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Crema, ‘Inciampi di vita’: presentazione del libro-testimonianza sulla solidarietà

Una serata tutta al femminile

| Scritto da Redazione
Crema, ‘Inciampi di vita’: presentazione del libro-testimonianza sulla solidarietà

Giovedì 19 maggio, alle ore 21:00, presso la Biblioteca comunale di Crema (Via Civerchi, 9) è organizzata la presentazione del libro Inciampi di vita. Se cadi rialzati. E se ricadi rialzati ancora. Alla presentazione saranno presenti, oltre al Sindaco di Crema Stefania Bonaldi e all’Assessore alla Cultura Paola Vailati, anche l’amministratore unico Zeta Service Silvia Bolzoni, il marketing manager Debora Moretti e la giornalista Cristina Beffa. Una serata tutta al femminile per un’occasione importante.

Un dato curioso: questo è un libro sui “senzatetto” realizzato però da una società che si occupa di paghe, contributi e contabilità. Le motivazioni di questa scelta sono semplici: è scoccata la scintilla della solidarietà. Ed è questo quello che è successo a Milano, tra Zeta Service e la Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci, la struttura comunaleche ospita persone senza dimora, aiutandole a reinserirsi nella società.

Zeta Service e i suoi dipendenti, da tempo, frequentano la casa intitolata al grande cantautore milanese, insegnando qui l’italiano, donando vestiti e aiutando nella compilazione dei curricula vitae i suoi ospiti. Non mancano i momenti creativi: qui si realizzano murales aiutati da un noto street artist e si collabora attivamente con la scuola d’arte di Gratosoglio.

Il libro è quindi la testimonianza umana di un percorso di conoscenza e fiducia reciproca. Per scriverlo e produrlo cinque dipendenti di Zeta Service (Beppe, Debora, Federica, Luca e Marilù) hanno dedicato parte del loro lavoro e del loro tempo libero per incontrare gli ospiti ed ex ospiti della Casa e farsi raccontare le loro storie. Sono nati così piccoli racconti di vita, scritti come autobiografie a più mani, in prima o in terza persona, talvolta riportando integralmente le testimonianze dei protagonisti. Storie delicate, allo stesso tempo illuminanti e ironiche, che raccontano di rifugiati politici con master in economia che provano a ripartire vendendo schede telefoniche, di un uomo e una donna che si aiutano a vicenda e poi si innamorano e iniziano una nuova vita, di un professore di inglese di madrelingua francese arrivato per caso a Milano che ora fa il mediatore culturale, di una mamma di Santo Domingo che raggiunge la figlia in Italia ma non tutto va come prevedeva, di un precario senza lavoro che perde tutto, anche la speranza, ma ora cerca, di nuovo, un’occupazione. Percorsi di vita tortuosi e unici, ma con un unico comune denominatore: la voglia di ripartire e la tenace speranza di farcela, sostenuta dalla percezione di non essere più soli. Perché questa è la novità di Casa Jannacci. Gli ospiti non ci vanno solo per dormire, ma per trovare conforto, speranza e rinascita.

«Da diverso tempo l’Italia ha visto invertire la tradizionale tendenza per ciò che concerne i flussi migratori trasformandosi da paese di emigrazione a paese di immigrazione», commenta il Sindaco Bonaldi, che ha promosso a Crema la presentazione del libro. «Questa lettura è confermata dai dati sulla presenza straniera inerenti la nostra Regione: emerge il carattere stabile dell’immigrazione; i numeri relativi a ricongiungimenti familiari, ai matrimoni misti, alle nascite, agli inserimenti scolastici, la compresenza di diverse fedi danno testimonianza della stabilità dell’immigrazione, di come l’immigrazione sia oggi non un fenomeno transitorio, bensì una dimensione strutturale della nostra società. Tuttavia, il fenomeno migratorio, che rappresenta di per sé un’opportunità di arricchimento, è troppo spesso accompagnato da campagne mediatiche che promuovono la paura ed il sospetto per tutte le diversità, diffondendo messaggi che stigmatizzano intere popolazioni sulla base di comportamenti individuali. Ne consegue», conclude Bonaldi, «il relativo inserimento sociale della popolazione immigrata nel nostro contesto, caratterizzato da una significativa distanza fra quest’ultima e la popolazione autoctona. Testimonianze come quella di questo libro sono preziosi documenti delle azioni umane di tanti italiani che contribuiscono attivamente all’inserimento dignitoso di chi vive nel territorio, partendo dal riavvicinamento di tale distanza sociale, attraverso spirito di accoglienza, mutua accettazione, scambio costruttivo e arricchimento di valori».

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