Sabato, 27 aprile 2024 - ore 20.18

(CR) Pianeta Migranti. 'Il governo smetta di ostacolarci'

La ferma presa di posizione delle ong impegnate nei soccorsi nel Mediterraneo.

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. 'Il governo smetta di ostacolarci'

(CR) MPianeta Migranti. 'Il governo smetta di ostacolarci'

La ferma presa di posizione delle ong impegnate nei soccorsi nel Mediterraneo.

 Nell’ultimo anno, le ong di ricerca e soccorso hanno ripetutamente denunciato il rischio di un aumento delle morti nel Mediterraneo centrale a seguito della nuove norme del governo che mirano a ostacolare i salvataggi in mare. Con oltre 2.500 uomini, donne e bambini morti o dispersi lungo questa rotta migratoria nel 2023 – l’anno più letale dal 2017 – e almeno 155 morti già quest’anno, tutte le attività di soccorso sono urgentemente necessarie.

Un anno fa, il Parlamento italiano ha convertito il decreto legge 01/2023 nella legge 15/2023 che riduceva la presenza in mare delle navi delle ong, limitava la loro capacità di compiere soccorsi e impediva lo sbarco sulle coste italiane.

Tutto ciò viola le leggi internazionali ed europee, ritarda i soccorsi e rende il Mediterraneo centrale una delle rotte più mortali al mondo.

Per la legge 15/2023, le navi delle ong, dopo un soccorso,  devono dirigersi subito verso un porto, anche se in zona ci sono altre imbarcazioni in pericolo. Ciò va contro il dovere del comandante di soccorrere le persone in difficoltà, come chiede il diritto marittimo internazionale. Se le ong disobbediscono, rischiano una multa fino a 10.000 euro e il blocco della nave per almeno 20 giorni e magari il sequestro. Così devono scegliere se rispettare la legge e abbandonare le persone che rischiano di annegare, o soccorrerle subendo poi multe, fermi amministrativi e la confisca della nave. Dal febbraio 2023, nove navi di ong sono state fermate per un totale di oltre 300 giorni e le persone non soccorse, sono annegate. Come se non bastasse, la cattiveria della legge obbliga le ong a portare le persone salvate in porti sempre più lontani, anche se le norme internazionali chiedono di sbarcare nel porto sicuro più vicino. Nel 2023, le navi ong hanno dovuto percorrere oltre 150.500 km in più per raggiungere porti lontani, il che significa almeno 374 giorni di navigazione non necessari ed equivale a quasi quattro volte il giro del mondo .

Recentemente, le ong hanno preso una ferma posizione in un documento inviato al governo per chiedere:

-              di smettere di ostacolare le loro attività di ricerca e soccorso e di proteggere i diritti fondamentali delle persone in pericolo in mare, garantendo che le loro navi possano assistere le imbarcazioni in difficoltà senza restrizioni e che le persone soccorse possano sbarcare nel porto sicuro più vicino possibile;

Chiedono alle autorità italiane ed europee

-              di promuovere una cooperazione efficace con le navi di soccorso delle ong e di impiegare navi di ricerca e soccorso dedicate nel Mediterraneo centrale, al fine di prevenire ulteriori perdite di vite in mare;

-              che l’UE e i suoi Stati membri interrompano ogni sostegno materiale e finanziario alla guardia costiera libica e ai governi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.

 

Le ong firmatarie: Alarm Phone; Borderline Europe; Captain Support Network; CompassCollective; Emergency; Iuventa Crew; Maldusa; Mare*Go; Médecins Sans Frontières/Doctors Without Borders (MSF); MEDITERRANEA Saving Humans; Louise Michel; OpenArms; RESQSHIP; r42 – SailAndRescue; Salvamento Marítimo Humanitario; Seebrücke; Sea-Eye; Sea Punks; Sea-Watch; SOS Humanity; SOS MEDITERRANEE; United4Rescue

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