Martedì, 16 aprile 2024 - ore 09.48

Cremona, Coldiretti: in Piazza Stradivari le eccellenze salvate dal terremoto

Domenica 13 novembre, nella festa dedicata al Patrono Sant’Omobono, gli agricoltori accolgono le aziende dalle regioni colpite dal sisma

| Scritto da Redazione
Cremona, Coldiretti: in Piazza Stradivari le eccellenze salvate dal terremoto

Dalla lenticchia di Castelluccio di Norcia alla “caciotta della solidarietà” prodotta con il latte delle stalle di Amatrice, dalla storica norcineria al vino di visciole, gli agricoltori colpiti dal sisma per la prima volta porteranno i loro prodotti in vendita in Piazza Stradivari a Cremona. L’iniziativa è della Coldiretti che domenica 13 novembre, dalle ore 08:00 alle ore 19:00, è pronta ad accogliere alcuni produttori in arrivo dal Centro Italia, con i loro prodotti, presso il mercato degli agricoltori di Campagna Amica in uscita straordinaria nel salotto della città. Un’iniziativa che si è voluto fortemente proporre nella festa dedicata a Sant’Omobono, patrono di Cremona divenuto emblematico esempio di solidarietà e attenzione verso i fratelli in difficoltà.

L’iniziativa messa in campo da Coldiretti Cremona – all’interno dell’evento Campagna Amica che, come ogni seconda domenica del mese, porterà in Piazza Stradivari le eccellenze dell’agricoltura lombarda e italiana nell’ambito del percorso Le 4 stagioni di Cremona, con il patrocino del Comune – nasce per dare un aiuto concreto alle aziende agricole colpite dal sisma, e nel contempo risponde a tante richieste giunte dai cittadini, che vogliono sostenere direttamente senza intermediazioni la ripresa economica e occupazionale anche con l’acquisto dei prodotti dell’agroalimentare.

«Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola, con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento», sottolineano gli agricoltori di Coldiretti Cremona, nel rimarcare l’esigenza che «la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo».

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