Sabato, 20 aprile 2024 - ore 00.47

(CR) Pianeta Migranti. In Europa si sta imponendo modello Orban, Salvini, Meloni?

Non possiamo restare “neutrali”, di fronte a queste e altre tragedie alle porte dell’Europa

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. In Europa si sta imponendo modello Orban, Salvini, Meloni?

Cremona Pianeta Migranti. In Europa si sta imponendo il modello Orban, Salvini, Meloni?

I morti di freddo, anche bambini, al confine fra Polonia e Bielorussia sono uccisi dalla speculazione politica, da una tremenda disumanità e dal deliberato rifiuto di applicare i principi e le leggi europee.

Non possiamo restare “neutrali”, di  fronte a queste e altre tragedie alle porte dell’Europa. Alle centinaia di minori che camminano al freddo e al gelo sulla rotta balcanica; alla disperazione dei campi sovraffollati nelle isole greche, allo stillicidio quotidiano di morti nel Mediterraneo e ai crimini compiuti nei lager libici.

Ben 77 giuristi hanno lanciato un appello forte e chiaro alle istituzioni italiane ed europee. “ E’ ora che L’Europa smetta di tradire i principi del diritto internazionale e agisca con azioni concrete!”

Il presidente Mattarella, in visita a Siena ha detto: “ E’ sorprendente il divario tra i grandi principi proclamati dall’UE e il non tener conto della fame e del freddo cui sono esposti esseri umani ai confini dell’Unione”.

In questa ‘inerzia’ politica dell’UE hanno man forte gli autocrati interni ed esterni dei vari Paesi che usano i migranti come merce di scambio per i loro interessi politici.

Lukascenko, spingendo migliaia di  disperati verso la Polonia, e con un mix di ricatti (vi interrompo il gas), è riuscito ad imporsi come interlocutore di Bruxelles, che l’aveva già colpito con le sanzioni. Putin riesce a fare il solito gioco divisivo cavalcando il nervo scoperto -migranti- dell’UE.

Il governo di Varsavia usa il ‘pericolo invasione’ per nascondere la crisi delle finanze pubbliche e i conseguenti tagli che scontentano l’elettorato. Ma i numeri dei migranti alla frontiera orientale non sono da invasione: tra giugno e settembre 2021 sono transitate poco più di 6000 persone. Dai Balcani occidentali invece, 24.100 e dal Mediterraneo centrale 31.200. Tuttavia la Polonia pratica con durezza  crudeli respingimenti; accelera la costruzione di un muro e di reti di filo spinato, anche con l’aiuto di Londra che le manda 150 militari addetti ai sistemi di sorveglianza avanzati.

A fronte di tutti questi giochi  politici sulle spalle dei disperati, a fronte di una situazione umanitaria terribile ed esplosiva, l’Europa non è compatta nel contrastare i respingimenti della Polonia che vanno in senso contrario alla convenzione dei rifugiati e dei diritti umani. Addirittura, 11 paesi europei (compresa la Slovenia che ha la presidenza semestrale dell’Unione) chiedono ufficialmente che Bruxelles finanzi la costruzione di muri e di reti di filo spinato. Persino un europeista come Michel Barnier, in campo per le Presidenziali in Francia, sostiene che per i prossimi cinque anni bisogna chiudere tutto, anche in deroga al diritto europeo, e che per alcuni anni si devono persino bloccare i ricongiungimenti familiari.

Ancora una volta sale l’onda dei Paesi nazionalisti, e delle forze politiche sovraniste che vogliono fare dell’Unione una fortezza chiusa da muri e militarizzata. Sono gli stessi che nel tempo hanno ostacolato una seria riforma del Regolamento di Dublino (in discussione da anni) e che non fanno decollare nemmeno il timido Nuovo Patto europeo sulle Migrazioni, presentato ormai da oltre un anno dalla Commissione Europea.

A fronte di questa ripetuta e paralizzante resistenza a deliberare politiche migratorie degne di questo nome e conformi alle leggi internazionali, è legittimo chiedersi se il modello Orban e dei suoi sostenitori italiani Salvini e Meloni non abbiano finito col prevalere in Europa. Sappiamo che hanno il seguito di un’opinione pubblica ammansita dai loro proclami e spinta a dirottare sui migranti la rabbia per le disuguaglianze crescenti, per un lavoro che non fa più vivere e un sociale che restringe le protezioni. Allora va detto che non solo urgono adeguate politiche migratorie e di sviluppo, più politiche climatiche, ma anche politiche economiche e sociali organizzate dentro una solida cooperazione internazionale intorno alle grandi sfide  del momento.

 

 

 

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