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Cremona Anna Rossi in Garoli ci ha lasciato. Un ricordo tutto personale | Gian Carlo Storti

Ho conosciuto Anna Rossi nell’autunno del 1967 nella sede del Partito Comunista con sede in Via Volturno a Cremona.

| Scritto da Redazione
Cremona Anna Rossi in Garoli ci ha lasciato. Un ricordo tutto personale | Gian Carlo Storti

Cremona Anna Rossi in Garoli ci ha lasciato. Un ricordo tutto personale | Gian Carlo Storti 

Ho conosciuto Anna Rossi nell’autunno del 1967 nella sede del Partito Comunista con sede in Via Volturno a Cremona.

Assieme a Deo Fogliazza ed ad altre decine di studenti andavamo nella sede del PCI per stampare i volantini al ciclostile che avrebbero invitato gli studenti a partecipare allo sciopero del giorno dopo.

Era ‘funzionaria’ del PCI e quel termine a noi giovanissimi studenti incuteva un atteggiamento di rispetto.

Aveva più o meno l’età di mia madre. Ma mentre la mamma Luigina era fortemente preoccupata della mia partecipazione al Movimento Studentesco la ‘funzionaria’ Anna Rossi era contenta e ci incoraggiava a costruire il movimento. Ci dava tutte le indicazioni tecniche per usare il mitico ciclostile ed a volte ci batteva a macchina le matrici che servivano alla stampa dei volantini.

Insomma una presenza ‘solare’ che incoraggiava quei giovani ad avvicinarsi al PCI.

Era una bella donna , affascinante e vestita sempre con sobria eleganza.

A poco a poco venni a conoscenza che era la moglie di Giuseppe Garoli , anch’esso funzionario e segretario della federazione del PCI e che avevano  una figlia che studiava al liceo scientifico di nome Uliana.

Uliana, un bel nome, versione femminile del cognome di Lenin, Ul'janov e l’equivalente russa di Giuliana.

Ovviamente coinvolgemmo anche Uliana nelle attività del Movimento Studentesco con la materna benedizione di Anna.

La vita scorre velocemente ed a distanza di pochi anni pure io divenni ‘funzionario’ del PCI e quindi imparai a conoscere Anna sul versante politico.

Ebbi modo di conoscerla per le sue idee che esprimeva sempre con tranquillità e con un certo vigore.

Come donna dell’UDI si doveva occupare  dei temi delle donne. Erano gli anni in cui il parlamento  approvò la legge sul divorzio , si  andò al referendum ( che si vinse) e si posero le premesse per nascita di un forte movimento femminista che chiedeva più spazio nella società e nella  politica.

Nel Pci erano gli anni in cui le donne contavano molto poco. La struttura dirigenziale era tutta ‘maschile’ ed Anna pagò questo modello politico ed organizzativo.

A lei il partito chiedeva di organizzare le feste delle donne per l’8 marzo, di procurare la mimosa, insomma , come donna, aveva poche possibilità di esprimere le sua capacità politiche.

Capacità che , a mio avviso, erano ben superiori di quei tanti uomini messi a dirigere il partito.

E via via con il passare del tempo si è occupata di molte questioni amministrative . E’ stata consigliere comunale, presidente dell’Ente Autonomo Asili del Comune e in anni più recenti ha contribuito alla nascita del Tribunale per i diritti del malato.

La sua scomparsa a 88 anni lascia quindi un vuoto. Non solo  generazionale ma anche politico ed umano.

Una figura che è stata per molti di noi un punto di riferimento sia per la  sensibilità  sempre evidenziata che nelle modalità di fare politica piena di tanta umanità.

Lascia la figlia Uliana Garoli, avvocato e attuale presidente di Fondazione Città di Cremona.

Alla figlia ed all’amica Uliana le più sentite condoglianze ed un grande abbraccio.

Il vuoto che lascia Anna è e sarà colmato dalla memoria di una donna che in anni difficili ha saputo lottare per i diritti di molte donne e uomini per il progresso della società.

Gian Carlo Storti

Cremona 4 ottobre 2019

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