Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 09.50

(CR) Pianeta Migranti. L’accordo Italia-Albania nega le garanzie minime

Sull’accordo pende ancora l’incognita del giudizio della Corte costituzionale albanese che dovrà pronunciarsi entro marzo

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. L’accordo Italia-Albania nega le garanzie minime

(CR) Pianeta Migranti. L’accordo Italia-Albania nega le garanzie minime ai diritti dei migranti.

L’accordo, approvato dalla Camera intende portare fino 3000 migranti al mese, salvati in mare da navi italiane e non da ong, in due centri per il rimpatrio in Albania. Il parere di Amnesty Italia e Medici senza frontiere.

Sull’accordo pende ancora l’incognita del giudizio della Corte costituzionale albanese che dovrà pronunciarsi entro marzo. Restano dei dubbi anche sulla legittimità costituzionale italiana.

Amnesty International Italia si è detta profondamente preoccupata per i potenziali impatti negativi del protocollo sulla tutela dei diritti umani e invita le istituzioni italiane ad astenersi dalla sua ratifica e attuazione. Ecco alcune criticità.

Non è chiaro chi e come deve stabilire la possibilità della persona salvata in mare di chiedere protezione nel nostro paese. Toccherà alle forze dell’ordine a bordo o al capitano della nave raccogliere o respingere una domanda di asilo? E quali strumenti hanno in mare, per accertare l’identità del richiedente e la sua provenienza?

L’accordo viola anche gli standard internazionali di ricerca e soccorso in mare che impongono di salvare i migranti e di portarli nei porti più vicini e sicuri. Il tragitto di una nave di salvataggio dal Mediterraneo centrale all’Albania è di 3 giorni; ciò comporta sofferenze aggiuntive e magari la morte di persone traumatizzate, vittime di torture e che hanno invece urgente bisogno di assistenza. Non è il  caso di aumentare il numero dei morti nel Mediterraneo visto che nel 2023 tale cifra è aumentata notevolmente rispetto al 2022.

Un grosso dubbio riguarda poi i diritti dei più vulnerabili, che il governo dice di non voler portare in Albania. Se ciò fosse vero, perché allora alla Camera, la maggioranza ha respinto gli emendamenti delle opposizioni che chiedevano l'esclusione di minori non accompagnati e delle donne incinte dai Cpr albanesi? Non sono ritenuti soggetti vulnerabili?

Una volta sbarcati in Albania, i migranti vengono reclusi nei Cpr per espletare (entro 30 giorni) le procedure della domanda d’asilo; dopo di che, il migrante verrà rimpatriato o portato in Italia. Ma la reclusione automatica dei migranti detta “detenzione amministrativa” viola le libertà individuali riconosciute a livello universale e risulta essere una pratica illegale.

Il protocollo Italia Albania non garantisce nei Cpr la presenza delle organizzazioni internazionali e non prevede nessuna forma di informazione o relazione periodica verso il parlamento. Prevede il mantenimento della giurisdizione italiana nei Cpr, e ciò dovrebbe consentire ai migranti l’accesso alle garanzie procedurali e il diritto d’asilo secondo le leggi italiane ed europee;  ma la distanza fisica del migrante dall’Italia potrebbe compromettere l’accesso a tali garanzie.

Secondo Amnesty International Italia, il protocollo Italia Albania, ha anche costi elevati, stimati intorno a 500 milioni di euro per i primi cinque anni di attuazione, e fa presente che si potrebbe utilizzare tale cifra per un’accoglienza più dignitosa in Italia o per istituire canali di ingresso sicuri nel nostro paese.

Per Medici senza frontiere il patto Roma -Tirana “non mira a scoraggiare le partenze, ma ad impedire attivamente alle persone in fuga e a chi viene soccorso in mare di accedere in modo rapido e sicuro al territorio europeo, aggirando così gli obblighi di protezione e soccorso sanciti dal diritto internazionale e dalle Convenzioni europee. Il mancato accesso al suolo italiano, la gestione extraterritoriale delle domande di asilo, l’applicazione delle procedure accelerate di frontiera e il trattenimento delle persone in un Paese terzo, rappresentano “un nuovo attacco sferrato al diritto di asilo. Sono iniziative che replicano le politiche di contenimento e dissuasione che si sono  dimostrate prive di efficacia nel lungo periodo, capaci solo di aumentare la sofferenza e la disperazione di migliaia di persone”.

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