 14 anni sono già meno del 13%. Siamo il Paese più vecchio al mondo dopo il Principato di Monaco e il Giappone.
Il declino demografico comporta carenza di manodopera. Le aziende non trovano lavoratori in tutti i settori, da quelli tradizionali fino a quelli digitali. E il governo, che della natalità ha fatto la sua bandiera, non sta dando risposte che fanno il vero interesse del paese. Non prende atto che l'immigrazione può essere una risorsa in un’era di glaciazione demografica che comporta anche una glaciazione economica e sociale. L’immigrazione appunto dovrebbe diventare un mantra nella nostra idea di riforma complessiva del Paese.
Fino qui l’analisi del rettore della Bocconi che auspica adeguate politiche migratorie, l’apertura di canali di ingresso regolari per studenti, lavoratori, famiglie e chiede di lavorare sull’istruzione e l’integrazione nella scuola.
Va precisato però che i canali di ingresso regolari sono già una realtà dal 2015, da quando la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), la Comunità di Sant’Egidio, la Caritas italiana, in sinergia col Viminale e la Farnesina, hanno dato vita a corridoi umanitari autofinanziati e senza costi aggiuntivi da parte dello Stato. I corridoi hanno portato in Europa oltre 6.700 i rifugiati, ma anche lavoratori e professionisti attraverso canali speciali concordati con imprese, scuole e università. Nonostante siano stati apprezzati dalle istituzioni a tutti i livelli ed abbiano vinto il prestigioso Premio Nansen dell’Unhcr, i corridoi non sono ancora diventati una pratica strutturale dell’Europa che è più proiettata a difendere i suoi confini.
Un’altra risorsa potenziale per la vita economica e sociale del nostro Paese sono i minori stranieri non accompagnati. Purtroppo, oggi, sono destinati a restare in balia di se stessi in quanto la loro accoglienza, affidata ai Comuni, è stata deliberatamente smantellata dai vari decreti del governo. Così i minori sfuggono al controllo dei sindaci e della comunità di riferimento e diventano facile preda di attività illegali e criminali. Sembra impossibile che un paese di 60 milioni di persone non sia in grado di integrare 25 mila minori non accompagnati!
Esiste poi l’ampio serbatoio degli alunni stranieri. Nel 2021/22 erano oltre 870mila (Rapporto sulle migrazioni 2023 di Fondazione Ismu) ma, con il ritmo attuale, entro un decennio saranno un milione. La maggior parte di questi alunni è nata in Italia (il 67,5%) e quasi la metà (il 44%) è di origine europea. Questi dati evidenziano il significativo contributo della popolazione straniera contro il calo demografico del nostro Paese. Noi li educhiamo, li facciamo studiare, chiediamo loro di affezionarsi alle nostre comunità ma non li riconosciamo come cittadini italiani. In passato, il dibattito sulla cittadinanza ai minori stranieri era vivo anche grazie alla Campagna “Ero straniero” organizzata dalla società civile che nel 2017 aveva depositato in Parlamento una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare. Oggi, il tema è scomparso nella politica e nelle istituzioni.
Certamente il clima culturale in cui ci muoviamo rimane per molti versi ostile alle seconde e terze generazioni di migranti. Noi non viviamo la situazione pesante delle banlieue francesi, ma il razzismo e le discriminazioni sono ben presenti a livello culturale, sociale, e viene tenuto vivo dalla narrazione dei partiti populisti che cavalcano la paura; nonostante ciò la cittadinanza ai minori stranieri si impone come una questione di interesse nazionale.